AT Esodo 24,10

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  1. gamma
     
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    Innanzitutto buona sera e grazie per avermi accolto nel Vostro sito.

    Vorrei avere un'interpretazione e una spiegazione del seguente versetto del libro dell'Esodo così riportato nella traduzione della Sacra Bibbia:

    "Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso."

    Grazie infinite a chi può darmi un'interpretazione più letterale possibile legata a questa traduzione.

    Gamma
     
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    אילון

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    CITAZIONE (gamma @ 6/12/2016, 01:09) 
    Innanzitutto buona sera e grazie per avermi accolto nel Vostro sito.

    Vorrei avere un'interpretazione e una spiegazione del seguente versetto del libro dell'Esodo così riportato nella traduzione della Sacra Bibbia:

    "Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso."

    Grazie infinite a chi può darmi un'interpretazione più letterale possibile legata a questa traduzione.

    Gamma

    Letterale? Allora cambia letture.

    Maimonide:
    Dei misteri della creazione, da uno stile diffìcile e a volte perfino oscuro. Sembrava quasi che la divina provvidenza si impegnasse deliberatamente a complicarne i discorsi. Se è così quando ci sono in ballo delle semplici verità fìsiche, immaginate di quali precauzioni è necessario circondarsi quando si deve parlare della stessa essenza divina!
    Maimonide citò un ulteriore esempio, che ritroviamo in un altro capitolo della Guida dei perplessi: di fronte a un impaziente Joseph, il Maestro enuncia, irremovibile, il seguente paradigma: se si risvegliasse un uomo dal sonno più profondo e gli si dicesse: sto per rivelarti tutti i segreti dell'essere, lutti i misteri della natura, presto conoscerai quello che nessuno ha, fino ad oggi, conosciuto! Come reagirà quest'individuo, appena strappato a un profondo sonno? Manifesterà un vivo interesse per ciò che gli è stato promesso; pretenderà di sapere tutto, di conoscere tutto, avendone noi risvegliata la curiosità... Ma se, prosegue Maimonide, gli dicessimo che è necessario da parte sua fare uno sforzo, studiare qualche scienza propedeutica, in breve, dedicarci un po' del suo tempo, la sua reazione sarebbe immediata: si scoraggerebbe subito e rifiuterebbe di impegnarsi seriamente. Questa è la natura umana, concluse Maimonide, e la difficoltà intrinseca dei soggetti in esame impedisce che si inizi lo studio dalla metafisica. Prima di poter affrontare con qualche frutto i misteri della metafisica, bisogna aver studiato la matematica, le basi della logica, le nozioni fodamentali della fìsica.

    Joseph ricordava anche di essere rimasto molto impressionato quando Maimonide aveva evocato davanti a lui il caso dei settanta anziani di Israele (Esodo 24,11) che avevano avuto una falsa visione eli Dio. In effetti, le Scritture riferiscono che gli anziani avevano «mangiato e bevuto» dopo aver «visto» il Signore di Israele. Come avevano potuto dedicarsi ai piaceri materiali dopo una simile visione? La risposta è che gli anziani non avevano avuto una percezione reale di Dio e il loro scacco si spiegava, secondo Maimonide, con un'insufficiente preparazione. Se avessero rispettato l'ordine degli studi, o se avessero semplicemente imitato la modestia di Mosè di cui ci e detto che: «si velò il viso, poiché aveva paura di guardare verso Dio» (Es 3,6), non sarebbero mai incorsi in una simile disavventura: una sana conoscenza della metafisica avrebbe loro aperto gli occhi sull'incorporeità di Dio. Che cosa ci è detto invece, con molta esattezza, sul loro conto? «Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso» (Es 24.10). Come si possono attribuire dei «piedi» a Dio, si chiese Maimonide? Il fatto di ignorare che il Signore è necessariamente un essere trascendente la materia e le sue forme, non costituiva un grave difetto per l'elite di Israele?
    Maimonide si allontanò quindi momentaneamente dal campo della pura spe-

    per compiere un'incursione in quello della psicologia. In alcuni capitoli (dal 31 al 34) della Guida dei perplessi, sono esposte le difficoltà che si oppongono a un'acquisizione diretta e immediata della verità. In primo luogo, vengono ricordati i limiti dell'intelletto umano: l'uomo non è uno spirito disincarnato né può giovarsi di una potenza intellettuale senza limiti, ma deve procedere dal noto all'ignoto e dal semplice al complesso. Anche le sue capacità sono detcrminate. D'altra parte, esistono tre cause, citate da uno dei più antichi commentatori di Aristotele, Alessandro di Afrodisia, e riprese da Maimonide nel suo libro (parte prima, capitolo 31), che spiegano l'ineguaglianza degli spiriti di fronte alle verità metafisiche: 1 ) la vanità di ciascuno, 2) la sottigliezza della materia in esame e 3 ) l'ignoranza più o meno profonda degli aspiranti filosofi.
    Preoccupato di trovare sempre delle referenze scritturali alle proprie opinioni filosofiche, Maimonide citò a Joseph vari versetti biblici che raccomandavano prudenza e ponderatezza nell'affrontare lo studio dei misteri di Dio e della creazione. Quando si fissa una grande luce troppo a lungo, gli disse, la vista finisce per indebolirsi, anche se all'inizio era perfetta. Così, un uomo robusto che cercasse di sollevare un peso troppo grande finirebbe per danneggiare la propria salute, credendo invece di aumentarne la resistenza. Le Scritture preferiscono servirsi di
    un'altra allegoria, quella del miele: «Se hai trovato il miele, mangiane quanto ti basta, per non esserne nauseato e poi vomitarlo» <Prv 25,16). Maimonide assimila il miele a una scienza perfetta e sottolinea che le Scritture non dicono «te ne disgu-un'altra allegoria, quella del miele: «Se hai trovalo il miele, mangiane quanto ti basta, per non esserne nauseato e poi vomitarlo» <Prv 25,16). Maimonide assimila il miele a una scienza perfetta e sottolinea che le Scritture non dicono «te ne disgusterai», bensì «lo vomiterai», volendo significare che neppure la quantità che sarebbe stato ragionevole assumere verrà assimilata dall'organismo di chi ne avrà abusato. Anche Qoelet ammonisce (7,16) chi si dedica troppo alla ricerca della saggezza: «Non esser troppo scrupoloso, né saggio oltre misura. Perché vuoi rovinarti?». Il Siracide (3,21-22) non dice forse: «Non cercare le cose troppo difficili per te, non indagare le cose per te troppo grandi, bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose»?
    Alla fine del capitolo 32 della prima parte della Guida dei perplessi, Maimonide sente il bisogno di precisare meglio l'essenza del suo pensiero: non si tratta, afferma, di diffidare della speculazione degli uomini né di «chiuderle completamente la porta»; il suo scopo e solo quello di rammentare i suoi limiti, che non bisogna mai oltrepassare.
    Lo spirito umano progredisce; per farsi meglio comprendere da Joseph, Maimonide si servì ancora una volta di uno di quei paragoni suggestivi che gli erano tanto cari: la carne e il vino sono un alimento e una bevanda particolarmente benefìci per l'uomo. Ma se li facessimo ingerire a un neonato, lo uccideremmo senz'altro, perché il suo organismo non è ancora in grado di digerirli. Lo stesso accade con la metafìsica e il suo studio: essa rappresenta senza dubbio il punto centrale del destino dell'uomo, ma non di ogni uomo! Bisogna essersi preparati a lungo, per essere in grado di fornire l'impegno necessario e saperne poi trarre profitto.
    Dopo questa serie di avvertimenti, si giunge al capitolo 34, in cui Maimonide riassume tutte le sue idee riguardanti l'insegnamento della metafisica; questo capitolo riveste un'importanza cruciale, perché completa la metodologia dell'autore: le ragioni che determinano la rigida separazione tra le masse e Velile sono, secondo Maimonide, cinque. Per illustrare la prima, Maimonide si serve ancora una volta dell'allegoria dell'acqua, simbolo della scienza e della saggezza: solo l'esperto nuotatore è capace di immergersi sul fondo dell'oceano per raccogliervi le perle. La verità non e mai facile da afferrare, e per sua natura intrinsecamente difficile. In secondo luogo, vi è il carattere progressivo dello spirito umano, come abbiamo già detto: l'uomo deve passare dalla potenza all'atto. Questo significa che, pur avendo dentro di sé la capacità di apprendere e di conoscere, questa facoltà deve essere realizzata e attualizzata, cosa che richiede un certo tempo e una certa fatica. Giobbe (32,9) non dice infatti «non sono i molti anni a dar la sapienza, né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto»? In terzo luogo, vi è, come abbiamo detto, la lunghezza degli studi preparatori: gli uomini si scoraggiano e rinunciano all'impresa molto prima di essere giunti in vista della meta! Le ultime due ragioni che sconsigliano di iniziare l'insegnamento con lo studio della metafisica dipendono al tempo stesso dalla natura dell'uomo e dalla sua vita quotidiana: in ciascuno di noi esiste un'armonia più o meno stabile tra le facoltà psicologiche e quelle intellettuali. Dal loro dosaggio dipende l'equilibrio perfetto o imperfetto di ogni individuo. Non si possono trascurare, infine, le difficoltà della vita quotidiana: la necessità di assicurarsi i mezzi di sostentamento e gli impegni familiari rappresentano altrettanti ostacoli che bisogna superare se ci si vuole dedicare in modo efficace alla speculazione.
     
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  3. gamma
     
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    Carissimo Ayalon,
    ti ringrazio per la tua saggia risposta e mi scuso per l'infelice uso dell' espressione "letterale" da me utilizzata.
    Un abbraccio,
    gamma
     
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    Rilancio questo post secondo me e una cosa che può.essere.utile.
    Questo versetto e.come.uno spartiacque.
    letteralmente uno lo traduce con d.io-legislatore con i piedi su lastre di eccetera.
    Uno può discutere chi e il.soggetto .se i.piedile e le lastre sono allegorici o o mmeno.
    Ma.prima.e dopo questo versetto.ci.sono capitoli e.capitoli di.disposizioni precise.fornite.in.vari campi.
    Norme di comportamento.indicazioni urbanistiche architettoniche metallurgiche rituali tessili anatomiche precisissime.
    Centinaia e centinaia di dettami.
    Questi versetti non sono.famosi.non.hanno controversie.sule traduzioni a parte su efod .cherubini e un paio.di componenti di pettorali.ma sono una goccia nel mare.
    Mezzo.esodo anche di più e cosi.
    Su questo.dobbiamo secondo me concentrarci. Sul senso e l interpretazione di.questa immensa parte di traduzione senza problemi.
     
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3 replies since 6/12/2016, 01:09   205 views
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