Kavod: cosa ne pensano gli ebrei?

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  1. Daniele Salamone
     
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    Mauro Biglino sbaglia madornalmente approcciando il testo Sacro, poiché proietta la coscienza moderno-materialista del suo pubblico verso il pensiero mistico-religioso degli antichi, quindi materializza il “simbolo” trasmutandolo in “segno”. Questo è un errore fatale che invalida fin dal principio la sua ricerca.
    Uno dei cavalli di battaglia del Biglino infatti è l’esposizione del tema sul termine ebraico [kavòd] tradotto con “Gloria, Onore”, ed è stato usato dai redattori delle Scritture dell’Antico Testamento per definire o rappresentare l’immanenza divina. Nonostante Biglino dica sempre «facciamo finta che quando nella Bibbia c’è scritta una cosa, voglia dire proprio quella cosa li», egli non si rende conto che a tale affermazione tradisce il proprio metodo di ricerca rifiutando i significati convenzionali e “da vocabolario”, cercandone alcuni nella radice ebraica [KVD] ed altri in altre lingue.

    Biglino ha praticamente stabilito di propria iniziativa, e inculcandolo per bene nella mente dei suoi “fan”, che l’Antico Testamento dev’essere letto in chiave letterale, mentre il Nuovo Testamento deve essere letto in chiave simbolica e non letterale perché quest’ultimo sarebbe stato scritto in una forma di codice segreto facilmente comprensibile solo a coloro i quali erano rivolti tali scritti. Inoltre, dal punto di vista grammaticale, Biglino fa un errore grossolano poiché usa il termine «Gloria» nella forma costrutta [kevòd] anziché alla forma assoluta [kavòd], dimostrando di non conoscere l’ebraico come dovrebbe oppure travisandolo intenzionalmente giocando, appunto, sopra l’ignoranza del proprio pubblico che a stento riesce a capire “la Bibbia che ha in casa”, figuriamoci se sia in grado di capire una lingua antica come l’ebraico biblico. Oltre tutto gran parte di questi suoi sostenitori lo difendono accanitamente senza possedere le dovute conoscenze in materia linguistica-biblica. Difendono al buio delle teorie basate su una lingua che nemmeno sanno leggere.

    Biglino ci informa che nelle antiche lingue semitiche la radice consonantica [KVD] rimanda ai concetti di pesante, potente, forte… e che sarebbe stata usata in principio con questo significato “anche” dai redattori biblici, e solo successivamente avrebbe assunto il significato di «Gloria/Onore». In realtà questa radice ha sia nelle lingue semitiche che in quelle proto-semitiche i significati di: fegato, onore, pesante.
    A seconda della vocalizzazione applicata in lingua ebraica, la radice [KVD] (o KBD) assume diversi significati, quali:

    – Kavòd = onore, gloria
    – Kavèd = pesante, fegato (viscerale)
    – Kibèd = per dare onore a…
    – Bkavòd = in onore, in rispetto
    – Kavùd = onorevole, distinto
    – Kavàd = a pesare su…
    – KOVED = di massa, il peso

    In accadico la radice KBD/KBT significa:
    – Kabatu = essere pesante, estinguere (il fuoco), aggravare, esagerare, essere importante, rispettato, essere onorato;
    – Kabattu = fegato, interiora, umore, mente, intenzione.

    Quindi, la scelta di Biglino è arbitraria, sceglie il significato che gli fa comodo. Non è accettabile pensare che in ebraico il vero significato di una parola sia da ricercarsi in antiche lingue come l’accadico o il sumero, piuttosto che nel “contesto” che gli è proprio (contesto biblico, ovvero la lingua ebraica). Biglino decide che i redattori biblici abbiano usato il termine [kevòd] col senso di “pesante” per definire il peso della massa di un presunto “oggetto volante” pilotato da HaShem (?)
    Mi chiedo il perché gli antichi avrebbero voluto chiamare “pesante” un oggetto che si libra nell’aria con estrema “leggerezza”! Questa è una forzatura se non proprio un’invenzione ben elaborata, difatti nel Pentateuco troviamo [kavòd] sicuramente con il senso di Gloria e Onore, e non di “pesante”, in numerosi passi fra cui:

    «ONORA [kabéd] padre tuo e madre tua […]» Esodo 20:12a
    «E farai indumento sacro verso Aaronne fratello tuo in GLORIA [kavòd] e in splendore» Esodo 28:2
    «Tuttavia, (quant’è vero che) vivere io, sarà piena (di) GLORIA [kevòd] di HaShem tutta (la) Terra» Numeri 14:21
    «Ora corri verso posto tuo [casa tua]. Te lo dissi ONORANTE molto [labèd akabedèka] (io) te. Ecco! Trattenuto [impedito] HaShem di ONORARE [kavòd] te» Numeri 24:11
    «Voce di HaShem facente partorire (le) cerve [daino] e spoglia (le) foreste. E in Tempio Suo ogni cosa dice: “GLORIA!”» Salmo 29:9
    «C’è forse cambiante nazione Elohìm (propri) in questi non (essenti) Elohìm? E popolo mio scambiante GLORIA [kevòd] propria in (ciò che) non beneficio [giovare a nulla]» Geremia 2:11

    Come si può ben vedere, sostituendo i termini Gloria/Onore con il lemma “pesante”, il senso di questi versetti non viene più restituito. Quindi, Biglino non solo sceglie arbitrariamente il senso del termine [kavòd] ma applica anche quel senso solo dove a lui interessa. Sembra che il suddetto ricercatore e chi come lui prima di lui voglia arbitrariamente assegnare al termine [kavòd] il significato di [kobéd]! Quando iniziai a studiare ebraico mi è stato insegnato che quando più termini contengono la stessa radice e le vocali sono però diverse, tali sono da considerare termini diversi con significati diverso. Stessa cosa tra [kavòd] e [kobéd]!

    Quando allo studioso qualcosa non torna utilizza “il metodo dei dizionari rotanti” (slittamento o travisamento semantico), cambiando il significato di un termine a suo favore (re)interpretando (o alienando) così la Scrittura in chiave ufologica. Tuttavia, come egli afferma, le sue teorie sarebbero “letterali” a tal punto che non occorre dover interpretare il Testo; al contrario, invece, la sua è un’interpretazione vera e propria che non ha niente a che vedere con la “letteralità” del proprio approccio di ricerca. Se Biglino applicasse “bene, bene, bene” l’approccio letterale così come si dovrebbe senza mai interpretare, l’attendibilità delle sue teorie svanirebbe nel nulla come un piatto ricolmo di gustosi biscotti al cioccolato preso d’assalto da un gruppetto di bambini affamati.

    PICCOLA NOTA
    Anche l’egittologo e scrittore britannico Alan F. Alford nel suo libro Il Mistero della Genesi delle Antiche Civiltà apre una minuscola parentesi sul tema trattato. In una nota a piè di pagina scrive in merito alla «Gloria di Dio»:

    Il termine ebraico tradotto in “gloria” è kabod. Proviene dalla radice KBD che significa “essere pesante”. Si riferisce senza dubbio al veicolo volante di Yahwéh. Vedi G. Sassoon, The Glory of the Lord, in «Ancient Skies», 17, 1 (1990).

    In questa piccola nota esplicativa notiamo le stesse considerazioni che Mauro Biglino ripropone anni dopo, quindi nessuna novità eclatante. Credo sia troppo semplice asserire che la radice KBD (o KVD) voglia riferirsi al fantomatico UFO di HaShem sebbene, come spiegato, ogni riferimento a HaShem sul termine KBD non indica mai da nessuna parte “una massa pesante”: [kovéd]. Basta ridare una veloce lettura ai passi biblici sopra riportati e il lettore si renderà certo conto che la Bibbia non parla mai da nessuna parte di aeromobili risalenti al III° millennio a.C. se non 200.000 anni addietro.

    In questa breve esposizione eccovi presentato il “metodo Biglino” che ho riscontrato nelle mie ricerche, non contro una persona che io stimo e ammiro qual è Mauro Biglino o Alan Alford (fotocopie di Sitchin e Von Daniken, etc.), ma nei confronti di teorie speculative che tentano in ogni modo di annullare D-o.

    tratto da un articolo del mio blog

    Edited by Daniele Salamone - 15/12/2015, 12:56
     
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112 replies since 28/12/2013, 14:03   33766 views
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