I Farisei esistono ancora?

Tallit, donne, kippah

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  1. cogito
     
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    Vorrei rivolgere una domanda ai nostri amici Moderatori riguardo ai Farisei.
    Esistono ancora oggi, o sono presenti sotto altre denominazioni nell'Ebraismo odierno?
    Ho, inoltre, una curiosità personale sulla kippah.
    Qual'è il suo vero significato per un Ebreo?
    Bisogna portarla necessariamente durante la preghiera, e, in questo caso, in cosa differisce dal tallit?
    Toda
    Shalom

    Edited by leviticus - 20/9/2018, 11:17
     
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  2. teista
     
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    L'ebraismo rabbinico è tutto farisaico, fu l'unico a sopravvivere alla Diaspora; dunque, tutto l'ebraismo odierno viene dai farisei.

    Sulla tua curiosità, è per un uomo ebreo il segno della sua sottomissione a D-o; i più religiosi la portano sempre, ma l'obbligo vige quando si prega, quando si recita una berachà, si entra in una sinagoga, in un cimitero, quando ci si reca al muro del Pianto...

    Se si tratta di uno spazio l'obbligo ricade anche sul visitatore non-ebreo, infatti vedrai porgertela o ti indicheranno un apposito contenitore dove potrai prenderne una.
    Nel tempo ha assunto significati, chiamiamoli così, anche identitari rispetto alla "corrente" cui si appartiene; questo vale spesso, ma non sempre e puoi trovarne di tutti i tipi e fogge.

    Il tallit è tutt'altro, tecnicamente è uno scialle che permette di appendere delle "nappe" alla frange del mantello dette tzitzit, è questa una mitzvah che viene da Numeri 15:38-39.
    Il mantello è divenuto necessario successivamente, nei tempi antichi i mantelli quadrangolari facevano parte del guardaroba di chiunque.

    Si indossa durante le preghiere del mattino, e questo è il gadol tallit; e poi c'è il tallit Katan che è più piccolo e si può indossare tutto il giorno alla base della camicia (e ci sono diversi ebrei che lo portano).
    Queste frange sono la rappresentazione fisica delle 613 mitzvòt che permeano la vita di ogni ebreo, il conto viene dal valore numerico della parola tzitzit (600) a cui aggiungere le otto corde e cinque nodi di ogni nappa (13), il totale è 613.

    Questa è la spiegazione "base" ;)

    Shalom
     
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  3. Mythos2011
     
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    Ricordo che il Rabbino in sinagoga l ' ha fatta indossare (la kippa ) a me e a mio figlio piccolo. Come mai solo ai maschi ? C erano anche mia moglie e mia figlia..
     
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  4. teista
     
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    Bella domanda, questo avviene perché la donna non ha bisogno di rammentare la sua sottomissione a D-o, arriva in modo più immediato alla Sua percezione; infatti, secondo la Tradizione, è spiritualmente superiore all'uomo.

    Una delle spiegazioni è che il suo più intimo legame le viene dall'esperienza della creazione nella possibilità che ha di dare la vita; questo la rende senz'altro più vicina al Creatore.

    Noi uomini ci limitiamo a plasmare e trasformare la materia, ma non ci è stata data la possibilità di creare.

    Shalom
     
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  5. cogito
     
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    La ringrazio per le Sue risposte alle mie domande.
    Sulla presunta "superiorità spirituale" della donna, non so, egr.teista, a quale tradizione Lei faccia riferimento.
    Personalmente, però, mi permetto di dissentire.
    Infatti, i Libri Sapienziali, in genere, parlano della donna in maniera tutt'altro che lusinghiera(quando non sia per farne un ritratto del tutto idealistico, vedi Proverbi cap.31).
    Lo stesso san Paolo, fariseo zelante, non permette alla donna neanche di "insegnare", e le attribuisce un posto secondario rispetto all'uomo, e quasi, "in castigo", per via di quella "scappatella" con il "bel tenebroso" nell'Eden.
    Inoltre, mi pare, se non sbaglio, che anche la Kabbalah ritenga la donna più vicina dell'uomo a Sitra haRa.
    Alla luce di queste considerazioni, direi che la donna non indossa la kippah, perché la si ritiene come facente parte dell'uomo, da cui d'altronde deriva, e al quale è( o dovrebbe essere) sottomessa(Gen3,16).
    Shalom
     
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  6. teista
     
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    La donna non indossa la kippah perché non ne ha bisogno, e non ne ha bisogno perché arriva in maniera più immediata alla Sua percezione.

    Questa è Tradizione ebraica.
    Della kaballàh scrivo mai, ma l'amico Aialon potrà tranquillamente contraddirla sul ruolo della donna nell'economia del Creato.

    Quella a cui fa riferimento è un'opinione di Paolo, zelante misogino, seguita da una interpretazione di Bereshit dello stesso tenore.

    Shalom
     
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  7. fabio aste
     
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    :D ...mah, Teista, non so, temo che anche il popolo ebraico almeno anticamente (almeno nell'Era Volgare, prima non saprei) come moltissimi altri popoli, tendesse a considerare la Donna, come inferiore all'Uomo, e ad avere un "pensiero intellettuale", diciamo elitario, ricordo ad esempio che Maimonide pone/considera come "appena appena al di sopra del volgo" le Donne, come si vede pensiero misogino e elitario.

    P.S.: secondo la "visione" degli Archetipi "Maschile e Femminile/Patriarcale e Matriarcale" Junghiana, sarebbe il contrario e cioè:

    Archetipo patriarcale/Maschile: più orientato verso il Cielo, Lo Spirito

    Arcetipo matriarcale:/Femminile: maggiormente orientato verso la Terra, la Materia
     
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  8. teista
     
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    Qui dobbiamo distinguere i piani, altrimenti non ci si capirà.

    Come ogni altro Popolo, anche quello ebraico è passato attraverso la storia con le sue innovazioni, invenzioni, retaggi culturali, archetipi più o meno nuovi etc.; egualmente, Maimonide era un uomo del suo tempo e quando scriveva era influenzato dalla categorie del suo tempo, da filosofo aristotelico (che andava per la maggiore) distingueva forma/materia e su questo assunto basava la distinzione tra uomo/donna.

    Era un'idea coerente con i filosofi del suo tempo, ed una parte dei suoi scritti sono rivolti ai dotti coevi ebrei, ma anche non ebrei; gli uomini del suo tempo erano in larga parte misogini (se valutati con il nostro metro).

    E questo è il primo piano, quello pratico che ha visto il Popolo ebraico attraverso la storia condizionato da tutte le influenze possibili della società, della Diaspora e dell'evoluzione umana.

    Il secondo piano riguarda la Tradizione ebraica, il Talmud lo afferma chiaramente che la donna sia spiritualmente superiore all'uomo; poi, si può argomentare sui diversi tipi di intelligenza che caratterizzano il maschile ed il femminile, ma non interessa il punto.

    Ancora, la kaballàh ha una concezione del femminile/maschile assolutamente contrapposta rispetto alla categorizzazione aristotelica su esposta (oppure rispetto al modello che hai citato).

    Quindi la Tradizione non è cambiata mai, ma l'Umanità si; e lo fa involvendo o evolvendo, un approccio diverso sarebbe a-storico.
    Sono piani che però vanno tenuti distinti, se si parla di consulenza ebraica come riferita alle sue fonti tradizionali.
    Se, invece, parliamo di cultura ebraica nel corso della storia possiamo aprire un capitolo diverso, che è sociologico ma non di interesse per i nostri fini speculativi.

    Shalom
     
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  9. fabio aste
     
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    Ciao Teista :)

    ...trovo che il tuo ragionamento sia condivisibile :)
     
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  10. cogito
     
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    CITAZIONE (teista @ 3/11/2014, 12:26) 
    Qui dobbiamo distinguere i piani, altrimenti non ci si capirà.

    Come ogni altro Popolo, anche quello ebraico è passato attraverso la storia con le sue innovazioni, invenzioni, retaggi culturali, archetipi più o meno nuovi etc.; egualmente, Maimonide era un uomo del suo tempo e quando scriveva era influenzato dalla categorie del suo tempo, da filosofo aristotelico (che andava per la maggiore) distingueva forma/materia e su questo assunto basava la distinzione tra uomo/donna.

    Era un'idea coerente con i filosofi del suo tempo, ed una parte dei suoi scritti sono rivolti ai dotti coevi ebrei, ma anche non ebrei; gli uomini del suo tempo erano in larga parte misogini (se valutati con il nostro metro).

    E questo è il primo piano, quello pratico che ha visto il Popolo ebraico attraverso la storia condizionato da tutte le influenze possibili della società, della Diaspora e dell'evoluzione umana.

    Il secondo piano riguarda la Tradizione ebraica, il Talmud lo afferma chiaramente che la donna sia spiritualmente superiore all'uomo; poi, si può argomentare sui diversi tipi di intelligenza che caratterizzano il maschile ed il femminile, ma non interessa il punto.

    Ancora, la kaballàh ha una concezione del femminile/maschile assolutamente contrapposta rispetto alla categorizzazione aristotelica su esposta (oppure rispetto al modello che hai citato).

    Quindi la Tradizione non è cambiata mai, ma l'Umanità si; e lo fa involvendo o evolvendo, un approccio diverso sarebbe a-storico.
    Sono piani che però vanno tenuti distinti, se si parla di consulenza ebraica come riferita alle sue fonti tradizionali.
    Se, invece, parliamo di cultura ebraica nel corso della storia possiamo aprire un capitolo diverso, che è sociologico ma non di interesse per i nostri fini speculativi.

    Shalom

    Mi risulta, tuttavia, difficile credere che proprio san Paolo, fariseo convinto, non tenesse in alcun conto la Tradizione talmudica quando scriveva sulla donna. Inoltre, è proprio il suo "tono", inequivocabilmente severo nei confronti della donna a conferire più vigore e peso alle sue parole.
    Ascrivere tutto a "misoginia", o a possibili sue cattive "esperienze personali" con donne , mi sembra riduttivo e poco consono al personaggio.
    Ma si tratta solo di mie considerazioni personali.
     
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  11. fabio aste
     
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    Ciao Cogito :)

    ...ma Paolo non mi pare così tanto misogino, per la verità, spesso e volentieri nelle sue lettere saluta affettuosamente Donne sue amiche e le elogia,
    secondo me le rispettava molto, assai di più di quanto facessero la stragrande maggioranza dei suoi contemporanei romani, certamente poi, amava e rispettava le Donne tutte "casa e chiesa" diremmo oggi, non certo le libertine, che non sono mai state rispettate da nessuno, o meglio, vengono rispettate se cambiano vita e non peccano più...eheheheheh.....non si può volere tutto, il rispetto e fare ciò che si vuole!...ma non vale mica solo per le Donne, anche per gli Uomini!
     
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    אריאל פינטור

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    teista ha già risposto a tutto.
    Aggiungo che la kippà ha anche altri tipi di significato, di ideologia.
    gli studiosi di kabballà portano spesso una kippà bianca
    La kippà dei haredim (quelli identificabili di più con i farisei) è nera.
    I giovani portano a volte kippot stravaganti, con colori da tuta mimetica o di jeans ecc.
    le kippot (plurale di kippà) colorate sono proprie dei massortim (persone religiose "tradizionali" ma che vestono normalmente e non hanno altri segni indicanti la religiosità)
    La kippà a strisce è tipica dei sionisti, di coloro che si impegnano per la costruzione di israele. Io porto questa o la precedente

    Per cogito:
    paolo è realmente misogino e ha impregnato tutta la cristianità successiva di questo sentimento.
     
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  13. fabio aste
     
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    Ciao Negev :)

    ...non credo che la misoginia sia colpa di Paolo, anzi credo che la cristianità abbia in qualche modo contribuito a riabilitare la figura della Donna, attenuando la forte misoginia propria della romanitas, quindi la cristianità in qualche modo ha contribuito a far cambiare la visione del femminile agli uomini dell'impero romano.

    diverso se paragoniamo la civiltà romana con altre popolazioni "nordiche", a partire dagli italici Liguri, i Celti...ecc....società in cui la Donna e l'Uomo pare fossero perfettamente pari: entrambi anche guerrieri, stesse sepolture, stessi onori...ecc....non ci sono paragoni, forse nemmeno con la visione femminile del popolo ebraico in epoca romana....

    http://it.wikipedia.org/wiki/Liguri

    Edited by fabio aste - 4/11/2014, 08:40
     
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  14. teista
     
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    Ciao Fabio :)

    Nel risponderti chiudo lo spaventoso OT nel quale siamo caduti :D

    Diciamo che quello che scrivi non è del tutto esatto, per quanto concerne la condizione della donna nelle fasi della storia di Roma e rispetto al diritto ci sarebbero dei notevolissimi distinguo, anche sociologici.

    Diciamo, per farla breve, che nonostante un diritto apparentemente ostile le donne romane (soprattutto dalla tarda repubblica in avanti) seppero ritagliarsi spazi enormi di indipendenza sia patrimoniali, sia famigliari, sia rispetto alla libertà nei costumi.

    Ed è discutibile quanto la cristianità abbia modificato, almeno sino all'Umanesimo (e non è detto che questo sia merito da ascrivere), in meglio la condizione delle donne; questo a prescindere dagli ideali propugnati (che consideri maggiormente pro-donna della romanitas) da cui sarebbe stato lecito attendersi un mondo senza più poveri, tutti uguali ed in fratellanza :D

    Shalom
     
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  15. cogito
     
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    Dico, solo questo, e, non per "fare l'avvocato del diavolo" , ma per non incorrere nelle ire dell'egr. e paziente teista.
    Quando i discepoli domandano a Gesù se era lecito divorziare, alla sua risposta estremamente "restrittiva", restano interdetti e, pur di non rinunciare al divorzio "alla mosaica", sembrano, a parole, preferire il non sposarsi.
    Ora, se veramente la donna avesse goduto di un maggior rispetto a quei tempi, non sarebbe stato per un uomo tanto semplice, per non dire "facile" divorziare.
    Eppure, era stato lo stesso Mosè a concederlo, in tempi precedenti il Talmud. O sbaglio?
    Che poi il Legislatore l'abbia "concesso" solo per la "durezza di cuore" dei suoi connazionali, è difficile provarlo, se viene solo dalla bocca di Gesù.
    Shalom
     
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19 replies since 2/11/2014, 16:27   716 views
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