Le prove di Abramo e e il rapimento di Sara

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  1. whitemirror1
     
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    CITAZIONE (Alma the First @ 2/3/2016, 18:13) 
    No. L'esistenza di Mosè viene anche messa in dubbio, il punto non è questo. Semplicemente viene valutata una uniformità di composizione del testo e artificiosa la suddivisione occidentale.

    Ho notato che anche i testimoni di Geova considerano uniforme la composizione di Genesi, tanto che adattano la loro traduzione in questo senso. Per esempio, nel passo in cui Abramo e Sara entrano nel regno di Abimelec, e lui le chiede, come già aveva fatto in Egitto, di dire di essere sua sorella, la TNM traduce: Abramo ripeté a Sara.

    Molti commentatori sostengono che questi due episodi, più quello analogo di Isacco con Rebecca, sono resoconti diversi del medesimo episodio provenienti da tradizioni differenti.
    La ragione per cui si afferma ciò è evidente: Abramo e Sara, e poi anche Isacco dopo di loro, non appaiono in una bella luce se risultano recidivi anche alla corte di Abimelec.
    Essi, ormai, avevano ben visto, dato il precedente avvenimento in Egitto, come l'Onnipotente intervenisse in loro difesa.
    Inoltre avevano avuto ulteriori e più grandiose prove dell'Onnipotenza di Dio:
    la distruzione di Sodoma, e come in essa il suo parente Lot ebbe la possibilità di salvarsi; poi la gravidanza di una donna sterile da tutta una vita, e per di più dopo la menopausa.

    Già in Egitto Abramo non aveva brillato in quanto a fede dato che aveva preferito fare affidamento sulla menzogna piuttosto che sullo scudo divino per proteggere la propria vita. Ma ora, da Abimelec, la fede non c'entrava più nulla. Abramo sapeva che Dio era capace di proteggerlo e che lo avrebbe fatto, a maggior ragione adesso che Sara era incinta per sua precisa volontà.
    Questa ulteriore bugia, che gli fece meritare una seconda reprimenda anche da parte di Abimelec, fa quasi intendere che Abramo non si fidasse per niente dell'aiuto divino, lui, il padre della fede, a dispetto delle prove grandiose di cui era stato testimone.
    Eppure gli sarebbe bastato, per esempio, dire a Sara di non mettere visibilmente in mostra la sua abbagliante bellezza, e Dio avrebbe provveduto ad impedire che occhi troppo indiscreti la osservassero da vicino per farla presente al re.

    Se si considera che dall'Egitto Abramo ne uscì con grandi ricchezze, versategli dal faraone come dote nuziale per sposare Sara, e dato che anche dopo l'episodio di Abimelec Abramo ripartì molto più ricco di prima per la stessa ragione, non si può dare torto a chi potrebbe pensar male di lui e della sua consorte.
    Per questo sarebbe più coerente e soprattutto più rispettoso verso la figura di Abramo e quella di Sara intendere il testo come un assemblaggio di varie tradizioni.

    Lo stesso discorso credo valga pure per le due creazioni, che appaiono in urto fra di loro.

    Come è quindi possibile che il pensiero accademico non abbia preso in considerazione le gravi implicazioni causate dalla tesi dell'uniformità di composizione del testo?

    Saluti / Shalom
     
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31 replies since 26/12/2015, 10:48   1315 views
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