L'ARTE nell'ebraismo

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  1. IL CASTELLO
     
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    Un saluto a tutti.
    Vorrei porre due domande:

    Come viene concepita l'ARTE nel mondo ebraico e che differenza c'è, se c'è, fra l'arte tradizionale ebraica e quella moderno-contemporanea?
     
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  2. Mythos2011
     
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    Ti consiglio un bel libro di CHAIM POTOK, Il mio nome è Asher Lev . E' la storia di un bambino, figlio di un Rav, che ha un dono. E' un artista fenomenale ma i suoi ritratti destano perplessità all'interno della sua comunità (ladover) in America. Più in là (non ci sono ancora arrivato) si confronterà anche con i capolavori dell'arte europea, immagini religiose cristiane, etc. Secondo me, da leggere.
    Saluti.
     
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  3. IL CASTELLO
     
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    Grazie del consiglio; se mi capiterà di trovare il libro lo leggerò.

    Nel frattempo sarei davvero curioso di sapere qual'è e quale è stato il modo di porsi del popolo ebraico rispetto al fenomeno dell'Arte.

    Soprattutto sarei curioso di sapere se per i sapienti ebrei, studiosi della Torah, è possibile rappresentare esseri del cielo del mare o della terra [al di là della loro eventuale funzione di IDOLI].

    Ancora: v'è qualcuno fra i Sapienti, o magari nel Talmud, che ha DEFINITO COSA è l'ARTE e quale sia LA SUA FUNZIONE nella società umana?

    Sarei davvero grato se qualcuno in questo forum potesse rispondermi.

    Un saluto
     
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    אריאל פינטור

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    Certamente è del tutto lecito dipingere pesci, uccelli e animali. Il divieto, appunto, è relativo all'uso idolatrico
     
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  5. IL CASTELLO
     
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    Grazie Negev.

    Avrebbe qualche titolo o qualche autore da consigliare che spieghi il rapporto fra arte tradizionale, arte moderna ed ebraismo?
     
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  6. teista
     
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    Caro amico, è un argomento piuttosto complesso. A te (ci possiamo dare del tu?) interessa parlare d'arte in campo strettamente halachico oppure più in generale?

    Ci sarebbe anche da dire anche riguardo all'arte moderna, ma parlando per punti possiamo discorrere approfondendo; te lo scrivo da appassionato di pittura astratta ;)

    Shalom
     
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  7. IL CASTELLO
     
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    Spero di non contrariarLa, ma Le sarei molto grato se potessimo mantenere un rapporto il più possibile formale. Grazie.

    +

    Il tema che mi interessa è questo:

    1] Esiste in ambito halakhico una visione definita di cosa sia l'Arte e di che funzione svolga nella società umana?

    2] Da questo punto di vista come considerano gli ebrei l'Arte moderno-contemporanea?

    +

    Un saluto
     
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  8. teista
     
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    Nessun problema nel seguire il suo intendimento.

    Venendo alla prima domanda, non vi è una preclusione della Halakhà nei confronti dell’arte; come potrebbe essere altrimenti in una cultura che ha visto nascere il meraviglioso Tempio? Però, in ciò è possibile cogliere il primo paletto: l’arte deve avere uno scopo più alto, che è il servizio divino, e non tanto il mero appagamento estetico; oppure, può essere un mezzo di sussistenza (o entrambe le cose, come è sovente possa avvenire).
    Ancora, per l’uomo è lo studio della Torà il mezzo per eccellenza anche per raggiungere le vette della propria espressività.
    Poi, ci sarebbero i divieti ma credo ne abbia già parlato l’amico Negev e vengono comunque intesi in senso più o meno restrittivo anche rispetto alla corrente a cui si appartiene; di pari passo va anche lo spazio riservato al campo artistico.
    Infine, credo si possa affermare che la Halakhà pur non considerando l’arte nel senso che gli davano i romantici, la consideri permessa come mezzo di sussistenza e nel rispetto dei divieti imposti con un ruolo nella società che resta comunque funzionalizzato alla centralità dello studio e del culto (evidentemente non in misura alternativa, essendo lo studio una delle forme più alte di culto).
    Dimenticavo, in ciò non vi è distinzione tra uomini e donne; anzi, queste ultime potrebbero avere maggiori spazi per dedicarsi alle attività artistiche.

    Per la seconda domanda, tenendo sempre presente che essa è posta dal punto di vista esclusivamente della Halakhà, se l’arte moderna-contemporanea rispetta i divieti già menzionati resta una forma espressiva permessa.

    Shalom

    PS: ribadisco ancora una volta, mi scuserà la pedanteria, che la visione dell’arte ed il suo ruolo all’interno del mondo ebraico resta carica di sfumature, pur nel rispetto della Halakhà, come è normale che sia in una società plurale.
     
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  9. IL CASTELLO
     
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    Grazie per la preziosa risposta, la quale però suscita molteplici interrogativi, come ad es.:

    1] In che modo l'Arte può mettersi al servizio del Divino?

    2] Non mi è chiaro cosa intende quando parla di "arte come mezzo di sussistenza"; intende forse l'ARTIGIANATO?

    E se sì. La pittura "pura", su tela, allora è permessa? E la musica? E che dire di attività "artistiche" quali il [fare] teatro, cinema, televisione?

    3] Può altresì fare un esempio di una corrente moderna o avanguardistica che rispetti i suddetti divieti [ovvero che sia un'Arte al servizio del Divino; e non una forma di ARTE per L'ARTE, ovvero di un'arte chiusa nell'orizzonte estetico o peggio di pura ricerca formale?].

    Lei ha parlato di passione per l'arte astratta. Può essere questa un'arte permessa?

    +

    Capisco bene che in ambito "ebraico" vi sono molteplici visioni riguardo a questi problemi. Sarebbe interessante capire come si pongono le maggiori "correnti" dell'ebraismo contemporaneo rispetto a questi temi. Chissà poi che qualcuno non possa consigliarmi il titolo di un libro che tratti di simili argomenti.

    Un saluto
     
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  10. teista
     
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    Di nulla.

    1) L'arte si può mettere al servizio del divino con la presenza del Tempio e, nella Diaspora, con gli oggetti che hanno a che fare con il culto. Con la distruzione del Tempio si è entrati in un periodo di lutto.

    2) Arte come mezzo di sussistenza è l'esercizio di una qualunque forma artistica (sempre nel rispetto dei divieti di cui sopra) che permetta all'uomo di vivere, l'artigianato è certo una forma artistica come lo è la pittura, la musica, l'intarsio etc.

    3) Qualunque corrente artistica moderna o passata è semplicemente permessa, per un artista ebreo religioso basta che osservi la Halakhà; esistono pure opere di artisti ebrei che nascondono profondi significati mistici (in questo caso è una forma che si pone al servizio del divino) ma non si possono certo ascrivere ad una corrente in senso tecnico. Se è interessato cercherò, tempo permettendo, qualcosa per renderle un'idea.

    4) La passione per l'arte astratta, anche per un ebreo religioso, può essere coltivata per la gran parte (dubbie le raffigurazioni in cui vi è una scomposizione della figura umana) poiché rispetta i vari divieti di raffigurazione. Ciò vale sia per l'artista ebreo religioso, che per il fruitore ebreo religioso.
    Evidentemente, anche l'arte astratta può essere veicolo anche di servizio divino ove abbia un significato in questo senso (oltre che come mezzo di sussistenza).

    Shalom

    PS: Sul discorso delle varie correnti il discorso si farebbe davvero esageratamente lungo e occorrerebbe più cognizione di causa della mia (gli altri mod o utenti informati sapranno venirle in aiuto), ma una chiusura netta verso l'arte tout court non credo sia presente se anche i più insospettabili possono riservare delle sorprese come hanno mostrato i corsi della Bezalel per ultraortodossi ;)

    PPS: sul libro vediamo un po' cosa propone il forum, comunque credo sia più facile trovare qualcosa che non sia in italiano...
     
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  11. IL CASTELLO
     
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    Molto bene.

    V'è un punto però che non mi è ancora del tutto chiaro.

    Lei dice che l'arte deve mettersi al servizio del divino, quindi parla del Tempio e degli oggetti del culto, e fin qui tutto chiaro; poi dice che è possibile fare arte se questa permette di guadagnarsi di che vivere [mezzi di sussistenza], ma che questa seconda arte non deve cadere nel divieto di IDOLATRIA.

    Ora, ciò detto, un'arte come quella dei fratelli Chapman, di Jeff Koons, di Damian Hirst o di Paul McCarthy... possono essere considerate opere d'Arte "PERMESSE"?

    [certamente danno di che vivere all'artista e non credo siano idolatrate (al modo degli antichi), ma al contempo paiono essere un'arte eccessiva, DEFORME... e quindi? come considerarle?]

    Lei accennava alle raffigurazioni in cui v'è la scomposizione della figura umana, indicandole come "DUBBIE". Questo è interessante.

    [Difatti una simile concezione indicherebbe già una misura, un metro e al contempo un paletto da non superare].

    [Fosse così (=divieto di scomporre la figura), cubismo, surrealismo, forse espressionismo, ecc.; probabilmente sarebbero da considerarsi correnti d'arte "non permessa"...].

    Ora è proprio questo il punto che mi interessa:

    Data una definizione o una concezione di ARTE, per l'ebraismo halakhico, la produzione moderno-contemporanea potrebbe essere valutata, a seconda dei casi, come "arte permessa" o "non-permessa"?

    Un saluto


    Edited by IL CASTELLO - 9/9/2014, 11:21
     
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  12. teista
     
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    Attenzione, evidentemente non mi sono espresso accuratamente e me ne scuso: non vi è il divieto di scomporre la figura, ma il divieto di farsi immagine dell'uomo che è immagine di D-o.
    Ed è discusso se questo divieto vada ad applicarsi anche dove vi è una scomposizione della figura umana o questa viene raffigurata in modo immaginifico, ma da molti non si applica per la semplice raffigurazione, fotografia e disegno.

    L'arte espressionista, astratta, o comunque non figurativa è sicuramente quella che lascia i maggiori ambiti di libertà ad un artista ebreo religioso.

    Giusto per chiudere, lo spartiacque generale è che qualunque immagine, raffigurazione etc. non sia un idolo.

    La specifica corrente a cui si appartiene, e comunque il parere del proprio Rav, costituiscono il metro specifico che applica il singolo nell'interpretare in senso più o meno restrittivo le questioni più dubbie anche rispetto alle proibizioni halachiche; insomma, potrà trovare chi vieta ogni rappresentazione della vita umana o di realmente esistente (decisamente minoritari, c.d. ultraortodossi ma pure con ulteriori distinguo al loro interno), e chi ha l'approccio di cui sopra con le varie sfumature interpretative accennate.

    Spero di essere stato quanto più chiaro possibile.

    Shalom

    PS: per rispondere in modo diretto alla sua domanda sull'arte moderna-contemporanea: a seconda dei casi è permessa o non permessa, la "siepe" può poi essere più o meno estesa a seconda della corrente a cui si appartiene e dall'indicazione del proprio Rav.
     
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  13. IL CASTELLO
     
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    Capisco bene. La ringrazio per la sua disponibilità.

    Un saluto
     
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    אילון

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    Stavo pensando: dal momento che sono ebreo dipingo e faccio computergrafica, la mia è "arte ebraica"?
    Ogni artista ebreo fà arte ebraica? O forse per arte ebraica si intende qualcosa riguardante un determinato
    periodo o argomento?
    Secondo il mio umilissimo punto di vista, l'arte è arte e basta.
    É il momento più alto dell'espressività umana, da somigliare alla creazione.
    Quando l'opera creata, riesce a trasmettere la sensazione che l'autore sente nell'eseguirla, in chi la osserva.

    Edited by Aialon - 10/9/2014, 11:12
     
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  15. teista
     
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    CITAZIONE (Aialon @ 9/9/2014, 18:05) 
    Stavo pensando: dal momento che sono ebreo dipingo e faccio computergrafica, la mia è arte ebraica?
    Ogni artista ebreo fà arte ebraica? O forse per arte ebraica si intende qualcosa riguardante un determinato
    periodo o argomento?
    Secondo il mio umilissimo punto di vista, l'arte è arte e basta.
    É il momento più alto dell'espressività umana, da somigliare alla creazione.
    Quando l'opera creata, riesce a trasmettere la sensazione che l'autore sente nell'eseguirla, in chi la osserva.

    E' un punto di vista ampiamente condivisibile amico mio, il nostro utente "IL CASTELLO" però voleva qualcosa che riguardasse il campo strettamente halachico; esiste un'arte ebraica? Sicuramente è esistita in forma coerente, omogenea e diversificata quando c'era il Tempio per poi riversarsi principalmente negli oggetti del culto, in questo senso l'artista/artigiano che produce un oggetto destinato al culto produce "arte ebraica".

    L'arte è arte, considerarla il momento più alto dell'espressività umana, tanto da somigliare alla creazione? E' un pensiero rispettabile, romantico nel senso di pensiero; secondo la mia umilissima opinione, tutto sta nel non involvere nel gesto meramente egoistico o nel culto della stessa come forma di estetismo.

    Un ebreo che dipinge/intarsia etc. produce arte ebraica? Non credo, almeno fino al momento in cui il suo gesto artistico non abbia uno scopo superiore che è di servizio al divino (come la produzione di un oggetto di culto), in caso contrario produce arte e basta che può occorrere alla propria sussistenza o al proprio diletto, oppure a tutte e due.

    Nel primo caso nulla quaestio, nel secondo caso (puro diletto) ognuno valuterà se è un'attività utile o inutile.

    A chiudere, le varie limitazioni per gli ebrei osservanti hanno sicuramente influito sulla produzione artistica tout court da parte degli ebrei che dalla Diaspora fino al diciottesimo secolo non ha certo brillato come in altre attività dell'ingegno umano, solo con la "secolarizzazione" abbiamo avuto un buon numero di grandi artisti ebrei, che però assai raramente producevano arte ebraica ma arte e basta, proprio nel senso che hai indicato tu.
    A questo "vuoto" di secoli sicuramente ci sarà una risposta, e parzialmente la troviamo nelle limitazioni, in altra parte in una concezione tutta diversa dell'arte tra mondo ellenico-classico e successive evoluzioni Occidentali, e mondo semitico in generale, ed ebraico in particolare.

    Shalom
     
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16 replies since 5/9/2014, 06:25   748 views
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