Discussioni sul tema di Bereshit/Genesi

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    Tu come fai a sapere che non glielo mai chiesto? 😀

    E poi dovresti deciderti .
    O la bibbia contiene delle prove riguardo la storicita' di cio'che racconta che la mente umana non puo' fare a meno di considerare oppure l'uomo puo' capire quello che c'e scritto nella Bibbia solo se e quando a Dio piacera'.
    Non possono essere vere entrambe le affermazioni.

    Edited by Maurizio 1 - 26/4/2018, 16:46
     
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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 24/4/2018, 15:15) 
    quando uno parla di "prove" si suppone che manifesti la volonta' di fare un discorso in cui ha intenzione di lasciarla da parte la "fede".

    Parli così perché hai il concetto di fede che promuovono in generale le religioni, ma la Bibbia dà un altro concetto. Prova a rileggere con più attenzione il versetto che ho riportato prima, ebrei 11:1. Al suo interno ci sono due paroline chiave. Ecco qui altre traduzioni:

    Nuova Riveduta:
    Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

    C.E.I.:
    La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.

    Nuova Diodati:
    Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono;

    Riveduta:
    Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono.

    Diodati:
    OR la fede è una sussistenza delle cose che si sperano, ed una dimostrazione delle cose che non si veggono.


    CITAZIONE
    La fede è fede, è personale, è legittima e non necessita di prove.

    Come sopra. :)

    Shalom

    Edited by Bloccoporta - 7/5/2018, 09:53
     
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    Il problema non e' definire il concetto di "fede" .
    Il problema e' definire
    Il concetto di "prova" nel contesto specifico della tua frase.
    CITAZIONE (Bloccoporta @ 22/4/2018, 00:36) 
    La Bibbia porta tutte le prove che ci servono per credere in quello che vi è scritto

    se poi mi dici che avere fede/certezza che cio' che tutto cio che e' scritto in un libro e preso alla lettera sia la cronaca puntuale di avvenimenti storici valga di per se come "prova" nella mente di colui che detiene questa fede/certezza ti dico: "va bene" ma e' come aver scoperto l'acqua calda.

    Edited by Maurizio 1 - 7/5/2018, 13:02
     
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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 13/5/2018, 13:26) 
    CITAZIONE (Bloccoporta @ 12/5/2018, 15:41) 
    Ho fatto i due esempi solo per farvi capire almeno in parte come io intendo ebrei 11:1 perché con i vostri post è evidente che l'avevate inteso in senso completamente differente e mi avete un po' attaccato per questo.
    Ok, comunque sia, nessun problema.


    Shalom

    Ma per farci capire come intendi un versetto non sarebbe meglio che lo spieghi con parole tue?
    Perche se per farci capire come intendi 1 versetto ne citi altri 2 (Daniele e Timoteo) che succede?
    Che magari per farci capire come intendi quei 2 ne devi citare altri 4.
    Poi per farci capire come intendi quie 4 quattro ne devi citare altri 8
    Poi per farci capire come intendi quei 8 ne devi citare altri 16
    E cosa via all'infinito.

    Quindi ti rinnovo la richiesta: puoi spiegare con parole tue come intendi Ebrei 11,1 ?

    Ok. Prendo una delle traduzioni:

    Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono; (nuova diodati)

    "Certezza di cose che si sperano", cioè sicurezza che quello che spero accada succederà veramente.
    Cosa dovrebbe accadere in base a ciò che dicono le Scritture? Che Dio porrà fine alla malvagità ed alle cose negative mediante il suo Regno.
    Come faccio ad avere certezza che accadrà? Guardo se all'interno delle Scritture trovo elementi che mi facciano avere fiducia che ciò che è scritto è vero. Nel nostro esempio i passaggi di Daniele e Timoteo sono tra quelli che mi fanno pensare che la Bibbia dica la verità? Mi do la risposta (in stile marzulliano :P ) e se la mia risposta è "si" comincio a riporre fede in ciò che è scritto, compreso il fatto che Dio porterà la pace. Ed avrò anche "dimostrazione di cose che non si vedono". Se non mi bastano le prove che ho trovato posso cercarne altre, così da avere più certezze. Sempre che mi interessino questo argomenti. Non a tutti interessano.
    CITAZIONE
    (il motivo per cui ho preferito risponderti su Daniele anziché su Timoteo mi sembra evidente visto dove ci troviamo)

    (Mah! Non penso sia solo per quello).

    Edited by Bloccoporta - 13/5/2018, 15:35
     
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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 26/5/2018, 10:34) 
    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 13/5/2018, 13:26) 
    Evitavi la frase "Chiedi a Dio che ti aiuta a comprendere" ed eri a posto.

    Eri in una botte di ferro chi ti poteva accusare di avere violato il regolamento?

    CITAZIONE (Bloccoporta @ 13/5/2018, 14:50) 
    Più di Lui chi ti può aiutare a comprendere?

    Quando la presunzione non ha limite.....

    Presunzione?... Quindi secondo te le Scritture ti inviterebbero continuamente ad essere presuntuoso? (Proverbi 3:5; salmo 37:3; ...)
    CITAZIONE
    Violazione delle regole a parte, non sarebbe meglio che ti preoccupi di quello che non hai compreso tu?
    Ad esempio che se mangi una fetta di torta al compleanno di qualcuno non sarai ucciso durante armagheddon.

    (Gli altri mi scusino il piccolo ot)

    Forse dovresti cominciare a leggere la Bibbia un po' più per princìpi, cioè i princìpi che ti trasmette. Per quanto riguarda la "fetta di torta" ti do solo un' indicazione: 1 Corinti cap. 8 (anche se forse non capirai bene tutto).
    Comunque solo Dio può leggere dentro le persone, quindi solo lui può giudicare. (1 samuele 16:7; 1 cronache 28:9; proverbi 17:3).

    Saluti

    Edited by Bloccoporta - 27/5/2018, 01:03
     
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    Non e' solo lui convinto che qualche migliaio di anni fa c'e' stata una catastrofe planetaria di cui sono riusciti a sopravvivere solo 8 uomini e almeno una coppia di ogni specie animale.

    Cioe' in pratica nessun altro essere umano avrebbe trovato il modo di sopravvivere (diluvio o altra catastrofe scegliete voi cosa vi piace di piu') pero' in compenso quegli 8 uomini sono riusciti a salvare se stessi e una o piu' coppie di animali di ogni specie esistente sul pianeta.
    Ma ogni tanto riflettiamo e ci rendiamo conto dell'impossibilita oggettiva di prendere alla lettera determinati racconti?

    Aggiungo una domanda giusto per ravvivare il thread.

    Abbiamo tre fratelli Sem, Cam, e Iafet con le rispettive mogli.
    Consapevoli di essere gli unici umani rimasti e con la responsabilita' di dover ripopolare il pianeta.
    Consapevoli della responsabilita' di non far estinguere la specie umana.
    Molto intelligenti, dice qualcuno in quanto, prediluviani.
    Mi aspetterei che abbiano pensato di rimanere piu' uniti possibile per il bene loro e della futura razza umana.
    E' possibile che la prima preoccupazione loro e' stata di costituire tre discendenze separate?
    E' possibile che i figli di Sem abbiano cercato di evitare accoppiarsi con i loro cugini figli di Cam?
    Hanno preferito accoppiarsi tra fratello e sorella piuttosto che tra cugini?!?
    E per quale motivo? Perche sapevano che i Semiti dovevano essere per forza separati dai Camiti?
    Aumentando cosi la probabilita' di un indebolimento genetico e una possibile estinzione?
    Passo la palla a chi ama prendere tali racconti alla lettera.

    Edited by Maurizio 1 - 27/5/2018, 12:21
     
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    CITAZIONE (leviticus @ 9/11/2017, 19:17) 
    ritroviamo certamente questa sorta di parallelismo nella letteratura ebraica, in questo link di torah.it ad esempio

    https://digilander.libero.it/parasha/varie/bereshit.htm

    Nell'antologia proposta al capitolo "Pentateuco ed Haftarot" si dice: "...Ciò che noi invece sappiamo è che Adamo ed Eva, i precursori dell'umanità, avevano la missione di portare a compimento la Creazione attraverso l'osservanza del comandamento di Dio. Fallirono e furono esiliati.
    La missione dell'Uomo però non è cambiata, lo sono solo le condizioni in cui deve essere portata avanti. Dio punì i trasgressori ma non li eliminò. Potevano pentirsi; in effetti il concetto di pentimento era un prerequisito all'esistenza dell'Uomo che non sarebbe potuto sopravvivere senza. Lo stesso fu per i successivi peccatori Caino e Lemech. Anche questo è uno dei più importanti insegnamenti della storia della Genesi: l'Uomo può peccare ma può anche recedere, e Dio gli dà la possibilità di farlo.
    Tutto questo è un preludio alla storia di Israele. Dio fu paziente per dieci generazioni tra Noè ed Abramo, mentre ciascuna di quelle generazioni mancava di portare avanti la missione per la quale era stata creata. Dopo il fallimento, Dio scelse Abramo e la sua progenie come incaricati della missione che prima era stata universale (vedi Avot 5:2). Ramban sostiene che per questo la Genesi è chiamata il Libro della Creazione: l'essenza della Creazione non è principalmente la storia delle montagne e delle valli, degli oceani e dei deserti, e nemmeno dell'Uomo e della vita animale. La Creazione è la storia della nascita di Israele, la nazione che ha ereditato il compito di Adamo ed Eva. In questo primo libro della Torà seguiamo la storia di Israele, dalle vite di Abramo e Sara fino a che i loro discendenti si trasformano in famiglia e poi in nazione..."

    Mi piacerebbe riprendere la discussione meditando ancora sul contenuto di questo referenziatissimo commento.
    Come giustamente Leviticus fa notare la letteratura ebraica stessa da' evidenza del parallelismo tra la storia di Adamo e Eva e la storia del popolo di Israele.
    Nel contenuto del link si evidenzia il fatto che analogamente a come Dio ha dato una missione da compiere ai precursori dell'umanita', l'ha data ai precursori del popolo di Israele.
    L'articolo secondo me , tuttavia non si sofferma abbastanza sulla sorprendente estensione di questo parallelismo.
    Nello stesso modo in cui ai progenitori viene affidato un compito, falliscono, vengono puniti, vengono esiliati e non per questo vengono abbandonati da Dio, cosi avviene per la storia del popolo ebraico.
    O per lo meno in tale chiave viene letta l'esperienza storica di Israele.
    Un alleanza con Dio che prevede il rispetto di determinati comandi, il fallimento, la punizione, l'esilio presso altre nazioni e il non abbandono da parte di Dio.
    In questo consiste la vera straordinarieta' del parallelismo.
    Voi che ne pensate?

    Edited by Maurizio 1 - 2/6/2018, 12:20
     
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    Da questo punto di vista però dovremmo dare per Scontato che manchi una redenzione definitiva... Chi fallisce poi Nell adempiere la missione ereditata dai protagonisti precedenti viene poi sostituto da qualcun altro...
    Adamo ed Eva...poi Abramo e la sua discendenza... Poi?
     
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    Ovvio che manca.
    Dopotutto "definitivo" significa qualcosa che e' conclusivo e ottimale.
    Nella bibbia una situazione ottimale e di pieno benessere e' prettamente riferita a una protologia o a una escatologia.
    "Redenzione definitiva" e' quella che sia l'umanita (Adamo ed Eva) che il popolo di Israele ancora oggi attendono. Fine dei tempi o era messianica.
    Quello che nella bibbia di certo non manca e' la speranza/certezza che questa redenzione definitiva comunque prima o poi arrivera'.

    Edited by Maurizio 1 - 5/6/2018, 19:29
     
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    Scusate la domanda stupida mi. Biglinizzo un attimo e faccio finta che.. Se Mosè ha ricevuto la legge e come ho trovato sul forum l ha ricevuta secondo la tradizione in 70 lingue corrispondenti a 70 nazioni conosciute poi le lingue si sono evolute e quindi trasformate tradotte insomma uno più passaggi c è stata perciò l ipotetica prima copia del pentateuco e una traduzione in ebraico antico.. Su questa ipotesi fatta da me magari stupida c è qualcosa al riguardo.. Grazie e buona serata
     
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