Perché la tradizione ebraica non annovera tra i Precetti Noachidi il comandamento di procreare?

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    Genesi,1,27-28

    27 D-o creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di D-o; li creò maschio e femmina. 28 D-o li benedisse, e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra (…)”

    Genesi 9, 1 e 7

    1 D-o benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra.”

    7 "E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela."


    Ciao a tutti,

    La Torah afferma che il precetto relativo alla procreazione è il primo comandamento dato dal Creatore al genere umano ( Genesi, 1,27-28), ed è esplicitamente ribadito nelle prescrizioni che HaShem trasmette a Noè ed ai suoi figli ( Genesi 9,versetti 1 e 7).

    Perché allora la tradizione ebraica considera questo comandamento obbligatorio per i soli Ebrei (maschi), ed invece non lo ritiene parte integrante delle Leggi Noachidi?
     
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  2. yes yes
     
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    Ho riflettuto sul tuo punto di vista e fatico a comprendere.
    Per "comandamenti" io intendo soprattutto il decalogo.
    E il decalogo già contiene precetti, o meglio leggi, che riguardano specificatamente il popolo ebraico (per esempio lo Shabbat) e non altri.
    Nel decalogo (a meno che non mi sbagli e mi sfugga qualche particolare) non si fa menzione di un comandamento dedicato a ribadire il crescete e moltiplicatevi.
    Sullo stesso piano del decalogo pongo i precetti noachidi, che ricalcano, almeno nelle versioni che si possono trovare on-line, una certa parte del decalogo.
    Poi ci sono le Mitzvot, dove ritroviamo l'esortazione
    "Sii fertile e abbi figli" riferita a Gen. 1:28 (ora la trovo così, io ricordavo addirittura e un "abbi molti figli").
    Noi noachidi invece una lista di Mitzvot non ce la siamo mai fatta.

    Immagino - io - che dal momento in cui vengono tracciati due "territori" (figurativamente parlando) distinti, ognuno dei due debba poi provvedere a produrre leggi, norme, precetti, esortazioni e consigli per conto proprio.

    Per cui a monte abbiamo un "Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra”
    poi abbiamo 2 blocchi di norme, da un lato i precetti Noachidi, e dall'altro -in seguito- il decalogo, ai quali per il genere delle norme potremmo dar loro un valore abbastanza paritetico (se non fosse che il decalogo è già più circostanziato e specifico su alcune cose), e nessuno dei due blocchi di norme ribadisce il "prolificate".

    Le mitzvot invece lo ribadiscono, però si tratta di un altro ordine di norme, molto variegato, in cui trovi anche precetti come
    ogni ebreo scriva un Sefer della Torah, recita lo shemà ogni sera e ogni mattina, indossa i Tefillin sul capo e sul braccio, metti una mezuzzah sugli stipiti della porta, ecc. ecc.

    Guardando come tutto è configurato non mi aspetto una necessità di ribadire l'esortazione di genesi nei precetti noachidi.

    _____________________

    Che poi potrebbe essere pure sbagliato vedere le leggi noachidi riguardanti solo i noachidi.
    In quel momento riguardavano tutti, e solo in un momento successivo viene consegnato il decalogo a Mosè per il popolo ebraico.
    In pratica entrambe le volte a distanza di tempo D.o si comporta allo stesso modo.
    Prima, con la creazione dell'uomo compare il crescete e moltiplicatevi, poi viene ribadito dopo il diluvio. Non viene ripetuto nelle leggi noachidi, che erano valide per tutti, e non viene ripetuto, in un tempo successivo, nel decalogo, che diventa legge ebraica.
    Per cui non si genera alcuna differenza per cui si possa dire che sia stato rivolto solo agli ebrei, oppure omesso solo nelle leggi noachidi perchè non debba riguardare anche gli altri popoli.

    Edited by yes yes - 10/11/2017, 20:12
     
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    CITAZIONE (yes yes @ 10/11/2017, 17:18) 
    Ho riflettuto sul tuo punto di vista e fatico a comprendere.
    Per "comandamenti" io intendo soprattutto il decalogo.
    E il decalogo già contiene precetti, o meglio leggi, che riguardano specificatamente il popolo ebraico (per esempio lo Shabbat) e non altri.
    Nel decalogo (a meno che non mi sbagli e mi sfugga qualche particolare) non si fa menzione di un comandamento dedicato a ribadire il crescete e moltiplicatevi.
    Sullo stesso piano del decalogo pongo i precetti noachidi, che ricalcano, almeno nelle versioni che si possono trovare on-line, una certa parte del decalogo.
    Poi ci sono le Mitzvot, dove ritroviamo l'esortazione
    "Sii fertile e abbi figli" riferita a Gen. 1:28 (ora la trovo così, io ricordavo addirittura e un "abbi molti figli").
    Noi noachidi invece una lista di Mitzvot non ce la siamo mai fatta.

    Immagino - io - che dal momento in cui vengono tracciati due "territori" (figurativamente parlando) distinti, ognuno dei due debba poi provvedere a produrre leggi, norme, precetti, esortazioni e consigli per conto proprio.

    Per cui a monte abbiamo un "Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra”
    poi abbiamo 2 blocchi di norme, da un lato i precetti Noachidi, e dall'altro -in seguito- il decalogo, ai quali per il genere delle norme potremmo dar loro un valore abbastanza paritetico (se non fosse che il decalogo è già più circostanziato e specifico su alcune cose), e nessuno dei due blocchi di norme ribadisce il "prolificate".

    Le mitzvot invece lo ribadiscono, però si tratta di un altro ordine di norme, molto variegato, in cui trovi anche precetti come
    ogni ebreo scriva un Sefer della Torah, recita lo shemà ogni sera e ogni mattina, indossa i Tefillin sul capo e sul braccio, metti una mezuzzah sugli stipiti della porta, ecc. ecc.

    Guardando come tutto è configurato non mi aspetto una necessità di ribadire l'esortazione di genesi nei precetti noachidi.

    _____________________

    Che poi potrebbe essere pure sbagliato vedere le leggi noachidi riguardanti solo i noachidi.
    In quel momento riguardavano tutti, e solo in un momento successivo viene consegnato il decalogo a Mosè per il popolo ebraico.
    In pratica entrambe le volte a distanza di tempo D.o si comporta allo stesso modo.
    Prima, con la creazione dell'uomo compare il crescete e moltiplicatevi, poi viene ribadito dopo il diluvio. Non viene ripetuto nelle leggi noachidi, che erano valide per tutti, e non viene ripetuto, in un tempo successivo, nel decalogo, che diventa legge ebraica.
    Per cui non si genera alcuna differenza per cui si possa dire che sia stato rivolto solo agli ebrei, oppure omesso solo nelle leggi noachidi perchè non debba riguardare anche gli altri popoli.

    Ciao Yes Yes,

    Ho letto il tuo intervento, e sinceramente sono io che stento a capire il tuo punto di vista.

    Innanzitutto, non comprendo la tua distinzione tra “comandamenti” e mitzvòt”, termine che in ebraico significa proprio “comandamenti”, ed esattamente i precetti emanati dal Creatore e contenuti nella Torah. Il Decalogo non è un’entità a sé stante, ma fa parte integrante del Pentateuco, per cui ebraicamente non ha senso distinguere tra i “comandamenti” del Decalogo ed i precetti della Torah, trattandosi in entrambi i casi di mitzvòt; se leggi il “Sefer HaMitzvòt" di Rambam, che analizza i 613 precetti contenuti nella Torah, troverai anche i “comandamenti” specificamente prescritti nel Decalogo.

    Questo tuo approccio, in forza del quale per “comandamenti” intendi soprattutto il Decalogo, mi sembra parecchio influenzato dalla teologia cristiana.

    “Noi noachidi invece una lista di Mitzvot non ce la siamo mai fatta”

    Ecco un’altra tua affermazione che trovo incomprensibile. Secondo la Torah le mitzvòt non sono norme giuridiche frutto della potestà legislativa di un Parlamento, ma precetti emanati dal Creatore dell’universo, che riveste anche lo status di “Elohim”, ossia “Legislatore Supremo”. Come potrebbero gli organi statuali delle Nazioni promulgare delle mitzvòt? Neanche il Grande Sinedrio, se esistesse, potrebbe farlo in terra d’Israele. Stai facendo confusione tra l’ambito del diritto umano e la Legislazione Divina.

    La tradizione ebraica insegna che i Comandamenti Noachidi non derivano dal Decalogo, bensì, come lo stesso termine noachide indica , dall’alleanza che HaShem stipulò con Noè e la sua famiglia dopo la fine del Diluvio; alcuni di questi precetti, come la proibizione dell’omicidio, sono direttamente individuabili dalla lettura del passo di Genesi, 9,1-19, che parla proprio di tale patto; altri vengono desunti da una interpretazione sistematica della Torah: ad esempio, i divieti di rapporto omosessuale maschile, adulterio, incesto e zoofilia non sono riportati nel predetto passo della Genesi, ma sono considerati parte integrante della Legislazione Noachide, in quanto contenute nel capitolo 18 del Levitico, dove HaShem dice anche (versetti 24-28) “ Non vi contaminate con nessuna di queste cose ( i divieti sessuali che ho sinteticamente indicato in precedenza, n.d.r.); poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per cacciare davanti a voi. Il paese ne è stato contaminato; per questo io punirò la sua iniquità; il paese vomiterà i suoi abitanti. Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, e non commetterete nessuna di queste cose abominevoli: né colui che è nativo del paese, né lo straniero che abita in mezzo a voi. Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi, e il paese ne è stato contaminato. Badate che, se contaminate il paese, esso non vi vomiti come ha vomitato le nazioni che vi stavano prima di voi.” Il ragionamento logico applicato dai Maestri d’Israele è che se HaShem condanna le nazioni cananee, appartenenti alla gentilità, per aver praticato queste condotte, le aveva evidentemente già vietate nell’alleanza noachide, altrimenti tali popolazioni non sarebbero state responsabili di alcuna trasgressione (“Nullum crimen, nulla poena sine lege”).

    Vi sono somiglianze tra i Precetti Noachidi e il Decalogo? E’ normale, trattandosi di norme di portata molto generale ed afferenti alla tutela di beni primari, emesse in entrambe i casi dal Legislatore Supremo; ma è una somiglianza solo parziale, in tema di condotta sessuale ad esempio vi è in comune solo il divieto di adulterio, e comunque, ripeto, le circostanze temporali, di luogo e di destinatari delle rispettive rivelazioni sono totalmente diverse (patto con l’intera umanità tramite Noè dopo il Diluvio; alleanza con i figli D’Israele tramite Mosè presso il Sinai).

    Mi chiedo: ma se i divieti noachidi in materia sessuale sono dedotti in base ad un’esegesi ragionata di Levitico 18, il comandamento di generare figli, che HaShem dà a Noè e ai suoi figli come esplicitamente scritto in Genesi, versetti 1 e 7 del capitolo 9, non dovrebbe a fortiori far parte dei Precetti Noachidi?
     
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  4. yes yes
     
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    Questo tuo approccio, in forza del quale per “comandamenti” intendi soprattutto il Decalogo, mi sembra parecchio influenzato dalla teologia cristiana.

    Si probabilmente su ciò hai ragione, non rendendomene conto commetto questo errore.

    Adesso mi è chiaro il motivo della domanda che poni. Non avevo compreso da cosa nascesse.
    Non mi resta che attendere un chiarimento, e a questo punto sono curioso anche io.
     
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    Le mitzvot sono 613, e sono ispirare dalla Torah, ma sono redatte dagli umani.

    Maimonide stesso produsse una delle liste di mitzvot più famose; mitzvot che dunque, per quanto basate o contenute nel testo, richiedono comunque la stesura e la loro codifica da parte dell'uomo.
    Non a caso esistono liste halakhiche differenti fra loro, benché il numero debba essere sempre lo stesso.

    Il decalogo non è tanto "comandamenti" quanto "parole" (עשרת הדיברות) e le 7 leggi di Noach sono proprio parallele ad esso; quindi non sorprende come non ci sia esplicitamente menzione dell'essere fecondi, secondo me.

    Shabbat Shalom :)
     
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    CITAZIONE (LvBv1983 @ 17/11/2017, 22:16) 
    Le mitzvot sono 613, e sono ispirare dalla Torah, ma sono redatte dagli umani.

    Maimonide stesso produsse una delle liste di mitzvot più famose; mitzvot che dunque, per quanto basate o contenute nel testo, richiedono comunque la stesura e la loro codifica da parte dell'uomo.
    Non a caso esistono liste halakhiche differenti fra loro, benché il numero debba essere sempre lo stesso.

    Il decalogo non è tanto "comandamenti" quanto "parole" (עשרת הדיברות) e le 7 leggi di Noach sono proprio parallele ad esso; quindi non sorprende come non ci sia esplicitamente menzione dell'essere fecondi, secondo me.

    Shabbat Shalom :)

    Caro LvBv1983,

    Non condivido la tua impostazione, che ovviamente rispetto :D :D :D

    E' vero che parliamo di "Decalogo" proprio perché il testo ebraico parla in questo caso di "parole", ma se vai a leggere il contenuto dello stesso ti trovi di fronte a dei precisi comandamenti, come ad esempio "Non commettere adulterio", "Non rubare" ecc. ecc..Non vedo una differenza strutturale tra queste prescrizioni e quelle contenute nel resto del Pentateuco, tanto è vero che proprio nel Sèfer haMitzvòt" di Rambam troviamo dei precetti tratti dal Decalogo:a titolo esemplificativo, rilevo che i primi due precetti negativi ivi elencati sono: Non credere che esista alcuna divinità oltre HaShem, connesso ad Esodo 20,3 ( "Non avrai altri dèì al mio cospetto");non realizzare immagini scolpite , riferito ad Esodo 20,4 ( "Non ti farai scultura...").

    Ora, non vedo esattamente un parallelismo tra il Decalogo e Le Leggi Noachidi, poiché nel Decalogo i precetti sono ben individuati nel testo scritto, mentre quelli noachidi sono almeno in parte individuati,come ho evidenziato in precedenza relativamente ai divieti sessuali, in base ad uno studio sistematico della Torah ,e non semplicemente leggendo il passo della Genesi dove il Creatore stabilisce un'alleanza con Noè e la sua famiglia; a questi ultimi tuttavia HaShem prescrive,proprio in tale passo, di essere fecondi e di moltiplicarsi, confermando quello che è il primo comandamento dato all'umanità in Genesi 1,28.Tuttavia, benché il precetto della procreazione compaia per due volte nel Pentateuco, ed in entrambi i casi rivolto non specificamente ai figli d'Israele bensì all'intero genere umano ( prima da Adamo ed Eva, poi alla famiglia di Noè),tale comandamento è dalla tradizione ebraica considerato vincolante soltanto per gli Ebrei di sesso maschile: è questo che non riesco a comprendere; suppongo che la questione sia stata trattata dai Maestri.
     
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    Il parallelismo non è letterale, ma di "uso".
    Così come il Decalogo sintetizza 10 importantissimi comandi (leggi), così i Maestri riassunsero 7 punti cardini fondamentali per strutturare le Leggi noachidi

    CITAZIONE
    tale comandamento è dalla tradizione ebraica considerato vincolante soltanto per gli Ebrei di sesso maschile: è questo che non riesco a comprendere; suppongo che la questione sia stata trattata dai Maestri

    Qui mi associo alla tua richiesta di consulenza :D
    Shalom eheh
     
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  8. yes yes
     
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    Solo per ragionare un attimo:
    vedo nel decalogo e nelle leggi noachidi una griglia essenziale,
    nelle mitzvot vi sono anche le specifiche.
    Per esempio per il comportamento sessuale vi è l'elenco delle realzioni proibite,
    per il non rubare sono citate, se non ricordo male, diverse situazioni, come non possedere pesi e misure alterati ed imprecisi (per il commercio), e così via.
    La maggior parte delle infazioni del decalogo portano dritto in giudizio, sono materia di giurisprudenza, mentre non tutti i precetti delle mitzvot lo sono altrettanto, allo stesso modo molte di esse sono il modo in cui ottemperare una sola legge del decalogo.

    Faccio caso che nelle leggi noachidi ve ne è una non presente nel decalogo, perchè implicita, ovvero il costituire giusti tribunali, un invito ad istituire un sistema giuridico e giudiziario, per giunta giusto.
    Cosa che per l'ebraismo era implicita, era implicito che il decalogo avesse tale funzione (magari sbaglio ma mi appare così), e quel costituire giusti tribunali espresso nelle leggi noachidi mi rende equiparabili queste al decalogo in questo senso.

    Il "prolificate e moltiplicatevi" mi riesce difficile vederlo come "legge", mi appare più una sorta di benedizione, di esortazione, ma neanche, un dire ciò che inevitabilmente implicitamente sarà, il modo in cui di fatto sono state fatte le cose (una categoria di 'legge' diversa, iscritta in natura, un po' come la forza di gravità, d'altro canto si sono moltiplicati tutti i popoli pur senza esserne stati comandati). Comunque sarebbe un precetto positivo.

    Se lo trasponiamo sul piano giuridico, beh, allora Sara era sterile, non la possiamo portare in giudizio perchè non procrea.

    Quindi se è vero che la categoria delle mitzvot contiene anche il decalogo, non è vero l'inverso. Inserire nel decalogo e nelle leggi noachidi il procreate e moltiplicatevi sarebbe stato inserirvi una norma di diverso genere rispetto a quelle che intende trattare.
    Lo stesso per le leggi noachidi.

    "per gli ebrei di sesso maschile":
    mi sembra naturale che sia inserito come precetto per il sesso maschile.
    La donna ha delle limitazioni fisiche che l'uomo non ha, procreare comporta una gravidanza, un parto, un allattamento, uno svezzamento, la donna ha dei limiti fisici, potrebbe poter fare anche solo un figlio o nessuno.
    Inoltre sia lei che i suoi figli dipendono dal marito per il proprio sostentamento.

    Diverso è per l'uomo in una società che un tempo prevedeva anche una certa percentuale di poligamia (in verità esattamente come anche tutte le altre), ed altre regole (come sposare la moglie del fratello defunto che non avesse ancora avuto figli affinchè potesse averne, se non ricordo male).

    Quindi è guardando il tipo di norme che faccio questo ragionamento, non il fatto che sono tutte leggi di D.o (così le si appiattiscono, non sono tutte uguali e non sono trattabili tutte allo stesso modo in un tribunale nè tutte conducono lì), e neppure come sono ricavate (dal testo biblico tutte ma non tutte date a Mosheh sul Sinai e mi riesce difficile pensare che il fatto non sia rilevante).

    Dal momento che ne viene fuori una giurisprudenza applicata - là dove è il caso - in un tribunale, non posso appiattire tutto.
    E a me appare che nell'ebraismo l'elaborazione degli sbocchi giuridici sia un fattore determinante (tutte 'leggi' di D.o, ok, ma non significa 'tutte uguali' e da trattare allo stesso modo da parte della giurisprudenza).
    Tuttavia il senso del "costituire giusti tribunali" specificato nelle leggi noachidi, le rende argomento di giurisprudenza, e in tal modo le equipara al decalogo.

    Un precetto positivo può essere che ciascuno lo debba e possa osservare secondo le proprie possibilità, così vi sarà chi scrive un solo sefer torah e chi ne scrive di più, chi riuscirà ad avere un solo figlio e chi molti.

    Mentre questo non può essere applicato al 'non assassinare', che è legge di grado diverso, e proibizione, non precetto positivo.
    Nel decalogo e nelle leggi noachidi sono quasi tutte proibizioni, è positivo solo l'enunciato del riconoscimento del D.o unico (le mtizvot mi pare contengano anche precetti positivi invece, poi ricontrollo).

    Questo è un po' il ragionamento che avevo fatto, giusto o sbagliato che sia.

    Edited by yes yes - 20/11/2017, 11:03
     
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    CITAZIONE (yes yes @ 20/11/2017, 10:47) 
    Solo per ragionare un attimo:
    vedo nel decalogo e nelle leggi noachidi una griglia essenziale,
    nelle mitzvot vi sono anche le specifiche.
    Per esempio per il comportamento sessuale vi è l'elenco delle realzioni proibite,
    per il non rubare sono citate, se non ricordo male, diverse situazioni, come non possedere pesi e misure alterati ed imprecisi (per il commercio), e così via.
    La maggior parte delle infazioni del decalogo portano dritto in giudizio, sono materia di giurisprudenza, mentre non tutti i precetti delle mitzvot lo sono altrettanto, allo stesso modo molte di esse sono il modo in cui ottemperare una sola legge del decalogo.

    Faccio caso che nelle leggi noachidi ve ne è una non presente nel decalogo, perchè implicita, ovvero il costituire giusti tribunali, un invito ad istituire un sistema giuridico e giudiziario, per giunta giusto.
    Cosa che per l'ebraismo era implicita, era implicito che il decalogo avesse tale funzione (magari sbaglio ma mi appare così), e quel costituire giusti tribunali espresso nelle leggi noachidi mi rende equiparabili queste al decalogo in questo senso.

    Il "prolificate e moltiplicatevi" mi riesce difficile vederlo come "legge", mi appare più una sorta di benedizione, di esortazione, ma neanche, un dire ciò che inevitabilmente implicitamente sarà, il modo in cui di fatto sono state fatte le cose (una categoria di 'legge' diversa, iscritta in natura, un po' come la forza di gravità, d'altro canto si sono moltiplicati tutti i popoli pur senza esserne stati comandati). Comunque sarebbe un precetto positivo.

    Se lo trasponiamo sul piano giuridico, beh, allora Sara era sterile, non la possiamo portare in giudizio perchè non procrea.

    Quindi se è vero che la categoria delle mitzvot contiene anche il decalogo, non è vero l'inverso. Inserire nel decalogo e nelle leggi noachidi il procreate e moltiplicatevi sarebbe stato inserirvi una norma di diverso genere rispetto a quelle che intende trattare.
    Lo stesso per le leggi noachidi.

    "per gli ebrei di sesso maschile":
    mi sembra naturale che sia inserito come precetto per il sesso maschile.
    La donna ha delle limitazioni fisiche che l'uomo non ha, procreare comporta una gravidanza, un parto, un allattamento, uno svezzamento, la donna ha dei limiti fisici, potrebbe poter fare anche solo un figlio o nessuno.
    Inoltre sia lei che i suoi figli dipendono dal marito per il proprio sostentamento.

    Diverso è per l'uomo in una società che un tempo prevedeva anche una certa percentuale di poligamia (in verità esattamente come anche tutte le altre), ed altre regole (come sposare la moglie del fratello defunto che non avesse ancora avuto figli affinchè potesse averne, se non ricordo male).

    Quindi è guardando il tipo di norme che faccio questo ragionamento, non il fatto che sono tutte leggi di D.o (così le si appiattiscono, non sono tutte uguali e non sono trattabili tutte allo stesso modo in un tribunale nè tutte conducono lì), e neppure come sono ricavate (dal testo biblico tutte ma non tutte date a Mosheh sul Sinai e mi riesce difficile pensare che il fatto non sia rilevante).

    Dal momento che ne viene fuori una giurisprudenza applicata - là dove è il caso - in un tribunale, non posso appiattire tutto.
    E a me appare che nell'ebraismo l'elaborazione degli sbocchi giuridici sia un fattore determinante (tutte 'leggi' di D.o, ok, ma non significa 'tutte uguali' e da trattare allo stesso modo da parte della giurisprudenza).
    Tuttavia il senso del "costituire giusti tribunali" specificato nelle leggi noachidi, le rende argomento di giurisprudenza, e in tal modo le equipara al decalogo.

    Un precetto positivo può essere che ciascuno lo debba e possa osservare secondo le proprie possibilità, così vi sarà chi scrive un solo sefer torah e chi ne scrive di più, chi riuscirà ad avere un solo figlio e chi molti.

    Mentre questo non può essere applicato al 'non assassinare', che è legge di grado diverso, e proibizione, non precetto positivo.
    Nel decalogo e nelle leggi noachidi sono quasi tutte proibizioni, è positivo solo l'enunciato del riconoscimento del D.o unico (le mtizvot mi pare contengano anche precetti positivi invece, poi ricontrollo).

    Questo è un po' il ragionamento che avevo fatto, giusto o sbagliato che sia.

    E’ interessante la tua distinzione tra comandamenti che presentano le caratteristiche strutturali della norma giuridica ( precetto+ sanzione in caso di violazione dello stesso) , e comandamenti che non rivestono, almeno a prima vista, tale natura, non essendo esplicitata la sanzione in caso di violazione. Tuttavia, osservo che nel Decalogo vi è almeno un comandamento ( con la possibilità di un secondo per quanto concerne l’onore verso i genitori) che non sembra presentare una veste esattamente giuridica: il decimo precetto, quello di non concupire la moglie né la roba altrui ,non mi sembra possa essere oggetto di un intervento della magistratura in caso di sua violazione, a meno che l’inosservanza non sia da intendersi esistente in caso di un vero e proprio “tentativo di impossessamento” di ciò che appartiene al prossimo ( ma non mi sembra che sia questa l’esegesi data dalla tradizione ebraica).

    Esistono poi dei precetti del Pentateuco che non prevedono una sanzione umana, ma quella divina del “Kareth”,variamente interpretata dai Maestri. Non è quindi esatto affermare tout court che solo le norme propriamente giuridiche della Torah prevedano una sanzione, benché la pena del Hareth non possa essere comminata da un tribunale terreno ma soltanto da HaShem, “Giudice e Legislatore Supremo” .

    Non sono inoltre d’accordo sul fatto che il precetto di procreare manchi di una connotazione giuridica secondo la Legge Ebraica.

    In uno dei più autorevoli codici di Halakhah, lo Shulchan Arukh redatto da Maràn Yosef Karo , leggiamo infatti (Trattato Even ha-Ezer capitolo 1 intitolato “Le leggi in merito al comandamento di essere fecondi e moltiplicarsi , e sul dovere di non rimanere senza una donna”):


    Paragrafo 1 - Ogni uomo è obbligato a sposare una donna per essere fecondo e moltiplicarsi, e chiunque non si impegni a moltiplicarsi e ad essere fecondo è come se versasse sangue e deturpasse il proprio aspetto , e fa inoltre sì che la presenza divina si allontani da Israele. ( V. comunque l’eccezione di cui al paragrafo 4 : Colui che trascorre tutta la sua intera vita assorbito dallo studio della Torah come rav Shimon Ben Azzai ,e non ha sposato una donna, non è considerato un peccatore);

    Paragrafo 3 - Spetta ad ogni uomo sposare una donna (…). Se (l’uomo) supera i 20 anni senza prendere moglie, o se un uomo non vuole sposarsi trascorsi 20 anni (dalla sua nascita), i tribunali possono costringerlo a sposarsi per soddisfare la mitzvah di essere fecondo e moltiplicarsi. Quali sono i motivi legittimi che possono ritardare il matrimonio? Se l’uomo è impegnato con la Torah, o se sposarsi gli è troppo gravoso ,e pertanto e teme di sposare una donna per non essere gravato dal suo sostentamento così da non fallire nell’adempimento della Torah, è permesso ritardare.

    Come vedi, l’Halakhah prevede esplicitamente che il rifiuto per un ebreo maschio di contrarre matrimonio legittima un ordine coattivo in tal senso emesso dall’Autorità Giudiziaria: parliamo quindi di una norma giuridica, non di una semplice benedizione; ribadisco altresì che fondamento scritturale di tale comandamento è Genesi 1,28, dove la prescrizione non viene data al popolo d’Israele, ma ad Adamo ed Eva, i capostipiti del genere umano (28- Il Legislatore Supremo li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”); il precetto è viepiù ripetuto in Genesi 9,1 e 7 ,ed anche qui i destinatari non sono gli ascendenti di Israele ma quelli dell’intera umanità, e cioè la famiglia di Noè:

    Genesi 9

    -1 Il Legislatore Supremo benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra.(…)-7 “E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela”
     
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    Uhm, nella prossima vita sarò molto impegnato con lo studio di molta Torah :)
    Scherzi a parte, interessanti anche per me tutte le cose di cui mi porti a conoscenza. Dovrei andare oltre sulle questioni giuridiche. Mi sono fermato e come vedi me la sono aggiustata a modo mio facendomi un mio schema (provvisorio però!) inesatto. Grazie per le info.
     
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    CITAZIONE (yes yes @ 20/11/2017, 17:00) 
    Uhm, nella prossima vita sarò molto impegnato con lo studio di molta Torah :)
    Scherzi a parte, interessanti anche per me tutte le cose di cui mi porti a conoscenza. Dovrei andare oltre sulle questioni giuridiche. Mi sono fermato e come vedi me la sono aggiustata a modo mio facendomi un mio schema (provvisorio però!) inesatto. Grazie per le info.

    Figurati,è un piacere.Qui siamo tutti per imparare, a cominciare dal sottoscritto! :D
     
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    Ho consultato le fonti accessibili in lingua inglese, ed ho trovato la risposta al mio quesito, precisamente nel Talmud- Sanhedrin 59b 3-6, del quale riporto la traduzione effettuata dal testo inglese:

    La Gemara chiede: Ma non c'è (per i Gentili, n.d.r.) la mitzvah della procreazione, che è stata affermata riguardo ai discendenti di Noè? Come è scritto: "E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, spargetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa" (Genesi 9: 7). Ciò è stato ripetuto al Sinai, nel versetto: "Vai a dire loro: Ritornate alle vostre tende" (Deuteronomio 5:26), quando agli uomini ebrei fu comandato di riprendere i rapporti coniugali con le rispettive mogli dopo essere stato comandato di separarsi dalle stesse in preparazione per la consegna della Torah. Tuttavia, la mitzvah della procreazione è stata dichiarata (obbligatoria, n.d.r.) per il popolo ebraico e non per i discendenti di Noè.

    La Gemara risponde: quel versetto dichiarato al Sinai (Detuteronomio 5:26, n.d.r.) non è necessario per la mitzvah stessa, ma piuttosto serve ad insegnare un'altra halakhah: che qualsiasi condotta sia stata proibita da un atto ufficiale del Sinedrio richiede un altro atto per permetterla (nuovamente, n.d.r.). Anche se una proibizione rabbinica non è più rilevante, non viene automaticamente cancellata, ma piuttosto è necessaria una sentenza speciale per annullarla. Quanto detto deriva quindi dal fatto secondo cui fosse necessario che il Legislatore Supremo emettesse un decreto (Deuteronomio 5:26) al fine di annullare specificamente il divieto che era stato emanato prima della consegna della Torah.

    La Gemara chiede: Se è così possiamo dire, riguardo a ciascuna delle sette mitzvot noachidi, che le stesse sono state ripetute (al Sinai, n.d.r.) a causa di una prescrizione aggiuntiva che la Torah insegna, e che (pertanto, n.d.r.) i discendenti di Noè sono esentati da tutte queste (prescrizioni aggiuntive, n.d.r.).

    La Gemara risponde che questo è ciò che il rabbino Yosei, figlio di Rabbi Ḥanina, sta affermando: Dopo aver ordinato una proibizione nei confronti dei discendenti di Noè, perché ho bisogno della Torah per ripetere la proibizione stessa per il popolo ebraico? Se l'unico scopo è insegnare una halakhah aggiuntiva, non è necessario ripeterlo sotto forma di divieto, ad es. "Non uccidere ... non commettere adulterio" (Esodo 20:13). Pertanto, proprio dal fatto che una proibizione venga interamente ripetuta (prima del Sinai e presso il Sinai, n.d.r.), e non solo (limitatamente a, n.d.r.) i nuovi dettagli, si comprende che (una proibizione con tali caratteristiche, n.d.r.) si applica sia agli Ebrei che ai discendenti di Noè.
     
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    Il Talmud è davvero incredibile
     
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    CITAZIONE (LvBv1983 @ 27/11/2017, 11:18) 
    Il Talmud è davvero incredibile

    Concordo pienamente: un'esegesi di eccezionale levatura logico-giuridica :D :D :D
     
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