Giacobbe diventa Israele

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. MicheleSenna
     
    .

    User deleted


    Salve a tutti, potete darmi il vostro punto di vista su questo avvenimento raccontato in Genesi Cap32 ?

    [] [] []
    La lotta con Dio

    [23]Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok. [24]Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. [25]Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. [26]Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. [27]Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». [28]Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». [29]Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». [30]Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. [31]Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». [32]Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. [33]Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
    [] [] []

    Dal testo in italiano sembra che Giacobbe diviene Israele in seguito ad una rissa...
    ma non riesco davvero a capirlo.
     
    .
  2. Nonancorab
     
    .

    User deleted


    L' uomo che ha lottato con Giacobbe dovrebbe essere un angelo mandato da Dio, ma non vorrei sbagliare. Perché hanno lottato non lo so di preciso. Scusate se mi intrometto così nelle discussioni. Aspettiamo la risposta degli amici ebrei. :)
     
    .
  3. MicheleSenna
     
    .

    User deleted


    vorrei più opinioni possibili, ebrei e non... solo, questo forum mi sembra quello giusto per porre la domanda.
     
    .
  4. Nonancorab
     
    .

    User deleted


    Ok, allora ho fatto cosa gradita. :)
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    3,333

    Status
    Anonymous
    #entry426892677

    CITAZIONE (Negev @ 16/11/2010, 14:34) 

    Parashat Vaishlach

    25 Giacobbe rimase solo, e un uomo lottò con lui fino all’apparir dell’alba.
    26 E quando quest’uomo vide che non lo poteva vincere, gli toccò la commessura dell’anca; e la commessura dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui.
    27 E l’uomo disse: ‘Lasciami andare, ché spunta l’alba’. E Giacobbe: ‘Non ti lascerò andare prima che tu m’abbia benedetto!’
    28 E l’altro gli disse: ‘Qual è il tuo nome?’ Ed egli rispose: ‘Giacobbe’.
    29 E quello disse: ‘Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con governanti e con persone altolocate, ed hai vinto’.
    30 E Giacobbe gli chiese: ‘Deh, palesami il tuo nome’. E quello rispose: ‘Perché mi chiedi il mio nome?’
    31 E lo benedisse quivi.


    Riguardo a questo brano, esistono moltissime interpretazioni.
    Si tratta, indubbiamente di un passaggio difficile.
    Naturalmente, quando si tratta della Torah, si ha tendenza a leggere tutto in senso spirituale e mistico, ma non sempre la Torah intende dare spiegazioni e insegnamenti di questo genere. Non è raro il caso in cui il racconto è un vero fatto di Storia, essendo la Torah anche il libro della Storia di Israel.
    Trattandosi di interpretazioni ebraiche, restiamo comunque nell’ambito di interpretazioni fondate sull’analisi del testo biblico, della parola ebraica e sull’insegnamento del Talmud
    Come molto spesso accade, invece, le interpretazioni non ebraiche si basano sulla traduzione e questo fuorvia completamente la comprensione.
    Procediamo con ordine:
    Yaacov si appresta a rientrare in Eretz Israel dopo venti anni e si trova alla frontiera, il fiume Yabbok.
    Egli è fuggito dall’ira di suo fratello Esav, avendo ricevuto sia il diritto di primogenitura (leadership “politica”), sia la benedizione di Ytzkach (leadership “economica”).
    In quei venti anni è stato esule, quindi non ha esercitato i suoi poteri, nella terra e sul popolo di cui è il capo. L’egemonia è stata del fratello Esav che è rimasto nel suo territorio.
    Varcare la frontiera è il momento decisivo, si tratta di riprendere ciò che è legalmente suo, compiendo un atto che oggi definiremmo di “aggressione”. Yaacov è cosciente della sua debolezza (militare) e della forza di Esav e quindi invia dei messi (malachim), allo scopo di rabbonire e ingraziarsi il fratello con dei doni: un gesto di normale diplomazia politica.
    Al ritorno, i suoi inviati gli riferiscono che Esav gli sta venendo incontro con quattrocento uomini nella tradizione, ogni unità corrisponde a cento uominini). Il numero dimostra chiaramente che si tratta di un esercito e che le intenzioni di Esav non sono certo pacifiche. A questo punto Yaacov, nonostante sappia di avere la protezione di HaShem, ha paura e agisce come agirebbe un condottiero in difficoltà: dispone innanzi tutto la sua famiglia e il suo seguito nelle retrovie, in due distinti accampamenti, allo scopo di proteggerli.
    Quindi passa da solo la frontiera di notte ed è a questo punto che incontra un uomo, con il quale si batterà.
    Questa figura è definita dal testo “Sar Esav”, “ministro, rappresentante di Esav”. Non vi è quindi nulla, nel testo, che possa far pensare ad una figura spirituale, arbitrariamente tradotta come “angelo”. Il “SAR” è, modernamente, il ministro. In questo caso è un guardiano di frontiera, qualcuno preposto da Esav a proteggere il passaggio dello Yabbok e che ingaggia con Yaacov una lotta corpo a corpo, in quanto si impone una resistenza al tentativo di questi di rientrare da capo in Israel, per riaffermare il suo comando.
    Non vi è nulla di mistico in tutto questo, ma solo una vera e propria guerra di egemonia.
    Si tratta di una guerra di riconquista, paragonabile a quella di Yoshua Bin Nun in seguito.
    E’ il capo esiliato che ritorna a casa e riprende il comando e l’autorità.
    Yaacov rientra di notte (la notte del lungo esilio) e la battaglia terminerà all’alba (il giorno, la luce della vittoria, con la notte dell’esilio lasciata indietro).
    Infatti, ai chiarori dell’alba, l’uomo chiede a Yaacov di lasciarlo andare, ammettendo la sconfitta e riconoscendone la supremazia. In questo senso va letta la necessità di Yaacov di riceverne la benedizione: è l’ammissione di egemonia, l’accettazione definitiva e inequivocabile delle benedizioni di Ytzkach, sia politica che economica, spirituale e materiale.

    “29 E quello disse: ‘Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con governanti e con persone altolocate, ed hai vinto’.”

    Molte traduzioni riportano “Perché hai lottato con D-O e con uomini e hai vinto”,
    ma non è questo il senso, in quanto nel linguaggio biblico “Elohim” vuol dire “governanti, legislatori” ed è “anche” adoperato per indicare D-O. Lo stesso Rashì precisa che in questo caso il termine non è “kodesh”, cioè non è sacro, non è riferito ad HaShem.
    Lo stesso vale per il termine “anashim” che alla lettera significa “uomini”, ma che nel linguaggio biblico indica “persone altolocate”, “persone di rilievo” (allo stesso modo dei tre “anashim” che si presentano ad Avraham)
    Yaacov ha lottato con governanti e persone altolocate (Elohim e Anashim): cioè con Esav e con Lavan (considerato secondo la tradizione il capo e il più potente di tutti coloro che esercitavano le arti magiche) e ha vinto.
    Il nome di Yaacov da ora sarà “Israel”
    “Ki sarita im elohim”, “Perché hai predominato sui governanti” (“Israel” ha la stessa radice di “sarita”).
    Il nome Yaacov, rinfacciatogli precedentemente da Esav nel senso di “akev”, “inganno”, per gli artifizi usati da sua madre allo scopo di ottenere per lui primogenitura e benedizione, resterà per l’uomo Yaacov, per le sue azioni di essere umano, ma viene sostituito da “Israel”, nelle sua funzione autorevole di leadership.
    All’alba, egli è rientrato nella sua terra con pieno diritto di podestà.
    La lotta è stata molto strenua e Yaacov non ne esce completamente indenne. Subisce un colpo estremamente duro, che lascerà il segno nella sua persona.

    A questo punto possiamo tranquillamente ritornare agli insegnamenti simbolici, mistici e profetici della Torah.

    La traduzione generalmente riporta un colpo all’anca e una lesione del nervo sciatico. Questa è una delle interpretazioni, sicuramente affidabile, dal momento che nell’halachà rabbinica è indicato da tempo immemorabile il divieto di mangiare l’arto inferiore dell’animale, se prima non è stato rimosso il nervo sciatico.
    La terminologia adoperata però suggerisce altre interpretazioni, non meno affidabili e suggestive.
    Innanzi tutto, l’anca è indicata come “kaf iarech” (kaf ierechò: la sua anca).
    Kaf è anche il palmo della mano (kaf yad), qualcosa di concavo.
    Ciò che invece è tradotto come “nervo sciatico” è “Ghid hanashè”. Il vocabolo “ghid”, indica qualcosa che può somigliare a ciò che penetra, che si unisce a qualcos’altro e, tenuto conto che l’espressione “hanashè” può essere tradotta con “delle donne”, l’espressione “ghid hanashè” può essere tradotta con “organi genitali” e l’espressione “kaf ierechò” può essere letta come “ la regione genitale di lui” (in anatomia: la regione del perineo).
    In altri termini, l’inviato di Esav, durante la lotta, avrebbe slealmente colpito Yaacov alla regione genitale, allo scopo di lederne la capacità procreativa e non proprio a caso Yaacov non avrà altri figli dopo questa battaglia, tranne Biniamin che nascerà di lì a poco, segno che Rahel era già incinta.
    Il fatto è significativo, è il tentativo di Esav-Edom di colpire Israel nella parte più importante: la sua discendenza, l’intero Popolo d’Israel.
    Come afferma il Nahmanide, ciò che accade ai Patriarchi è la prefigurazione degli eventi che accadranno alla loro discendenza.
    Esav-Edom, già nel sogno della scala, rappresenta Roma e il lungo esilio ancora oggi in corso.
    Roma è dapprima l’impero Romano, la disfatta drammatica del Popolo d’Israel, culminata con la catastrofe della distruzione del Tempio.
    A partire da Costantino e, successivamente, con la caduta dell’impero, Roma diviene il Cristianesimo, con tutto quello che conseguirà per duemila anni per Am Israel.
    Yaacov, in un primo momento ha intuito il pericolo grave che proveniva da Esav che avanza minaccioso con un esercito, determinato a impedirgli il rientro in Patria.
    Successivamente, vince la sua paura e, dopo aver messo al sicuro la famiglia e il suo seguito, dimostra grande coraggio: passa da solo lo Yabbok e affronta l’emissario di Esav. Nella battaglia però vi è un momento in cui abbassa la guardia, compie un errore di disattenzione o d’ ingenuità ed il nemico riesce a colpirlo e a ferirlo in modo significativo.
    Yaacov comprende che l’Ebreo non può permettersi di fidarsi a cuor leggero e, quando incontrerà Esav, avrà imparato la lezione. Non si fiderà dell’abbraccio del fratello e del suo falso pentimento.
    Tutta l’esegesi non ebraica inneggia al bacio di Esav a Yaacov come alla riconciliazione tra i due fratelli, ma il Midrash non dice questo. La tradizione riporta che Esav, nel fingere di baciare il fratello, tenta di morderlo al collo, allo scopo di ucciderlo.
    Yaacov ora è Israel. Ha imparato che non deve fidarsi nemmeno se Esav viene in pace ed infatti, all’invito di procedere insieme, declina con gentilezza, affermando che lo seguirà dopo, poiché egli procede lentamente, “al passo dei bambini” (che significa: “lentamente, secondo lo studio della Torah”) e la prova della comprensione del pericolo e della diffidenza, sta nel fatto che rassicurerà il fratello dandogli appuntamento a Seir, mentre invece procederà per Sukkot.
    Ormai la separazione e la distinzione tra Yaacov-Israel e Esav-Edom è inequivocabile e definitiva.
    [ Tolto il /QUOTE che altrimenti si legge male]





    O, diversamente:

    #entry267919853


    Dal Nuovo Commento alla Torah di Dante Lattes
    L'episodio è evidentemente allegorico e più che all'individuo Giacobbe si riferisce alla sua discendenza, a quel popolo che si chiamerà il popolo dei figli d'Israele e che dovrà combattere, nella lunga notte della sua storia, contro gli dèi del paganesimo e contro i loro seguaci e che, per quanto ferito, uscirà dalla lotta sempre invitto.

    Non è facile spiegare - come accade spesso nei miti e nelle allegorie - tutti i particolari dell'episodio. L'uomo che Giacobbe si trovò improvvisamente di fronte era un angiolo - i dottori del Midrash dicono che era il « genio » di Esaù,- sarò shel Esav-, (perchè ogni popolo ha, secondo la concezione rabbinica, il suo angiolo in Cielo, cioè la sua specifica e immutata individualità nella storia); quell'angiolo era dunque la personificazione delle inimicizie, delle lotte, delle rivalità che per l'uomo giacobbe erano in quel momento rappresentate dal fratello Esaù e che per il popolo d'Israele dovevano incarnarsi prima negli Idumei e al tempo di Erode l'idumeo, nei Romani che, nella terminologia rabbinica, ne ereditarono il nome e i caratteri di fiera ostilità.
    Secondo J.H.Hertz, l'episodio rappresenta la crisi della storia spirituale di Gíacobbe: la storia narra cioè il suo incontro coll'essere celeste, il cambiamento del suo nome in quello d'Israel, la benedizione dell'angiolo che aveva lottato con lui e la conseguente trasformaizone del suo carattere che, liberatosi dalle cattive e basse passioni, eleva l’anima ai più nobili ideali; (egli non è più Jaaqov, colui che ingannò suo padre e sostituì suo fratello nella primogenitura e nella benedizione, ma è Israel, il campione di D-o, il milite del Signore, il combattente contro le avverse situazioni provocate dalle imponderabili forze della storia, dalle inimicizie teologiche, o dalla malvagità degli uomini e dalle sue proprie passioni)

    Bisognerebbe ammettere, secondo la spiegazione data dal dr.J.H. Hertz, che l'angiolo sia l'incarnazione esteríorizzata di quanto c'era di impuro, di immorale, di basso, nello spirito di Giacobbe; ciò che è poco plausibile, perché si tratta di un essere divino, anzi della personificazione di D-o medesimo, d'un angiolo in figura umana con cui - come in altri casi – D-o si scambia e si immedesima: tanto è vero che Giacobbe dice di aver veduto Idd-o coi propri occhi (XXXII, 31), ed una delle interpretazioni date al nome Isràel è- ish raàh el- (l'uomo che- vide D-o). Si potrebbe spiegare l'allegoria, rispettando tutti i simboli e, per dir così, le persone dell'episodio, in questo modo: cioè che fino a quel momento Giacobbe aveva adoperato mezzi poco onesti per ottenere quanto credeva che gli spettasse di diritto, cioè l'astuzia e le vie coperte, e aveva approfittato più delle occasioni propizie che delle sue buone ragioni; ora egli aveva invece combattuto a viso aperto, per quanto fosse solo e fosse stato assalito all'improvviso, come in un'insidia nottuma, da un essere incommensurabilmente più forte di lui e non aveva tratto motivo di orgoglio dalla sua vittoria, ma anzi di profonda umiltà. Sono i due momenti áella sua vita, le due espressioni del suo carattere che il profeta Osea (XII, 4) riassume molto brevemente così: « Nell'alvo materno afferrò il fratello per il calcagno - e colla sua forza combattè contro un essere divino, - combatte coll'angiolo e vinse, - pianse e lo supplicò. – D-o lo trovò a Beth-el, - e là parlo con lui ».

    Israele deve seguire questo secondo metodo; solo allora la vittoria sarà meritata.

    Secondo una leggenda che deriva da antiche fonti della letteratura mistica, l'episodio avrebbe rivestito il carattere e il valore d'una specie di atto di riabilitazione di Giacobbe, sarebbe stato cioè il riconoscimento della sua onestà. L'angelo si sarebbe presentato a Giacobbe sotto le sembianze di Esaù e gli avrebbe detto: « Tu sei un impostore, pechè avevi detto a tuo padre di essere Esaù, il suo primogenito, ciò che era una menzogna ». di fronte a questa accusa, con cui dopo tanti anni egli veniva colpito tornando a casa, Giacobbe si sarebbe difeso, asserendo che quando aveva acquistato la primogenitura egli era diventato di pieno diritto il successore di Esaù. A quest'argomento l'angiolo avrebbe replicato, pronunziando una sentenza di piena assoluzione: « Da ora in poi non ti dovrai più chiamare Giacobbe,- l'impostore- ma Israele, cioè shèar-el, il rimanente di dio di cui parla il profeta Zefaniah (III,13)”. Il rimanente Israele non commette iniquità nè dice menzogne”. Non sarebbe la crisi spírituale di Giacobbe, quale ha voluto scoprirvi il dott. J.H. Hertz, ma la ribellione della sua coscienza, la lotta della sua onestà contro l'accusa d'inganno e d'impostura e contro il dubbio e il rimorso che forse lo mordevano, rivedendo i luoghi della sua giovinezza e preparandosi a incontrare il fratello. Nella notte silenziosa, solo colla sua coscienza, egli aveva vinto la lotta contro il rimorso, ma nelle carni gli erano rimasti i segni dell'aspra battaglia.

    Edited by ashkenazi - 20/12/2014, 19:13
     
    .
  6. MicheleSenna
     
    .

    User deleted


    Non volevo essere prolisso, ma ho moltissimi dubbi.
    E, lo credevo impossibile, ma questi dubbi sono aumentati.
    Se parliamo di allegoria, possiamo metterci dentro qualsiasi significato, escludo quindi questa ipotesi dalla discussione, perchè non potrebbe portare a nulla.
    Espongo quindi tutte le mie perplessità, sperando di non annoiare nessuno.


    [23]Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok. [24]Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. [25]Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora.

    Giacobbe rimane solo, poichè mogli, schiave, figli, averi, etc... , avevano già guadato il tratto d'acqua.
    Quindi Giacobbe interpone tutte le persone che lo seguono fra lui ed il suo fratello.


    [26]Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.

    Pensavo di non avere dubbi su questa frase, ma apprendo ora che potrebbe aver ricevuto un calcione nelle balle con conseguente rottura dei testicoli :o: :o: :o:


    [27]Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».

    Questa mi genera molti dubbi. Perchè lo spuntare dell'aurora è così importante? E' come se, qualora l'inviato di esav fosse rimasto lì durante o dopo l'aurora, gli sarebbe successo qualcosa di molto spiacevole. Perchè?
    Giacobbe gli risponde che prima che lo lascerà andare, dovrà benedirlo. Tenendo presente che per benedizione, prendiamo per buona la supremazia economica, quell'emissario chi era per dargliela? Giacobbe teme il fratello anche dopo questo confonto con l'emissario. Quindi la benedizione datagli da questo non ha cambiato nulla, e questo non mi spiego come si leghi al resto del racconto.


    [28]Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». [29]Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!».

    Cosa significa Israele?
    Se l'emissario era di Esav, come poteva non conoscere il nome del fratello di Esav? Se non ne conosceva il nome, come poteva identificarlo, in quanto fratello di Esav? (Giacobbe, a differenza di Esav, non aveva il folto pelo rosso).
    Se a parlare è stato l'emissario di Esav e non Dio, com'è possibile che Giacobbe abbia accettato il cambiamento del suo nome? Israele è un nome dato da un uomo ad un altro uomo? Israele


    [30]Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.

    Non capisco perchè gli chieda il nome precedente ad Israele, tanto lo cambierà.


    [31]Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
    [32]Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. [33]Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.


    Che senso ha il fatto di non mangiare più il nervo sciatico, in quanto Giacobbe venne colpito lì?
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    459
    Location
    Da lì

    Status
    Offline
    E se stessero pregando?
     
    .
  8. MicheleSenna
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Alma the First @ 20/12/2014, 21:48) 
    E se stessero pregando?

    Quando? Quale parola lascia intendere che pregano?
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    459
    Location
    Da lì

    Status
    Offline
    CITAZIONE (MicheleSenna @ 20/12/2014, 23:15) 
    CITAZIONE (Alma the First @ 20/12/2014, 21:48) 
    E se stessero pregando?

    Quando? Quale parola lascia intendere che pregano?

    Nessuna :P Mi risulta difficile credere che abbiano lottato per una intera notte; ergo ho pensato a una battaglia spirituale. D'altronde se si rimane in ginocchio per tantissimo tempo gli arti si atrofizzano.

    Condivido il senso delle tue domande e delle tue perplessità, non soddisfatte dalla primaria interpretazione ebraica.

    Al verso 30 forse ti sei espresso male, ma è Giacobbe che chiede il nome al suo avversario. I nomi di angeli che si ritrovano nella tradizione ebraica sono "apocrifi"?

    Mi sembra di aver letto che i malachim(esseri divini intesi) si dissolvono alla luce del sole. Me lo sto inventando? :wacko:
     
    .
  10. MicheleSenna
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Alma the First @ 18/1/2015, 14:53) 
    Mi sembra di aver letto che i malachim(esseri divini intesi) si dissolvono alla luce del sole. Me lo sto inventando? :wacko:

    Dove lo hai letto? Non l'avevo mai sentita.
    Penso ti stia confondendo, con i vampiri od i pupazzi di neve. :D
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    אריאל פינטור

    Group
    Member
    Posts
    7,755
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    La lotta ha un significato simbolico: la notte è il lungo esilio ventennale che deve ad un certo punto necessariamente terminare all'alba.
    La benedizione è semplicemente il riconoscimento ufficiale da parte dell'emissario di Esav della supremazia politica ed economica di Israel ed è anche in questo senso che va il cambio del nome che, proprio perché viene dal nemico, ne ratifica l'importanza e il senso
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    459
    Location
    Da lì

    Status
    Offline
    CITAZIONE (MicheleSenna @ 18/1/2015, 16:19) 
    CITAZIONE (Alma the First @ 18/1/2015, 14:53) 
    Mi sembra di aver letto che i malachim(esseri divini intesi) si dissolvono alla luce del sole. Me lo sto inventando? :wacko:

    Dove lo hai letto? Non l'avevo mai sentita.
    Penso ti stia confondendo, con i vampiri od i pupazzi di neve. :D

    :D Mi sono confuso con il fatto che gli angeli(sempre in riferimento a quelli di natura soprannaturale, alquanto rari nelle loro manifestazioni secondo l'ebraismo) si dissolvono una volta portato a termine il loro compito(e questo l'ho letto per certo).

    CITAZIONE (ashkenazi @ 20/12/2014, 19:46) 
    Yaacov si appresta a rientrare in Eretz Israel dopo venti anni e si trova alla frontiera, il fiume Yabbok. Egli è fuggito dall’ira di suo fratello Esav, avendo ricevuto sia il diritto di primogenitura (leadership “politica”), sia la benedizione di Ytzkach (leadership “economica”).

    Ma la primogenitura non comporta esplicitamente l'eredità doppia dei beni paterni, oltre che il rango del padre? Non comprendo la differenziazione che sussiste tra le due attribuzioni: la benedizione non è il riconoscimento della primogenitura? Mi chiedo se Isacco fosse stato a conoscenza del famoso episodio del piatto di minestra.

    A onor del vero non comprendo in aggiunta come la benedizione abbia potuto ritenersi regolare scoperta la frode, i suoi effetti non si sarebbero dovuti annullare?

    Ritornando alla discussione uomo altolocato/ministro(dopo aver preso atto che nella esegesi ebraica non è esclusa la sua identificazione come angelo), porrei i riflettori su Genesi 35:

    9 Dio apparve ancora a Giacobbe, quando questi veniva da Paddan-Aram, e lo benedisse. 10 Dio gli disse: «Il tuo nome è Giacobbe. Tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele». E lo chiamò Israele.

    Di conseguenza, che il "lottatore di wrestling" fosse soltanto un emissario di Esav non mi convince; qualche suggerimento su "Israele" deve averlo ricevuto.
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    אריאל פינטור

    Group
    Member
    Posts
    7,755
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    [QUOTE]Ma la primogenitura non comporta esplicitamente l'eredità doppia dei beni paterni, oltre che il rango del padre? Non comprendo la differenziazione che sussiste tra le due attribuzioni: la benedizione non è il riconoscimento della primogenitura? Mi chiedo se Isacco fosse stato a conoscenza del famoso episodio del piatto di minestra.

    A onor del vero non comprendo in aggiunta come la benedizione abbia potuto ritenersi regolare scoperta la frode, i suoi effetti non si sarebbero dovuti annullare?/QUOTE]

    Isacco lo seppe e se ne contrariò perché de vecchio non si rendeva conto che Esav non ne era degno, cosa che non era sfuggita alla madre che conoscendo il figlio ben sapeva. La Torah lo dice chiaramente nel suo linguaggio particolare: Esav era dedito alla caccia mentre Yaacov era uno di campo e soprattutto "uomo della tenda. "La tenda" è una metafora per indicare lo studio della Torah.
    La benedizione è qualcosa di irrevocabile: una volta data non si torna indietro. Anche Esav sarà poi benedetto quanto a ricchezze ma non potrà essere il capostipite del popolo di Israele. Da lui discenderanno altre popolazioni, spesso in lotta contro Israel)

    [QUOTE]Di conseguenza, che il "lottatore di wrestling" fosse soltanto un emissario di Esav non mi convince; qualche suggerimento su "Israele" deve averlo ricevuto.
    /QUOTE]
    Più che un lottatore direi che era un emissario poiché il testo lo definisce "sar Esav" (ministro di Esav).
    Ma non fa nulla che non ti convinca. Puoi sempre trovare tu una spiegazione più convincente di quella della tradizione talmudica
     
    .
  14. Karmelsr
     
    .

    User deleted


    E quali popoli discesero da Esav?
     
    .
  15. il_gico
     
    .

    User deleted


    Mi sa che tra i discendenti di esav (che poi significa peloso o rude?) ci fossero gli edomiti.
    Una volta mi pare di aver letto qualcosa che collegava questo popolo all'Italia.
    qui ci vuole consulenza ebraica...
     
    .
52 replies since 20/12/2014, 17:19   3888 views
  Share  
.