il serpente della genesi

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  1. Negev
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 9/8/2017, 23:18) 
    Grazie Negev, e' corretto dire che per arrivare alla trasgressione lo yetzer hara ,la natura primitiva dell'uomo contemporaneamente spinge l'uomo a non volere essere comandato e a credere che il castigo che Dio gli promette sia tutto un bluff?
    Dico cosi perché in fondo il serpente fa anche questo, smentisce Dio
    L'uomo arriva alla decisione di mangiare il frutto, oltre al fatto che e' attirato da esso, perché si autoconvince che Dio abbia qualcosa da nascondere, menta, e arriva alla conclusione (secondo me errata) che alla fine avra' piu' vantaggi che svantaggi (oppure solo vantaggi)
    Non ci dice cosi il racconto?
    (ps. Scusa se faccio tante domande.
    In realta' non faccio altro che prendere le definizioni che mi date, poi vado nel testo e le sostituisco al termine in questione (ad es. serpente) e vedo se tutto funziona.)

    Prendiamo, per comprendere, il termine nachash, serpente.
    Il suo comportamento (del serpente, in questo caso della natura primimitva dell'essere mano, da lui simboleggiata) è da riferire al verbo lenachesh che è della stessa radice di nachash e vuol dire "tirare ad indovinare", "ingannare" o anche creare delle illusioni. Vedi ad esempio Genesi 44-5, in cui il verbo di radice nachash vene adoperato in tal senso (non è quella la coppa con la quale il mio signore trae presagi? "nachesh iennachesh").
    Che cosa accade? La donna ha un desiderio fortissimo di assaggiare il frutto, ma la norma le impone di non farlo.
    A questo punto, il suo yetzer harà mette in opera tutta una serie di ragionamenti, atti ad aggiustare le cose a sua giustificazione. Non si tratta tanto del desiderio di disconoscere Dio o di non sottostare al suo comando, quanto di trovare una giustificazione valida che permetta di superare lo sbarramento imposto, in maniera più o meno razionale.
    Quindi in definitiva si tratta di ragionamenti dell'essere umano con se stesso: è un dibattito tra il desiderio di avere una cosa, l'obbligo morale di resistere e il risultato finale che è quello che si conosce, con la vittoria dello yetzer harà sullo yetzer hatov.

    Vedere anche Numeri 23,23 dalla traduzione di Diodati
    "Non vi è incantamento (nachash) in Giacobbe.
    Anche in questo caso con nachash si intende il creare illusioni o false verità.
    Sono le auto-illusioni e le auto-giustificazioni che l'uomo mette in opera per convincersi di qualcosa.
    Quindi nel caso di Eva, è il tipo di ragionamento che è ingannevole ed è volto a trovare una scappatoia o una spiegazione che la giustifichi a prendere il frutto.
     
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195 replies since 5/10/2016, 19:56   8393 views
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