Natale

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    I miei interventi sul Natale cristiano potrebbero apparire mera speculazione, allora lancio una sfida ai forumisti in queste prossime calende di agosto. Di certo la collocazione geografica degli stessi sarà diffusa in tutta Italia, un'Italia ricca di archivi e biblioteche, magari diocesani. Cercate allora nei fondi un martirologio, o calendario liturgico, precedente il passaggio dal giuliano al gregoriano (anno 1587) e in essi controllate le festività celebrate nel mese di agosto, in particolare i giorni 8-15. Sono pronto a scommettere che voi leggerete al 10, forse 11, che la festa era il Natale.
    Mi pare una sfida affascinante, in particolare per i giovani che comprenderanno a che livello d'inganno siamo giunti.
    Ps: Leviticus, che ne dici: accetti la sfida?
     
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    Qualcuno non si dà pace per cercare di demolire la tradizione cristiana intaccando alcuni dati storici relativi alla vita di Gesù. Eppure ci sono altre tradizioni che si fondano addirittura su miti e non mi pare uno scandalo. Per esempio di Mosè non si sa nulla di certo, eppure ciò non ha impedito che la tradizione ebraica basata sui libri a lui attribuiti stia durando da diversi secoli. Gesù nacque veramente a dicembre? La verga di Mosè si tramutò in serpente? Tutto ciò ha poca rilevanza dal punto di vista storico e nessuna dal punto di vista simbolico che è quello più importante per una tradizione.
    Contrariamente a quello che pensano alcuni poco avveduti sostenitori, così come la maggior parte dei detrattori, la forza di una tradizione come il cristianesimo non si basa sulla storicità del fondatore, ma sulla potenza simbolica e dottrinale dell'insegnamento ricevuto, riadattato e tramandato.
    Consideriamo ad esempio il simbolismo del tempio distrutto e ricostruito in tre giorni, che si può ricollegare anche alla "pietra scartata dai costruttori"... L'analogia pietra-corpo è un simbolo potentissimo che si ricollega idealmente alla pietra filosofale dell'alchimia o al simbolismo costruttivo della massoneria.
    Oppure consideriamo la croce di Gesù assimilata all'albero della Vita, che riprende una tradizione antichissima già mesopotamica ancor prima che ebraica, per rielaborarla e caricarla di nuovi significati.
    I simboli sono più importanti dei fatti storici. Che poi alcuni fatti storici possano diventare simbolici, assumendo valore metastorico, anche questa è la prassi su cui si basano le tradizioni. Un fatto storico è vero si accerta che sia avvenuto. Un simbolo è vero se funziona.
     
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    CITAZIONE (Filippo Maria Leonardi @ 2/8/2019, 10:57) 
    I simboli sono più importanti dei fatti storici.

    Allora, invece che celebrarne il giorno della memoria, facciamo anche dell'olocausto un simbolo che, bada bene, si compone di un significante e un significato, quando quest'ultimo è, un fatto storico o altrimenti entriamo a pieno titolo nel delirio. In ogni caso, la storicità di Gesù passa attraverso un'analisi storica, senza la quale è un mito o, tutt'al più, una leggenda. Vogliamo davvero riscrivere la storia secondo i vostri e solo vostri parametri? o ricercare negli archivi la traccia della verità, venendo a conoscenza che c'era un Natale altro, notizia già di per sè esplosiva, che conferisca a Gesù un'anagrafe certa, cosicchè abbia i documenti in regola per le frontiere della storia?
     
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    Non generalizzi.

    Se uno si pone dal punto di vista storico, cioè descrittivo, è ovvio che gli interessino più i fatti in sé, ma dal punto di vista tradizionale sono più importanti i simboli dei fatti storici, poiché le tradizioni si propagano ed agiscono in virtù della loro forza simbolica e delle eventuali organizzazioni che le rappresentano.
    Le tradizioni non muoiono perché qualcuno ne mette in discussione i presupposti storici, ma quando si corrompe l'organizzazione che la tramanda e un altro soggetto se ne appropria distorcendone il simbolismo. Basta vedere cosa è successo con i simboli biblici della colomba, del ramo d'ulivo e dell'arcobaleno per farsene un'idea.

    Il suo riferimento all'Olocausto è fuori luogo, perché si tratta di una tragedia che si colloca sul piano storico e la sua commemorazione ha una finalità diversa da quella strettamente religiosa, che infatti travalica la dimensione ebraica.

    Per quanto riguarda il simbolo tradizionale, esso NON si compone di un significante e di un significato legati in modo biunivoco da un rapporto convenzionale.
    Innanzitutto un significante può avere più significati, ma al tempo stesso non può avere qualsiasi significato, ma soltanto quelli che sono coerenti dal punto di vista naturale.

    Per quanto riguarda nello specifico la nascita di Gesù, quando avrà trovato il certificato di nascita, ci faccia gentilmente sapere. Così sapremo finalmente quando fargli gli auguri.
     
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    Credo che il suo discorso sia tipico di coloro che immancabilmente, cioè anche fuori luogo, cercano un significato più alto, spesso così alto che non si vede più nulla. E infatti...Credo anche che, ai fini di una lettura simbolica, sarebbe estremamente significativo considerare il simbolo nella sua esatta collocazione storica, come ad esempio il Natale, oggetto del thread, che potrebbe -dico potrebbe, ma ne sono certissimo- collocarsi al 25 di Ab (calendario sacro, nostro 10 agosto, di qui l'invito a consultare gli archivi diocesani e le annesse biblioteche per un martirologio precedente il 1587) quando il sole (Gesù) fa ingresso nella costellazione del leone (la storia, il mondo) per un simbolismo in luogo. Come vede non c'è bisogno di appellarsi a significati più alti: è sufficiente fare le cose per bene o, almeno, non falsificarle.
     
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    Concludo dicendo che, qualora risultasse almeno un calendario liturgico che ferma il Natale al 10 di agosto, lei sarebbe estremamente utile per far comprendere le evidenze non storiche, ma simboliche che hanno consigliato il cambiamento di data e di calendario dal 10 di agosto al 25 dicembre perché, come facilmente capirà, uno è d'estate, l'altro d'inferno.
     
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