Natan e il Rabbino Rami Levy –

prima parte della testimonianza circa la fine dei tempi, riportata da un quindicenne che ha sperimentato la morte clinica.

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    אילון

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    Ragazzo muore e torna in vita per parlarci del Giudizio e degli avvenimenti futuri
    Natan e il Rabbino Rami Levy sottotitoli in italiano – prima parte della testimonianza circa la fine dei tempi, riportata da un quindicenne che ha sperimentato la morte clinica.

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  2. Duenda
     
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    Una clinica psichiatrica no? Quello che ha vissuto sto ragazzo si chiama dissociazione, poi qualcuno ci ha marciato sopra, a mio umile parere.

    Shalom

    Edited by Duenda - 7/5/2016, 03:46
     
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    Sono curioso Aialon, cosa ne pensi e cosa ne pensano gli altri utenti ebrei del forum?
     
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    אילון

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    CITAZIONE (Akrio @ 6/5/2016, 12:15) 
    Sono curioso Aialon, cosa ne pensi e cosa ne pensano gli altri utenti ebrei del forum?

    Sono infiniti gli episodi del genere che vengono riportati in tutte le civiltà e tutte le religioni.
    E spesso i racconti hanno attinenza alla propria religione.
    La "realtà" che vediamo e tocchiamo è un'illusione, quando il mentale si separa del fisico si entra in un'altra realtà, illusoria e reale come questa...poi il discorso continua con un'infinità di variabili logiche.
    Quello che pensano gli altri utenti non lo so, ognuno è libero di pensare quello che vuole.
     
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    Grazie. Ma quindi non ritieni attendibile quanto successo al ragazzo?

    CITAZIONE
    Quello che pensano gli altri utenti non lo so, ognuno è libero di pensare quello che vuole.

    Si certo, non volevo rispondessi tu per loro :)
     
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  6. teista
     
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    D'accordo con l'amico Aialon.

    La religione è un mezzo attraverso cui l'uomo cerca un ponte con la divinità.

    Tutte queste "esperienze" si rifanno agli schemi archetipici dei singoli e della società in cui sono vissuti.

    E poi, la venuta del Messia non va accelerata, credere nel suo arrivo è necessario dal punto di vista ontologico, ma la sua era, per me, è quella in cui ogni uomo è "per altri", quando esce dai suoi solipsismi per estendere quella crepa nell'esistenza che lo apre all'Altro.

    Ed allora il Messia sei tu, è Aialon, un tizio che passa e perfino io.

    Shabbat Shalom
     
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    Bel thread, Shabbat Shalom
     
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  8. Duenda
     
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    CITAZIONE (teista @ 6/5/2016, 15:04) 
    D'accordo con l'amico Aialon.

    La religione è un mezzo attraverso cui l'uomo cerca un ponte con la divinità.

    Tutte queste "esperienze" si rifanno agli schemi archetipici dei singoli e della società in cui sono vissuti.

    E poi, la venuta del Messia non va accelerata, credere nel suo arrivo è necessario dal punto di vista ontologico, ma la sua era, per me, è quella in cui ogni uomo è "per altri", quando esce dai suoi solipsismi per estendere quella crepa nell'esistenza che lo apre all'Altro.

    Ed allora il Messia sei tu, è Aialon, un tizio che passa e perfino io.

    Shabbat Shalom

    Sì... bravo teista, non un orco che esce da una montagna spaccata a metà e lascia fuori mezza umanità della quale potrebbe far parte anche Aialon per aver postato un certo genere di link :D ma per favore...
    Sarò troppo realista, ma a me ste baggianate mi fan piangere il cuore... Poi non ho visto il seguito e nemmeno mi interessa, perché, quando si comincia a parlare di mostruosità, di terrore, di orrore... a me vien da ridere.La dissociazione è un disturbo molto serio e il ragazzino anziché essere strumentalizzato dovrebbe andare da uno psicoterapeuta!!! Mi sembra Giovanna d'Arco sto bimbo.
    Shalom
     
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    Grazie per le vostre opinioni. Mi pare di capire che sostanzialmente non date alcun credito al ragazzo. Viceversa sembra che gli ascoltatori e il rabbino fossero molto interessati a quanto egli dice. Voi comunque, come spiegate che alcune cose dette corrispondano ad alcune profezie (Ezechiele, Zaccaria)? Per come la vedo io, non è credibile che il ragazzo fosse del tutto all'oscuro di quelle cose anche senza aver fatto studi, tuttavia ciò vorrebbe dire non credere alla buona fede né del ragazzo né del rabbino. Tra l'altro, secondo il ragazzo, gli eventi che descrive avverrano in poco tempo. Mi chiedo cosa accadrà non appena ci si renderà conto che nulla di quanto "profetizzato" dal ragazzo è avvenuto.
     
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  10. Duenda
     
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    Se non ci si interessa non si può valutare, o no? Quindi i rabbini fanno bene. Io ho espresso una personalissima opinione. A me non interessa dove questo genere di cose accadono e chi le prenda in carico per valutarle, la mia esperienza di vita e il mio realismo mi suggeriscono che il ragazzo non sta bene. Quando si entra in coma o accade qualcosa al corpo, la nostra mente va in confusione. Tutte le nozioni che noi abbiamo immagazzinato, anche solo per sentito dire, affiorano in un disegno abbastanza confuso per la perdita di controllo e questo accade anche da lucidi se si ha subito dei traumi molto forti. Il ragazzo ripete troppe volte che tutto è terrificante e mostruoso, e perché mai dovrebbe essere così? Sembra un film di Dario Argento. Suvvia... Forse bisognerebbe valutare la situazione anche dal punto di vista psichico. A me, in questi casi, ovunque si verifichino, vien così. Poi ognuno dica la sua...

    Shalom!
     
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    Il ragazzo parla anche di cose meravigliose, certo come messaggio, ai fini educativi, da sempre diamo come razza umana, più credito alla paura della punizione che ad altro.
    Contando poi che il cervello umano (se credete in un certo modo, altrimenti questo mio discorso nemmeno guardatalo) sembra progettato apposta per "schermarci" dalla percezione di "livelli superiori o inferiori", non mi pare strano che un "malfunzionamento" della "macchina" possa intercettare (e direi anche convertire) "trasmissioni da archetipi" a noi preclusi.
     
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  12. Duenda
     
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    ...certo come messaggio, ai fini educativi, da sempre diamo come razza umana, più credito alla paura della punizione che ad altro...

    Lvb... kissing

    Questo è il punto!!! Nella sua mente è radicata questa leggenda metropolitana, chiamiamola così, va', che in un momento di debolezza emerge.

    Paura della punizione? e perché mai scusa? cosa avremmo mai fatto di così grave? Dentro di me, personalmente, questa paura non esiste, per niente in assoluto. E nemmeno la comprendo. Senso zero.

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    Anche io sono contrario all'ottica della punizione, idem per quella del premio.
    Ma al tempo stesso credo che ci sia sempre una sorta di "ritorno all'equilibrio", proprio col fine di essere, oltre che di ben-essere.
    Ma sono d'accordo con Teista e con Scholem, per cui ogni mistico interpreterà la propria esperienza in seno alla sua cultura; soprattutto nel momento in cui si cerca di spiegare l'inspiegabile
     
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  14. Duenda
     
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    CITAZIONE (LvBv1983 @ 9/5/2016, 16:13) 
    Anche io sono contrario all'ottica della punizione, idem per quella del premio.
    Ma al tempo stesso credo che ci sia sempre una sorta di "ritorno all'equilibrio", proprio col fine di essere, oltre che di ben-essere.
    Ma sono d'accordo con Teista e con Scholem, per cui ogni mistico interpreterà la propria esperienza in seno alla sua cultura; soprattutto nel momento in cui si cerca di spiegare l'inspiegabile

    ... o mantenere l'equilibrio, senza punizioni o premi... :)

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    ogni mistico interpreterà la propria esperienza in seno alla sua cultura... dite?
     
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    ... o mantenere l'equilibrio, senza punizioni o premi... :)

    perché no?
    Ma credo che il gradino spirituale di assaggiare il discorso di assenza di punizione e premio ( quello lontano dall'opportunismo e quindi non voluto per motivi di convenienza) sia entrare in una dimensione preclusa ai piú.
    Per la maggioranza invece premio e punizione credo esistano eccome.
    Come dicevo la realtà è a strati.
    O a Sefirot :lol:

    Dai la smetto che so' gnurante
     
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15 replies since 5/5/2016, 09:02   1291 views
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