Isacco: davvero aveva 37 anni sul Monte Mòria?

La Bibbia non dice chiaramente che l'età di Isacco fosse questa. Da dove si ricava quindi questo dato?

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    Salve a tutti,
    ho letto qui su questo forum di consulenza che si è detto spesso che Isacco, durante l'episodio del mancato olocausto sul Monte Mòria, avesse 37 anni.
    Questo calcolo si basa esclusivamente sul fatto che la madre, Sara, lo partorisce quando ha 90 anni e poi muore a 127 anni. Quindi dal parto di Isacco fino alla morte di Sara passano 37. E siccome la morte di Sara avviene dopo il racconto della legatura di Isacco, si conclude che Sara sia morta quando Abramo e Isacco discesero dal Monte Mòria.
    Ma questo non è raccontato nel testo, né si può ritenere la cosa una conseguenza logica obbligatoria.
    Dal testo non si evince quanto tempo trascorra dalla nascita di Isacco all'episodio del Monte Mòria, né si deduce dopo quanto tempo da quell'episodio avvenga la morte di Sara.
    Anzi, il testo dice che quando Abramo scende dal Monte Mòria torna a Bersabea e poi dice "e abitò a Bersabea".
    Poi dice che Sarà morì a 127 anni a Ebron.
    Questo ci dovrebbe dire che se quando Abramo scese dal Monte Mòria con Isacco salvo, abitò a Bersabea e poi Sara morì a Ebron, essi si erano spostati, ma la cosa non poté avvenire certo nell'immediato.
    Altrimenti non si sarebbe potuto dire che Abramo "abitò" a Bersabea. Abramo non fu di passaggio lì, ma vi dimorò, ci stette.
    E comunque nulla dice che Sara sia morta nell'anno in cui Abramo e Isacco discesero dal Monte Mòria né nulla ci viene detto di quando Abramo e Isacco su quel monte ci salirono.
    Da dove si può avere quindi certezza che Isacco avesse 37 anni durante l'episodio della legatura?
    Non si può sapere né se ne avesse 30 né se ne aveva 20, né 10 con nessuna certezza leggendo il testo.
    Chiedo se magari ci sono altre valutazioni talmudiche o midrashiche che possono aiutare a chiarire questo dubbio.

     
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    אריאל פינטור

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    "Questo calcolo si basa esclusivamente sul fatto che la madre, Sara, lo partorisce quando ha 90 anni e poi muore a 127 anni. Quindi dal parto di Isacco fino alla morte di Sara passano 37. E siccome la morte di Sara avviene dopo il racconto della legatura di Isacco, si conclude che Sara sia morta quando Abramo e Isacco discesero dal Monte Mòria. Ma questo non è raccontato nel testo, né si può ritenere la cosa una conseguenza logica obbligatoria."
    Invece è raccontato esattamente così ed è una deduzione ovvia
     
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    Mi scusi Negev,
    sono qui per imparare. Mi sono iscritto al Forum per ricevere consulenza, infatti. Pertanto la mia gioia è ricevere dalle persone più competenti nozioni da imparare riguardo la cultura ebraica e le Scritture Ebraiche per studiare meglio anche il Cristianesimo. Credo sia appunto lo scopo del forum.
    Pertanto sarei veramente felice di ricevere da voi insegnamenti e dimostrazioni che mi insegnino cose interessanti.

    Non ho trovato però che il racconto specifichi quello che lei ha detto. L'ho riletto più volte, direttamente dalla traduzione in italiano, e non riesco a carpirne la deduzione che Sara muoia quando Abramo e Isacco scendano dal Monte Mòria. Anzi, mi sembra proprio di avvertire il contrario... Ma gradirei qualche illuminazione maggiore da voi.

    <<il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito [...] Abramo piantò un tamerisco a Bersabea, e lì invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità. E visse come forestiero nel territorio dei Filistei per molto tempo. Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò» [...] Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea. Dopo queste cose, fu annunciato ad Abramo che anche Milca aveva partorito figli a Nacor, suo fratello [...] Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat-Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla>>.

    Ho abbreviato il capitolo 21, 22 e 23 dove se si legge non dice affatto che Sara morì quando Abramo discese da Mòria. Anzi, dice che tornarono a Bersabea e Abramo abitò a Bersabea. Quasi a far intendere che poi passò del tempo. Poi dice che "dopo queste cose" fu annunciato ad Abramo la nascita dei nipoti, non dice che "dopo queste cose" Sara morì. Poi un altro discorso (il capitolo 23) inizia dicendo direttamente quanti furono gli anni della vita di Sara e che Sara morì a Ebron e non a Bersabea dove Abramo tornò quando scese da Mòria.
    Io credo che bisognerebbe capire meglio.

    Anche perché poi il brano della legatura di Isacco (Genesi 22, 12) dice così:
    <<l'angelo disse: «Non stendere la mano contro il RAGAZZO e non fargli niente>>.
    Il termine che la CEI traduce con "ragazzo" dovrebbe essere, se non erro [na‛ar].
    Che lo Strong traduce con BOY, specificando che si tratti "from the age of infancy to adolescence". Quindi un'età compresa dall'infanzia all'adolescenza. Mi aspetterei fino ai 13, 14, 15 anni...
    Perché l'angelo non chiama Isacco "uomo adulto" ma lo chiama "na'ar" che, se non adolescente, significa comunque uomo giovane? Un uomo di 37 anni poteva essere considerato "na'ar"?
    Se a 12 anni il Bar Mitzà era considerato un adulto... come poteva un 37enne essere considerato ancora giovane?
    Queste mie perplessità sono solo una richiesta di chiarimento e di insegnamento da parte vostra.
    Perché da come ho letto non riesco a trovare logico che Sara muoia nello stesso anno della legatura di Isacco. Non si capisce da come è scritto. Potrebbero essere anche passati tanti anni. Non è chiaro.
     
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    אריאל פינטור

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    Scusa ma se ha partorito a 90 anni e al ritorno dal monte Morià muore a 127 anni, che vuol dire? Che il figlio aveva 37 anni
     
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    Abramo scese dal monte, tornò dai suoi servi ed insieme si recarono a Beer-Sceba, mentre Sara morì a Chiriat-Arba ed effettivamente non c'è scritto che accadde mentre Abramo scese dal monte.
     
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    אריאל פינטור

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    Quanto pensate che disti Beer Sheva da Kitiat Arba?
    O credere che su rimasto in villeggiatura a Beer Sheva?
    Subito dopo seppellisce la moglie comprando Mearat ha Machpela da Efron. Quindi probabilmente Isacco non aveva 37 anni esatti ma 37 anni e tre o quattro giorni 😬😬😬
     
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    Cercherò di fare un esempio. Diciamo che scrivo un breve tema dove parlo di alcuni avvenimenti della mia famiglia:

    <<mia madre mi partorì quando aveva 40 anni e mio padre ne aveva 50. Io andavo a scuola a Roma e lì feci le scuole elementari. Una volta un vicino di casa litigò con mio padre poi si riappacificarono e da allora furono grandi amici, e infatti alcune volte andavamo in vacanza con lui e la sua famiglia. Dopo questi fatti io e mio padre salimmo da Roma a Milano per andare a comprare un auto nuova. Quando scendemmo da Milano con l'auto tornammo a Roma, ed abitammo a Roma. Dopo queste cose mio padre seppe che mio zio aveva avuto due gemelli. La vita di mia madre fu di 80 anni. Morì a 85 anni a Firenze>>.

    Grossomodo, nella Bibbia è scritto questo (ovviamente ho parafrasato le cose inventandone di fantasia). Leggendo ciò che ho scritto chi di voi potrebbe dire che mia madre è morta quando io e mio padre siamo scesi da Milano a Roma con l'auto nuova? Chi può dire quanti anni avevo quando andai con mio padre a Milano a prendere l'auto nuova? Come si può dire che mia madre morì a Firenze nello stesso anno in cui io e mio padre tornammo a Roma ed abitammo a Roma?
    Certo, le cose potrebbero anche essere andate così... ma non può essere certo. Io potrei essere nato nel 1950, essere andato con mio padre a Milano nel 1970 ed essermi trasferito a Firenze nel 1990 dove morì mia madre.

    E' per questo che dico che non è chiaro che Isacco avesse 37 anni sul Monte Mòria. Così come non è chiaro che Sara morì quando i due tornarono da Mòria. Potrebbe essere, ma potrebbe anche non essere. Non ci sono elementi per poterlo dire con nessun margine di sicurezza.
    Anzi, da come leggo io la Bibbia propenderei per capire che Isacco sul Monte Mòria è un giovanotto, non un uomo adulto. E non lo si capisce solo dal fatto che viene chiamato "ragazzo" dall'angelo, ma anche da come lui parla col padre riguardo al paventato sacrificio.
    Un uomo di 37 anni va a fare un olocausto col padre anziano da Bersabea e Mòria, e mentre lasciano i servi giù al monte, gli viene caricata la legna sulle spalle dal padre (un uomo di 37 anni se la poteva anche caricare da solo...non c'era bisogno che gliela mettesse il padre sulla schiena...) e vede il padre che si arma di coltello e fuoco acceso, e si prepara alla salita di una montagna e non dice: "Guarda che ci stiamo dimenticando l'agnello...". Isacco non si era reso conto nel salire che l'agnello non c'era? A me pare invece l'ingenua riflessione di un giovanetto che se ne rende conto solo dopo.

    Poi c'è ancora un'altra cosa che mi fa pensare che Isacco fosse più giovane... ed è il seguente versetto:
    <<abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna>>.
    Abramo aveva 100 anni quando nacque Isacco, se Isacco aveva 37 anni, Abramo sul Mòria avrebbe avuto 137 anni. Se io fossi un uomo di 137 anni, che mi ero fatto un viaggio, salito una montagna, costruito un altare di pietre, sistemato la legna... come avrei posizionato mio figlio 37enne sull'Altare?
    Mi sarei spezzato la schiena a prenderlo in braccio e sollevato fino all'ara?
    La Bibbia dice che Abramo prima lo legò e poi lo depose sull'altare. Se Isacco avesse avuto 37 anni, non sarebbe stato lo stesso se si fosse disteso lui sull'altare e poi il padre l'avesse legato disteso?
    Invece si sarebbe fatto legare dal padre prima e poi fattosi alzare da un vecchio di 137 anni?

    Ripeto, sono qui per imparare. Ma alcune cose mi sembrano improbabili. Però sono pronto a ricevere altri insegnamenti da chi ne sa più di me.
     
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    CITAZIONE (Negev @ 8/11/2017, 18:40) 
    Quanto pensate che disti Beer Sheva da Kitiat Arba?

    Una cinquantina di Km in linea d'aria. Di cammino qualcosina in più.
    Ma non è questione che Abramo non poteva spostarsi da Bersabea e Ebron... è questione che il testo non dice che Sara morì quando loro scesero da Mòria. Non solo non lo dice, ma non è neppure ovvio che fu così. Anzi, quando Abramo scende da Mòria, la Bibbia dice che abitò a Bersabea.
    Se Sara fosse morta qualche giorno dopo a 50 Km di distanza poiché si erano già spostati da lì, non si poteva dire che Abramo abitò a Bersabea dopo essere sceso da Mòria.
    La Bibbia dice che Abramo scese da Mòria e [yâshab] a Bersabea.
    Che se non erro dovrebbe significare "dimorare, rimanere, sedersi, stabilirsi".
    Dovremmo pensare che Abramo si stabilisce a Bersabea ma per pochissimi tempo perché si sposta a Ebron dove Sara muore... ma mi sembra una forzatura che nel testo non c'è.
     
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    Non sono affatto ferrato in esegesi del testo biblico, ed ancora meno lo sono riguardo all'episodio della legatura di Isacco che reputo veramente uno dei più difficili.

    Provo però ad indicarvi un punto di vista diverso, nel caso vi possa interessare e vogliate continuare la vostra ricerca.

    Per questo mi occorre fare una premessa.

    Leggere il testo biblico o tradotto o in lingua ebraica, in questo caso non credo cambi troppo. Potremmo anche addirittura leggere il Targum Onkelos in aramaico anzichè il testo masoretico, ci si ritroverebbe un attimino disorientati, ma ancora non credo che cambierebbe troppo.

    Però la tradizione ebraica, da quel che si apprende anche in queste pagine, non si è mai basata esclusivamente sul "solo tanakh scritto". Il testo presume sempre una tradizione orale alle spalle, che chiarifica come intenderlo.
    In questo caso quanto scritto è un po' come se fosse uno striminzito promemoria, di qualcosa di molto più ampio e che l'ebraismo sa come va inteso.

    Quindi giusto l'esempio di Eleasa, comprensibile questione da porsi.

    Però ne faccio un altro:
    se io sottolineassi i vostri interventi, e poi unissi fra loro le mie sottolineature (che farei con qualche preciso fine, quindi avrebbero un loro criterio interno per esser fatte in quel modo, ma che conosco solo io), ne verrebbe fuori un testo che

    - appare una sequenza di affermazioni scollegate fra loro, o non collegate con tutta evidenza
    - a chi non ha letto questo topic non direbbe nulla di tutto il resto della dicussione
    - ma se io usassi questo promemoria per parlare del topic con chi lo ha letto sapremmo entrambi senza difficoltà di cosa stiamo parlando, e se il mio interlocutore non lo sapesse, gli riassumerei solo a voce il resto che conteneva, e cosa collega tra loro le mie sottolineature, perchè le ho fatte in quel modo, perchè per iscritto gli riporto solo quelle, e come interpretarle: di fatto a me ed a lui bastano quelle sottolineature, come promemoria, per riflettere ciò che dobbiamo riflettere
    - qualcuno un domani, trovando uno scritto con la collezione delle mie sottolineature dirà: ma il testo non dice esplicitamente che....

    Questa tradizione orale diretta si è riversata nel tempo in altri testi, che la testimoniano, che non sono meno importanti affatto del Tanakh. Poi, secondo alcuni sarebbe tutta riversata in questi scritti, secondo altri invece - cosa molto più probabile - questi non sono ancora tutto affatto, ed una ulteriore oralità ha continuato a tramandarsi al di fuori dello scritto.

    Comunque i testi che la testimoniano sono tanti, e fra essi Talmud, in particolare l'haggadah ( http://it.wikipedia.org/wiki/Haggadah ), poi i midrash ... etc.

    Potete dare un'occhiata qui, anche nello spoiler
    #entry606477142
    e poi direttamente qui www.sefaria.org/texts
    per avere il riferimento di una fonte disponibile.

    Termina qui la premessa che è un po' off-topic, ma era necessaria (e casomai se ne volete parlare potete proseguire in appositi topic).

    L'episodio della legatura di Isacco non è esaurito nel Tanakh ma si possono trovare una quantità enorme di altre informazioni, analisi e considerazioni, che lo chiarificano, ma va consultato, appunto, altro.

    Torniamo al solo particolare dell'età di Isacco.

    Incuriosito dal fatto che Negev tenga strettamente collegata la discesa dal Monte Moria alla morte di Sara, ho fatto una breve ricerca da cui mi è risultata una lettura della tradizione haggadica documentata nel Talmud che riporta la morte di Sara conseguente al fatto che le giunse la (falsa) notizia della morte di Isacco nel sacrificio.

    Evidentemente non avrebbe avuto alcun senso tenere uniti quei fatti se non vi fosse stato una connessione fra loro. In pratica non è una cronaca o una semplice cronologia di eventi indipendenti l'uno dall'altro e probabilmente la tradizione non la ha mai tramandata, sin dall'epoca dei fatti stessi, o dall'epoca in cui furono scritti, in questo modo.

    Restano molte questioni da approfondire. Per esempio comprendere la connessione fra questa lettura e il fatto che anche si trovi, nell'esegesi ebraica, densa di molti altri elementi che per noi possono essere autentici macigni, questo evento trattato come una sorta di sogno profetico (scusate se non trovo parole migliori, forse non sono perfettamente adeguate).

    Ovviamente personalmente non sono in grado di chiarificare nulla, ogni volta che trovo nuovi elementi il quadro si complica, non ne ho in mano a sufficienza, e personalmente non sono riuscito a venire a capo del significato di questo episodio.
     
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    Però la tradizione ebraica, da quel che si apprende anche in queste pagine, non si è mai basata esclusivamente sul "solo tanakh scritto". Il testo presume sempre una tradizione orale alle spalle, che chiarifica come intenderlo.

    Il tuo esempio è chiarissimo Yes Yes, e arguta la riflessione. Ma resto ancora a pensare. Ad esempio, vero è che la Bibbia scritta deve essersi sicuramente basata su un racconto che prima era orale, come tu dici era "alle spalle", ma appunto ciò vuol dire che dovrebbe precedere il testo scritto. Attualmente i testi ebraici che contengono la tradizioni orale sono precedenti alla Bibbia scritta? Sono successivi? Sono testi in cui la stessa tradizione orale è diventata poi qualcosa di scritto. Allora certi testi contenenti la tradizione orale non è detto che siano testimoni di quei racconti precedenti al testo scritto biblico.

    CITAZIONE
    In questo caso quanto scritto è un po' come se fosse uno striminzito promemoria, di qualcosa di molto più ampio e che l'ebraismo sa come va inteso

    Ottima analisi. E come dici tu se si usasse questo promemoria per parlare con chi sa non sarebbe necessario scendere in tanti dettagli e dire cose ovvie, superflue, e chiarire passaggi già ben noti e logici per chi li conosce. Anche se l'esempio del promemoria, accostato alla Bibbia, talvolta può aiutare, talvolta no. Ad esempio, quando mi trovò di fronte brani in cui leggo che Abramo, costruì un altare, vi posò sopra la legna, legò il figlio, lo pose sopra la legna etc... mi sembra di leggere una descrizione ben precisa, finanche nei movimenti fatti, piuttosto che solo un promemoria utile a rammentarmi delle sequenze o dei fatti che poi amplierò parlandone. Avrei potuto infatti dire semplicemente "Abramo stava per sacrificare Isacco quando..." perché chi legge sa bene che per fare un sacrificio devo avere un altare, devo metterci della legna sopra, devi porci sopra la vittima etc. E non mi servirebbe annotarlo nemmeno per ricordarmi di narrarlo a voce, poiché saprei benissimo quali dettagli dire per descrivere un sacrificio.
    Invece pare che la Bibbia sia, talvolta, così precisa nelle sequenze, nella descrizione di certe azioni...


    1 Libro dei Re capitolo 21:

    versetto 4 <<e Acab se ne tornò a casa sua triste e irritato [...] Si gettò sul suo letto, voltò la faccia verso il muro, e non prese cibo>>

    versetto 27 <<quando Acab udì queste parole, si stracciò le vesti, si coprì con un sacco, e digiunò; dormiva avvolto nel sacco, e camminava a passo lento>>

    Talvolta la Bibbia ci descrive le sensazioni provate, le emozioni, il camminare lento di una persona triste, il lato del letto su cui si voltò, il modo di come dormiva...
    Certi racconti sembrano destinati a uno scopo diverso da quello del "promemoria" utile a riflettere partendo da appunti, schemi, nozioni tramandatesi oralmente per conservarne memoria...
    Fermo restando che, come dici tu, potrebbero esserci tantissime cose non dette, non scritte, che si sono però comunque tramandate oralmente tra chi sa, e che potrebbe anche sapere che Sara è morta nello stesso anno in cui Isacco aveva vissuto l'episodio della legatura...

    CITAZIONE
    L'episodio della legatura di Isacco non è esaurito nel Tanakh ma si possono trovare una quantità enorme di altre informazioni, analisi e considerazioni, che lo chiarificano, ma va consultato, appunto, altro

    Altro che potrebbe tuttavia essere verosimile o meno, accettabile o meno, logico o illogico, condivisibile oppure no. Come ad esempio mi appare surreale la morte per crepacuore di Sara, per lo schianto della notizia falsa della morte del figlio Isacco.
    Il testo scritto può mancare di qualcosa che la tradizione orale può integrare, ma diventa complesso quando la tradizione orale inizia a contraddire la Bibbia scritta la quale, ad esempio, ci dice che Abramo ed Isacco si distaccarono dai servi e salirono soli sul Monte Mòria, e lì, mentre erano soli Abramo rivelò a Isacco cosa stava per fare e poi non fece. Chi poteva andare intanto da Sara a portare la notizia di qualcosa che nessuno conosceva? Chi potrebbe aver preceduto Abramo nel raccontare a Sara questa cosa? Né possiamo immaginare che Abramo avesse fatto questa confidenza a Sara prima di mettersi in cammino... la Bibbia avrebbe certo rivelato una tragedia del genere, e mi risulta davvero difficile pensare all'Eterno che "mette alla prova" Abramo salvando poi Isacco e provocando la morte della povera Sara...

    CITAZIONE
    Non avrebbe avuto alcun senso tenere uniti quei fatti se non vi fosse stato una connessione fra loro

    Beh sì, lo scopo "promemoria" potrebbe prevedere invece una successione di fatti messi l'uno dietro l'altro anche senza una connessione tra loro.
    In fin dei conti gli elementi sono tanti è vero, ma la maggioranza di essi, la somma proprio di tutti, mi fa propendere per la comprensione di una legatura di un Isacco giovane, molto più giovane di 37 anni.
     
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    Personalmente penso che l'episodio debba contenere un significato, un insegnamento (sensato dal punto di vista ebraico, non dal mio), qualsiasi cosa ne chiarifichi il senso, ciò che deve trasmettere, venire a significare, è la risposta giusta.
    Ora si può leggere in pagine ebraiche che D.o non può aver chiesto un sacrificio umano, dal momento che li aveva già chiaramente proibiti, e questo Abramo avrebbe dovuto saperlo, eppure ritiene di comprendere che gli venga chiesto ciò. In tutti i commenti ebraici che ho letto, l'età adulta di Isacco risulta un elemento fondamentale (mai ho letto si parli di un bambino per esempio), un'età in cui era capace di consenso, quindi poteva essere partecipe della prova, e questo potrebbe essere un elemento non marginale nella ricerca di senso. Un significato che se deve insegnare qualcosa deve avere un senso al fine positivo.
    Di più penso che il racconto sia una prova più per il lettore che la interpreta che per i protagonisti.
    Quindi propendo per assumere la tesi che Isacco fosse adulto, ammetto che per ora seguo un intuito.
    Ti mostro una cosa, puoi leggere anche questo http://forumbiblico.forumfree.it/?t=51589502
    Qui trovi scritto che
    "la TRADIZIONE racconta che la lama penetrò in Itzchak, prima che Hashem ordinasse di non ucciderlo e Itzchak fu portato nel Gan Eden dai malachim dove rimase per tre anni fino alla guarigione".
    Ora ti domando, mentre sembra che tu cerchi elementi fattuali concreti per ricostruire un fatto realmente avvenuto, questo elemento tradizionale non ti sembra invece riportare il tutto ad una sorta di "visione", quasi onirica? (per questo ho usato l'espressione "sogno profetico", non nel senso che prevede/racconta un futuro, ma nel senso che scava, invita a guardare nell'animo dei personaggi, e il lettore nel proprio).
    Osserva il lavoro che fa la tradizione quando narra "che la lama penetrò in Itzchak, prima che Hashem ordinasse di non ucciderlo", l'effetto che fa, se la assumo sto credendo che Abramo eseguì, credette che D.o gli avesse realmente chiesto ciò ed eseguì, ... con tutte le conseguenze del caso.
    Personalmente non credo neppure che Sara morì a causa di ciò ma solo che il fatto viene narrato per indicare, sottolineare, l'età di Isacco.
    Nonostante le tue obiezioni, tuttavia, la falsa notizia (proprio perchè falsa) potrebbe esserle giunta (per esempio qualcuno potrebbe aver finto di esser stato presente sul luogo, non visto).

    Tengo a ripetere che non è che io questo episodio lo abbia capito, affatto, leggendo pagine ebraiche lo si trova talmente sempre più denso di considerazioni che si ha la sensazione di qualcosa di molto difficile di cui venire a capo.

    Potrei però benissimo ritenere che Abramo sia salito al monte per compiere il sacrificio (non di suo figlio), che D.o non gli abbia mai richiesto di sacrificare suo figlio, e che nemmeno lui si sia sbagliato ed abbia inteso ciò, tantomeno Isacco. In effetti se D.o aveva già proibito sacrifici umani, perchè Abramo avrebbe dovuto credere che gli fosse stato richiesto? E non avrebbe già insegnato a suo figlio che D.o al contrario li proibisce? Solo con questa considerazione potrei pensare che nulla di ciò che viene raccontato sia mai avvenuto, ma solo che Abramo andò a compiere il sacrificio permesso.
    Mentre noto che la tradizione orale estremizza il fatto e le conseguenze, quasi a mostrare a chi vi ragiona, dove porterebbe ciò che sta pensando. Salvo poi far si che D.o salvi sempre la situazione e ripari tutti i misfatti (realmente accaduti o nel pensiero di chi interpreta?).

    E un racconto un po' strano, non trovi?
     
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    il significato non sta solo nel fatto che Dio abbia chiesto il sacrificio per mettere alla prova la fede di Abramo. la richiesta scaturisce dal fatto che Dio ha ordinato precedentemente ad Abramo di Prendere possesso della terra a lui promessa. Prendere possesso, non stringere alleanza con Avimelech, un re pagano. Abramo ritiene più prudente un'alleanza, rispetto ad una presa di possesso e questo contraddice l'ordine. Di conseguenza, se Abramo ritiene di agire di testa sua, non ha senso la promessa di un figlio che ne erediti la regalità e che sia il capostipite di un popolo.
    E' ovvio che Dio non intende affatto punire Abramo, ma solo insegnargli qualcosa e cioè che è un Dio che mantiene le promesse a condizione di una abnegazione e una fede assolute e questo: "Io sono colui che mantiene le promesse" è la traduzione dell'espressione "Ehiè Asher Ehiè" che farà poi a Mosè. Nel momento in cui chiede il sacrificio, sia Abramo che Isacco si chiedono come sia possibile, visto che Isacco era stato donato per dare seguito ad una discendenza più numerosa delle stelle. Si tratta o no di un Dio che mantiene le promesse? e qui subentra la fede di nuovo
     
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  13. yes yes
     
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    Io non capisco dove è il difetto, comunque ho aperto un nuovo argomento su Abramo, Avimelech e il possesso della terra.
     
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