grammatica ebraica e grammatica italiana a confronto sul termine elohim

confronto sul piano grammaticale italiano del termine ebraico elohim e della sua possibile collocazione nella grammatica italiana

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  1. mariobassi
     
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    Salve a tutti.
    vorrei,con questa mia discussione,porre l'attenzione,non tanto sul significato del termine ebraico elohim, ma piuttosto sul suo possibile "collocamento"nella grammatica italiana,rispetto a quello che ha nella grammatica ebraica,e vedere come stanno le cose.

    Elohim secondo Abramo:(grammatica ebraica)


    Il termine Elohim può essere tutte e due le cose, sia plurale, che singolare, dipende dai verbi e dal contesto in cui è inserito: se il verbo e il resto della struttura grammaticale sono al singolare allora il termine è il superlativo di Eloha e pertanto singolare; se invece la struttura è plurale allora il termine è il plurale di Eloha. Forse potrà aiutare questo esempio a capire questo concetto: in Italiano i termini astratti Verità e realtà e sim. sono singolari e plurali, ma solo se inseriti in una frase si può identificarne il numero, esempio:
    "La verità è una sola"
    (verbo e articolo al singolare = "verità" è un singolare)
    "Le verità sono tante"
    (verbo e articolo al plurale= "verità" è un plurale"


    L'uso della terza persona va contro la regola grammaticale che dice che il narratore non può usare il plurale maiestatico (vedi Genesi 1:1) , tutte le traduzioni in lingua moderna (tranne l’edizione della MARIETTI – 1954, che non traduce, ma si limita a riportare il termine ebraico), traducono al singolare. In altre parole, si ostinano nel sostenere che ט un PLURALE DI MAESTA' ma lo omettono nella traduzione, che riporta sempre e comunque il termine al SINGOLARE.



    Il fatto che le traduzioni italiane traducono al singolare il motivo non è solo perchè identificano il termine come un plurale maiestatico, ma anche è soprattutto a motivo dei verbi usati. Esempio: Il testo di Gen 1:1 dice "Bereshit barà Elohim" e non "Bereshit barù haElohim". Il testo riporta Barà= creò (al singolare), non barù(al plurale) e il termine Elohim senza l'articolo determinativo. Se fosse un plurale cambierebbe tutta la struttura della frase. La grammatica è grammatica.


    Il superlativo indefinito è un SINGOLARE.


    Qual è il significato del termine ELOHIM?


    Elohim è: o il plurale di Eloha o il suo superlativo. Eloha viene dalla radice alah(~giuramento) e significa Giudice. Tradurre letteralmente il suo superlativo indefinito in italiano è impossibile perchè in italiano non esiste questa forma. Per rendere un pensiero simile a quello espresso in ebraico diremo in italiano: Giudice Supremo .

    Quando invece è un plurale significa semplicemente: Giudici, legislatori, governatori.



    Elohim Nella grammatica italiana:

    Non è un plurale maestatico,perché:

    Il plurale maiestatis (espressione lat.: «plurale di maestà») indica l’uso della prima persona del plurale (anziché del singolare) del verbo e dei corrispondenti aggettivi e pronomi personali e possessivi, cui si ricorre per ottenere particolari effetti ( cortesia del linguaggio, non per modificare il significato di un termine). È usato da autorità civili o religiose in veste ufficiale o in contesti istituzionali. Detto anche plurale di maestà il plurale maiestatico, è una costruzione derivata dal latino, dove l’uso della prima persona del plurale in luogo del singolare serviva a esibire il prestigio sociale o il ruolo istituzionale del parlante(non e riferibile a terzi).

    Esempio: Con lealtà di Re e con affetto di Padre, Noi veniamo oggi a compiere quanto avevamo annunziato ai Nostri sudditi col Nostro proclama dell’8 dell’ultimo scorso febbraio, con cui abbiamo voluto dimostrare in mezzo agli eventi straordinari che circondavano il paese, come la Nostra confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze (Statuto Albertino, 1948)

    Si noti come lungo tutto il periodo tutti i verbi e tutti gli aggettivi e i pronomi siano,riferiti al soggetto,sempre al plurale.Non si ravvisa un solo verbo o aggettivo o pronome al singolare,riferito al soggetto.

    Nel tanach per il termine elohim non è così,accade anche che nello stesso periodo vengano usati i verbi
    ,aggettivi e pronomi,sia al plurale che al singolare.



    Non è plurale di astrazione perchè:

    In linguistica, la categoria di nome astratto non è universalmente accettata. I nomi astratti non sarebbero infatti di facile definizione dal punto di vista semantico: non a caso l’‘astrattezza’ non rientra tra i parametri semantici.
    I nomi astratti possono essere sia plurali che singolari,ma in grammatica,la forma plurale o singolare,non ne modifica il significato,tantomeno trasforma il nome in un superlativo.

    Esempio:la speranza;le speranze.

    Notare come al plurale,il nome astratto,non muta significato,ne tantomeno si trasforma in superlativo,ancor più in superlativo assoluto( speranzosissime,non è il plurale di speranza,ma il superlativo assoluto del suo plurale,indipendentemente dalla struttura verbale,e comunque il suo significato non muta,è aventi grandissime speranze,sempre plurale).

    Eloha singolare=giudice , elohim plurale=giudici:superlativo di giudici=grandissimi giudici,superlativo assoluto di giudici=giudici supremi(sempre plurale).
    Se fosse elohim,(in caso di utilizzo di verbi e tutta la struttura della frase al singolare(grammatica ebraica))il superlativo assoluto di eloha,in grammatica italiana sarebbe:
    giudici=(con verbo al singolare)giudice supremo,col verbo al plurale giudici;in italiano creerebbe non poca confusione.

    Esempio(grammatica italiana):il giudice supremo conferma(giudici,(plurale quindi più di uno) ma col verbo al singolare )(elohim)(superlativo assoluto di eloha,singolare)i dubbi,vengono proprio dai giudici(giudici col verbo al plurale,sempre più di uno)(elohim).

    Nella grammatica italiana,una regola del genere non è contemplata,perchè avendo a disposizione i vari termini(plurale,singolare e superlativo assoluto singolare)si evita confusione.

    Ma a dire il vero anche la grammatica ebraica li possiede tutti.


    Esempio(grammatica ebraica)(verbo al singolare):io sono elohim tuo;

    io sono giudice supremo tuo;

    esempio(con verbo al plurale):è fù come che fecero vagare me elohim lontano da casa di padre mio;

    è fù come che fecero vagare me giudici lontano da casa di padre mio;

    esempio(con verbo al singolare e al plurale):elohim disse:facciamo l’adam;

    giudice supremo disse:(giudici) facciamo l’adam;

    In grammatica italiana,questo periodo risulterebbe un esortazione del giudice supremo agli altri giudici(minori)nel darsi da fare per relizzare l’adam.

    Anche se c’è da dire che in grammatica italiana un termine concreto plurale,non diventa mai singolare solo perché la struttura della frase è al singolare;rimane sempre plurale,con il medesimo significato,tantomeno trasformarsi in un superlativo assoluto singolare.

    Esempio:come cani e gatti, è vero,un minuto prima,l'uno è amico dell'altro,poi non più.

    notare come i nomi concreti sono plurale e il verbo no(terza persona singolare);
    non diventano canissimo e gattissimo,solo perche il verbo è al singolare.

    L’esempio di Abramo è sbagliato:
    "La verità è una sola"
    (verbo e articolo al singolare = "verità" è un singolare)
    "Le verità sono tante"
    (verbo e articolo al plurale= "verità" è un plurale".

    Il termine verità è un termine cosiddetto neutro non avendo ne un plurale ne un singolare.
    Verità non è assimilabile ad elohim,perché elohim è un plurale e ha un termine che esprime il singolare eloha.
    Verità,non ha un termine al singolare(se fosse come elohim,plurale).

    In grammatica italiana il superlativo assoluto di un nome astratto al plurale rimane sempre al plurale.

    esempio:divine(plurale);divinissime(superlativo assoluto plurale).
    Nella grammatica italiana,il superlativo singolare non nasce dal plurale,divinissimo non è il superlativo assoluto di divine.
    E tantomeno si potrebbe scrivere: divine disse,e intenderlo come divinissimo disse.

    In grammatica italiana il termine giudice non è un nome astratto è un nome concreto,(in quanto è un individuo che svolge il suo compito)quindi il suo plurale non e un plurale di astrazione,tantomeno il suo superlativo assoluto.

    Tutt'al più il termine "giustizia"è un nome astratto,non colui che la applica,giudice è un nome concreto.

    Tutto cio in grammatica italiana,riguardo al termine elohim,
    fa pensare invece alla categoria dei nomi collettivi perché:

    un nome collettivo è un nome che al singolare denota un insieme di entità o individui, rappresenta cioè un’idea di collettività (folla, gente, famiglia, squadra, sciame). A differenza dei nomi che denotano un’entità o un individuo singolo al singolare (e quindi una pluralità in forma plurale), il nome collettivo denota al plurale una pluralità di insiemi di entità o individui (molte folle, varie genti, due famiglie, le squadre, degli sciami). Dato che la forma singolare denota un insieme di individui, sia in italiano che in altre lingue l’accordo del collettivo singolare col pronome personale e con il verbo può variare:
    può essere sia singolare che plurale(come dice Abramo riguardo a elohim).Se il referente del nome collettivo è percepito come un insieme unitario, l’accordo è singolare; se è percepito come una pluralità, l’accordo è al plurale.

    Esempio:elohim disse:facciamo l'adam.

    Dove:(in grammatica italiana)il c.s.m.(consiglio superiore della magistatura)insieme dei giudici supremi (plurale),decide(singolare)pro o contro,una legge,e in una dichiarazione alla stampa dice:(uno dei giudici supremi italiani)
    facciamo(plurale) il possibile per garantire la giustizia in italia.

    In grammatica italiana non esiste il plurale indefinito.

    In quale grammatica ebraica si può trovare la regola che definisce il plurale indefinito?


    Il termine ebraico elohim,in grammatica italiana,è assimilabile alla categoria dei nomi collettivi?


    Se così non fosse la per la grammatica italiana il termine ebraico elohim non si dovrebbe tradurre,perché non collocabile(aquisterebbe la sua collocazione in virtù del contesto,come d'altronde accade già per termini non italiani), e in termini grammaticali italiani,elohim=giudici va bene,ma elohim(plurale di astrazione)=giudice supremo no,qualunque sia la costruzione della frase(plurale o singolare).


    In caso contrario,(nomi collettivi)la "regola"grammaticale ebraica cadrebbe,in grammatica italiana,e il termine elohim,sarebbe sempre e comunque un plurale.




    Saluti.
     
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  2. Cecca
     
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    guarda, per essere brevi, quanto hai detto contiene molti errori, a partire dalla premessa di voler spiegare l'uso grammaticale di elohim utilizzando come metro di paragone le categorie grammaticali dell'italiano. non ha senso.
    occorre utilizzare le categorie grammaticali delle lingue semitiche.


    la definizione di "plurale maestatico" è stata in effetti usata ma è imprecisa, proprio perché esso riguarda sempre un soggetto che parla alla prima persona.

    in realtà una definizione migliore è quella di J. Burnett: "a concretized abstract plural". cioè un
    un plurale con senso astratto e concretizzato.

    la cosa non è semplice da spiegare. il fenomeno ha radici lontane ed è collegabile al fatto che in altre lingue semitiche la desinenza per la formazione dei nomi astratti corrisponde a quella di alcuni plurali. per es. la desinenza accadica -ūt- degli astratti corrisponde a quella del plurale degli aggettivi maschili. e confronta .
    altri sostantivi sono qedoshim "il Sacro" (prov. 9.10); אֱמוּנִ֣ים 'ämunim „integrità“ ecc. ecc.

    l'utilizzo del plurale con senso astratto e poi concretizzato è attestato nelle lingue cananee della fine del secondo millennio, come si evince dall'accadico fortemente cananeizzato delle lettere di Tell El-amarna, dove compare anche il termine ilanu, plurale di ilu "dio", riferito al faraone e quindi usato con senso singolare. un altro termine è per esempio ardūtu „schiavitù,servitù" che viene usato anche in senso singolare.

    Questo particolare uso del plurale del termine per "dio" è AMPIAMENTE attestato in fenicio, dove ´LM, plurale di ´L „dio“, viene usato spesso in senso SINGOLARE per indicare una sola divinità. Per esempio nelle dediche fatte ad una sola divinità.


    Sui vari significati ed usi di elohim si veda in generale:

    J. S. Burnett : A Reassessment of Biblical Elohim, che definisce la forma grammaticale in questione come "a 'concretized' abstract plural", p. 15 e passim.


    Sui vari termini che vengono usati con senso singolare pur essendo dei plurali :

    Paul Joüon / T. Muraoka A grammar of Biblical Hebrew, Sub. Bib. 27 2008, 469 s.

    Per i termini nei testi di Tell El-Amarna:

    A.F. Rainey, Canaanite in the Amarna Tablets. Vol I, Brill: Leiden,147 s.
    Sh. Izre'el, Amurru Akkadian. A Linguistic Study, Vol. I, HSS 40, 29 s.
    Per il termine ardūtu „schiavitù, servitù“ vedi: W.L.Moran, Additions to the Amarna Letters, OrNS 53 (1984) 298-299.



    Per l'uso del plurale 'LM con senso singolare "dio" in fenicio si veda particolarmente:

    W. Röllig, El als Gottesbezeichnung im Phönizischen, in: R. von Kienle u.a. (Hg.), Festschrift Johannes Friedrich, 1959, S. 403-416.

    E la grammatica fondamentale di fenicio-punico:

    J. Friedrich / W. Röllig Phönizisch-punische Grammatik, AnOr 55, 3. Auf, 1999, p. 169 § 241 ad 4-5.

    Edited by Cecca - 4/1/2016, 12:48
     
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    אריאל פינטור

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    L’esempio di Abramo è sbagliato:
    "La verità è una sola"
    (verbo e articolo al singolare = "verità" è un singolare)
    "Le verità sono tante"
    (verbo e articolo al plurale= "verità" è un plurale".


    e come pretendi che un madrelingua ebreo che già ammirevolmente conosce l'italiano in maniera straordinaria, possa spiegare un concetto esclusivo della lingua ebraica con categorie che non esistono,, se non con esempi che cli legge possa capire?
     
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  4. Tiziano 111
     
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    Ho letto in questo forum molte volte,che chi non è madrelingua non deve lanciarsi in spiegazioni,soprattutto grammaticali,sembra che ciò non valga per tutti.

    Ma non è importante.

    Va bene così.

    Ho capito tutto,tranne una cosa:

    In quale grammatica ebraica posso trovare il plurale indefinito,e la regola che lo definisce?

    Saluti
     
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  5. mariobassi
     
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    Idem per me
     
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  6. Cecca
     
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    CITAZIONE (Tiziano 111 @ 4/1/2016, 11:36) 
    In quale grammatica ebraica posso trovare il plurale indefinito,e la regola che lo definisce?

    Saluti

    dice che leggere aiuti, ma evidentemente occorre farlo con attenzione.
     
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    CITAZIONE (Tiziano 111 @ 4/1/2016, 11:36) 
    In quale grammatica ebraica posso trovare il plurale indefinito,e la regola che lo definisce?

    Ovunque

    CITAZIONE (Al volo da internet: Encyclopedia of Hebrew Language and Linguistics 100 @ 4/1/2016, 11:36) 
    Plural of excellence or intensity, namely nouns in the plural form which denote a singular referent of particular importance or to which particular honor is due (Waltke and O’Connor 1990:122–123, §7.4.3a–d; Joüon and Muraoka 2006:469–470, §136d–e). Most cases of this biblical usage refer to the God of Israel, primarily the form Elòhìm ‘God’ (2,603 occurrences in the Bible) but also ‘the Holy One’ (e.g., Prov. 9.10), Adònìm ‘Lord’ (e.g., Deut. 10.17), and Adònay ‘my Lord’ (425 occurrences in the Bible). Forms referring to humans include Adònìm ‘lord’ (e.g., 1 Kgs 1.43) and Ba'alim ‘master’ (e.g., Isa. 1.3), mostly in the suffixed forms. Also worthy of mention in this context are the names of two great monsters, bëhèmò (Job 40.15) and tannìnìm (Ps. 74.13), (Ps. 74.13), certain participle forms (e.g, ‹òsåy ‘my creator [lit. “creators”]’ [Job 35.10]), and a few other isolated items.
    Forms in the pluralis majestatis take singular agreement, as in - Bereshit bara Elohim ‘in the beginning God created’(Gen. 1.1). When the same nouns serve as ordinary plurals, they take plural agreement, as in elohim acherim ‘(various) other gods’ (multiple occurrences).
    ...
     
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  8. Cecca
     
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    CITAZIONE (ashkenazi @ 4/1/2016, 12:48) 
    CITAZIONE (Tiziano 111 @ 4/1/2016, 11:36) 
    In quale grammatica ebraica posso trovare il plurale indefinito,e la regola che lo definisce?

    Ovunque

    CITAZIONE (Al volo da internet: Encyclopedia of Hebrew Language and Linguistics 100 @ 4/1/2016, 11:36) 
    Plural of excellence or intensity, namely nouns in the plural form which denote a singular referent of particular importance or to which particular honor is due (Waltke and O’Connor 1990:122–123, §7.4.3a–d; Joüon and Muraoka 2006:469–470, §136d–e). Most cases of this biblical usage refer to the God of Israel, primarily the form Elòhìm ‘God’ (2,603 occurrences in the Bible) but also ‘the Holy One’ (e.g., Prov. 9.10), Adònìm ‘Lord’ (e.g., Deut. 10.17), and Adònay ‘my Lord’ (425 occurrences in the Bible). Forms referring to humans include Adònìm ‘lord’ (e.g., 1 Kgs 1.43) and Ba'alim ‘master’ (e.g., Isa. 1.3), mostly in the suffixed forms. Also worthy of mention in this context are the names of two great monsters, bëhèmò (Job 40.15) and tannìnìm (Ps. 74.13), (Ps. 74.13), certain participle forms (e.g, ‹òsåy ‘my creator [lit. “creators”]’ [Job 35.10]), and a few other isolated items.
    Forms in the pluralis majestatis take singular agreement, as in - Bereshit bara Elohim ‘in the beginning God created’(Gen. 1.1). When the same nouns serve as ordinary plurals, they take plural agreement, as in elohim acherim ‘(various) other gods’ (multiple occurrences).
    ...

    il Joüon / Muraoka l'avevo citato anche io, ma i nostri amicitroll non leggono con attenzione, o non leggono proprio.
     
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  9. mariobassi
     
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    io non sono un troll.

    Se voler capire,in questo forum,vuol dire essere troll...

    Va bene.

    Ho capito.

    Anche se:plurale di eccellenza o di intensità,non è plurale indefinito,ma va bene tanto...

    comunque eccellenza è la qualità di chi o di ciò che è eccellente e intensità è il grado di forza con cui si produce o manifesta un fenomeno.

    Quindi un plurale di una qualità o di un grado di forza,sarebbe la spigazione grammaticale al fatto che un termine plurale,anche se ha il suo singolare,quando ha il verbo al singolare si trasforma nel superlativo assoluto del suo singolare...

    Mah...sarà...

    la grammatica ebraica è unica.Non discuto.


    Tanto non cambia il fatto che elohim non significa dio,come lo intendiamo noi oggi.

    E avrebbe più senso facesse parte dei "nomi collettivi",ma tanto sembra che nulla abbia senso...


    ciao ciao da uno che vuol capire(troll)

    Edited by Negev - 5/1/2016, 01:32
     
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  10. Cecca
     
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    vuoi capire? sarà, ma non ci credo per niente.

    altrimenti comprati J.S Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim.

    c'è tutto quello che c'è da sapere e anche di più, e costa meno di 20 euri su amazon.it
     
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    CITAZIONE (Tiziano 111 @ 4/1/2016, 11:36) 
    Ho letto in questo forum molte volte,che chi non è madrelingua non deve lanciarsi in spiegazioni,soprattutto grammaticali,sembra che ciò non valga per tutti.

    Ma non è importante.

    Va bene così.

    Ho capito tutto,tranne una cosa:

    In quale grammatica ebraica posso trovare il plurale indefinito,e la regola che lo definisce?

    Saluti

    e chi ha detto che chi non è madrelingua non deve lanciarsi in spiegazioni, soprattutto grammaticali?
    E' sufficiente che conosca l'ebraico, ma non quello patetico dei corsi tenuti presso le scuole teologiche, compresa l'école biblique di Gerusalemme. Parlo dell'ebraico vero, che comprende non solo il testo vocalizzato del Tanach, ma i due Talmud, la mishna, le opere di Maimonide, di Nachmanide, di Efron, i giornali le riviste, i testi scolastici, quello dei telegiornali. Insomma qualcuno che conosca l'uso di un certo vocabolo in epoca biblica, medievale, moderna.
    mi pare evidente che un madrelingua ne sappia di certo di più. Se poi è un madrelingua come Abramo, stimato universalmente dai più importanti semitisti d'Israele, spiega qualcosa, io personalmente gli attribuisco tutta la credibilità possibile. Parlo sufficientemente bene l'ebraico, e conosco sufficientemente la lingua, per capire perfettamente il senso di ciò che spiega.
    Trovo semplicemente presuntuoso e ignorante chi, con delle modeste infarinature di ebraico, pretende di contestare i fondamenti della grammatica di una lingua che colui che gli sta di fronte parla dalla nascita e studia incessantemente da 40 anni.
    Mettiamola così: pensate come meglio vi fa comodo e credete alle posizioni linguistiche che più vi piacciono. Nessuno griderà allo scandalo.

    [QUOTE=mariobassi,4/1/2016, 16:52 ?t=71912328&st=0#entry585627154]
    io non sono un troll.

    Se voler capire,in questo forum,vuol dire essere troll...

    Va bene.

    Ho capito.

    Anche se:plurale di eccellenza o di intensità,non è plurale indefinito,ma va bene tanto...

    comunque eccellenza è la qualità di chi o di ciò che è eccellente e intensità è il grado di forza con cui si produce o manifesta un fenomeno.

    Quindi un plurale di una qualità o di un grado di forza,sarebbe la spigazione grammaticale al fatto che un termine plurale,anche se ha il suo singolare,quando ha il verbo al singolare si trasforma nel superlativo assoluto del suo singolare...

    Mah...sarà...

    la grammatica ebraica è unica.Non discuto.


    Tanto non cambia il fatto che elohim non significa dio,come lo intendiamo noi oggi.

    E avrebbe più senso facesse parte dei "nomi collettivi",ma tanto sembra che nulla abbia senso...


    ciao ciao da uno che vuol capire(troll)
    [/QUOTENon ho capito nulla del tuo post (mio limite), tranne che ad alcuni piace fare la vittima.
    I suddetti plurali sono una caratteristica delle lingue semitiche e lo si impara in Israele alle scuole elementari.
    Per inciso: anche AllaH in arabo è tecnicamente un plurale ed è l'equivalente di Elohim. Prova a fare questi discorsi ad un arabo istruito e digli che Allah indica un plurale letteralmente (anche se in senso tecnico-grammaticale lo è) e si sbellicherà dalle risate.
    Poi, pensala anche tu come preferisci
     
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    Pe fare chiarezza:
    E' un grave errore mettere a confronto due grammatiche così diverse.
    E' molto semplice il fatto che i plurali di cui parliamo non trovano l'equivalente in italiano e sono una peculiarità delle lingue semitiche. si tenta quindi di trovare delle definizioni che possano essere comprensibili ad un non ebreo.

    Cominciamo con il dire che in italiano il plurale è, per definizione, qualcosa che indica il molteplice, in senso numerico o "quantitativo".
    In ebraico, il SOSTANTIVO plurale ha un doppio uso. può indicare il molteplice 8la quantità) e quindi possiamo intenderlo, per così dire, in senso "orizzontale".
    Può altresì indicare un senso "qualitativo" e va inteso, in senso "verticale".
    Quest'ultimo uso, nella grammatica italiana è di pertinenza degli aggettivi e, in particolare dei superlativi. Infatti non si può parlare, in italiano" di un "SOSTANTIVO SUPERLATIVO".

    In ebraico esistono molti tipi di plurale (ribui) "qualitativo". di cui ne riportiamo tre:

    - Ribui shel "HAFLAGA' " è il plurale cosiddetto di indefinibilità. accorda al singolare il verbo e l'aggettivo
    Es- " Bereshit barà Elohim". In questo caso Elohim indica il Legislatore non definibile, non esprimibile e accorda il verbo barà allla terza persona singolare del passato.
    Oppure: "Vaiomer Elohim" o "Vaidaber Elohim" Si tratta di plurali di indefinibilità che accordano il verbo al singolare. Il fatto che la desinenza "im" sia tipica del plurale, non vuol dire nulla. Il termine è inteso come singolare e indica un valore "verticale", di alta qualità, di magnificenza. Diremmo un SUPERLATIVO" se in italiano si trattasse di un aggettivo. Quindi parliamo del più grande dei legislatori.
    Ugualmente possiamo ricordare espressioni come "Shir hashirim" (Cantico dei Cantici) o "Kodesh hakodashim" (Sancta Sanctorum) con lo stesso senso di "più grande tra tutti i cantici e "più Santo tra tutti i Santi"


    - Ribui she "HAFSHATA' " è il plurale di astrazione e accorda sempre al plurale l'aggettivo e il verbo ad esso connessi.
    Es: maim (acqua), shammaim (cielo), neurim (giovinezza), zekunim (vecchiaia), haim (vita), panim (faccia). Il verbo e l'aggettivo si accordano al plurale.

    - Ribui shel "ADNUT" è il cosiddetto plurale di "Signoria"
    Es. Adonim
    per tornare a "Elohim", termine adoperato per qualunque essere umano, Istituzione, Governante, condottiero, oltre che per Dio (concepito come Sommo Legislatore e Giudice), sarò inteso come indefinibilità se il verbo è al singolare o di astrazione se il verbo o l'aggettivo sono al plurale.
    L'apressione "elohim acherim" con l'aggettivo acherim (altro) al mplurale potrà essere inteso come " "altre legislazioni) o "altre divinità" (pagane)

    in conclusione: è inutile tentare di fare paralleli tra grammatiche totalmente diverse. Pe capire questi concetti, occorre dimenticare la propria lingua e le proprie categorie linguistiche, compresi il greco e il latino e cercare di pensare che ci si trova in un mondo linguistico totalmente diverso.
    La difficoltà concettuale è provata già dal fatto che per poter far capire questo concetto dei plurali siamo costretti a servirci del termine "superlativo" nel momento in cui parliamo di plurali di sostantivi.
    Ed è inutile tentare di trovare bene espressi questi concetti nelle grammatiche per stranieri vi sono degli accenni ma non sono espressi dettagliatamente né con chiarezza.
    nei testi scolastici ebraici di linguistica sono chiari ed è naturale per un ebreo dire panim o haim ) pensando questi termini al singolare.
    Allo stesso modo se si dice "Elohim" a nessuno viene in mente di pensare ad una molteplicità di dei (magari venuti dallo spazio). ma se pure viene dallo spazio, l'ebreo, dicendo "elohim" penserà che sia uno solo.
    Allo stesso modo quando un Arabo dice "Allah" (che è l'esatto equivalente) pensa ad un unico ed anche in questo caso di plurale di indefinibilità (o di intensità o superlativo, come alcuni vogliono dire) l'aggettivo è al singolare.
    " Allah Akhbà" (Allah è grande)
     
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    עם ישראל חי

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    Grazie Ariel di questa eccellente precisazione. Come hai ben detto l'uso della terminologia grammaticale straniera è molto approssimativa. Infatti si usa chiamare "plurale di astrazione" anche il "plurale intensivo", quando invece nella terminologia ebraica c'è una sostanziale differenza e, come hai ben spiegato, il plurale di astrazione ha la caratteristica di essere circondato da elementi plurali ed esso esprime un concetto astratto; mentre il "plurale intensivo" qualifica un nome singolare circondato da elementi singolari.

    Il "plurale indefinito" è in sostanza un "plurale intensivo" "indefinito" o un "plurale di astrazione". Dunque comprende le suddette due categorie. Esso può essere indice di un termine astratto oppure esprimere una qualifica intensiva indefinita di un nome. Nel caso di Elohim, la desinenza qui qualifica Eloah, il legislatore, come molto importante, ma non in assoluto. Il più grande, ma non sappiamo quanto grande (indefinito) ed esso si distingue da un altro plurale intensivo che è quello del superlativo assoluto che lo qualifica come il più grande di tutti e si esprime con il nome al singolare seguito dal suo plurale.

    Inoltre c'è anche da precisare che il termine "elohim" rientra anche nella categoria del plurare di signoria (adnut) usato spesso nei termini che designano il proprietario od il padrone, come ad esempio il termine ba'al diviene be'alim, che è concepito anch'esso come singolare pur avendo anche il suo semplice singolare "ba'al". Altrettanto adon, che diviene adonim. Pare che sia proprio questo: il ribbui shel adnut, ad essere stato confuso con il plurale maiestatico (il quale infatti non c'entra nulla).

    Chi vuole negare queste caratteristiche fondamentali della lingua ebraica, per affermare il proprio credo, dovrebbe prima smentire tutti gli altri termini che paiono plurali, ma che sono invece dei singolari a tutti gli effetti. Non c'è bisogno di mettere in discussione sempre e solo il termine "elohim".

    Shalom
     
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    cristiano valdese a cui interessano anche le interpretazioni Ebraiche della Bibbia Ebraica.,Mishnah

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    Da Sandro_48:

    "Risposta di Sandro_48 , studente principiante di Ebraico Biblico:
    IL termine "Elohim" è usato nella Bibbia per indicare non solo il vero D.o, ma anche gli idoli pagani e gli uomini potenti. Questa parola è sia il plurale di "Eloha"(giudice/potente) che il suo superlativo indefinito (quindi singolare).
    IL concetto di divinità in Ebraico è perciò legato a quello di giudice supremo, autorità somma."
    Sandro_48

    8/1/2016
     
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