Il dilemma dei Rabbi: uno sguardo ad Isaia 53

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  1. elisabeth rossi
     
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    di Rachmiel Frydland



    Questo argomento non è mai stato discusso nella mia scuola ebraica negli anni antecedenti alla guerra, in Polonia. Nell'educazione rabbinica che ho ricevuto, il capitolo 53 di Isaia è stato evitato continuamente in favore di altri argomenti più "importanti" da imparare. Eppure, quando lo lessi, la mia mente si riempì di domande.
    Di chi parla questo capitolo? Le parole sono chiare - parla di un Servo del Signore il cui aspetto è sfigurato, ed è afflitto e ferito. Egli non ha meritato dolori o ferite, ma fu ferito per le nostre trasgressioni e colpito per le nostre iniquità, ed attraverso le sue ferite noi siamo stati guariti. Il testo presenta il Servo sofferente del Signore che muore come un korban, una ricompensa per la colpa. Egli è quindi sepolto con il ricco e malvagio, ma risorge gloriosamente alla vita. D-o permette che Egli sia percosso e, alla fine, esalta il Servo che ha patito tale sofferenza per cancellare i peccati di molti.
    Ma chi è il Servo? I nostri antichi commentatori d'accordo ritenevano che il testo si riferisse all'Unto del Signore, il Messia. La traduzione Aramaica di questo capitolo, ascritta a Rabbi Jonathan Ben Uzziel, un allievo di Hillel del secondo secolo C.E. riporta questo, e c'è la stessa interpretazione nel Talmud babilonese (Sanhedrin 98b). Allo stesso modo accade nel Midrash Rabbah, in una spiegazione di Ruth 2:14, e nel Midrash Tanhuma, parashà Toldot, fine della sezione. Queste sono solo alcune delle antiche interpretazioni che attribuiscono questo capitolo al Messia.

    Rashi (Rabbi Shlomo Itzchaki, 1040-1105) e alcuni dei rabbini seguenti, però, interpretano il capitolo come riferentesi ad Israele. Loro sapevano che le antiche interpretazioni lo riferivano al Messia. Ma Rashi viveva in un tempo in cui era praticata una distorsione medievale del cristianesimo. Egli voleva preservare il popolo ebraico dall'accettare tale fede e, anche se le sue intenzioni erano sincere, altri rabbini e leaders ebrei si resero conto dell'inconsistenza della sua interpretazione. Essi presentano una obiezione basata su tre punti. Primo: le antiche interpretazioni. Secondo: fanno notare che il testo è al singolare. Terzo, notano il versetto 8. Questo versetto presenta una difficoltà insormontabile per quelli che riferiscono Isaia 53 ad Israele (leggere il versetto). E' forse il popolo ebreo tagliato fuori dalla terra dei viventi? No! In Geremia 31:35-37, D-o promette che noi esisteremo per sempre. Siamo orgogliosi del fatto che Am Yisrael Chai "il popolo di Israele è molto vivo e vitale". Ed è impossibile dire che Israele soffrì per le trasgressioni del "mio popolo", che chiaramente intende il popolo di Isaia. Il popolo di Isaia non sono i gentili, ma gli ebrei.

    Moshe Kohen, un Rabbino spagnolo del 15° sec., spiega questo paragrafo:
    "Questo capitolo, spiegano i commentatori, parla della cattività di Israele, nonostante venga usato il singolare. Altri hanno supposto che parli del mondo attuale, in cui siamo tormentati e oppressi...ma altri, alterando il numero dal singolare al plurale, cambiano il senso naturale dei versetti. E ciò che mi sembra, è che abbiano dimenticato la conoscenza dei Savi, e interpretato secondo la durezza dei loro cuori...io sono felice di interpretarlo, in accordo con l'insegnamento dei nostri rabbini, come referentesi al re Messia."

    Per lo stesso motivo il Rabbino Moshe Alsheikh, Rabbino di safed, 16° sec., dice: io sottolineo che i nostri rabbini unanimemente affermano che il profeta stia parlando del Re Messia.
    Herz Homberg (1749-1841) dice: secondo l'opinione di Rashi e Ibn Ezra, questo capitolo si riferisce ad Israele alla fine della cattività. Ma se è così, qual'è il significato del versetto "fu ferito per le nostre trasgressioni"? Chi fu ferito? Chi sono i trasgressori? Chi ha portato il dolore e la malattia? Il fatto è che questo capitolo si riferisce al re Messia.
    Eliezer HaKalir ha messo in rima il capitolo nel 9° sec., e viene recitato allo Yom Kippur, nella preghiera di Kether.
    Le parole del profeta Isaia sono parole di speranza. Abbiamo un glorioso futuro ed un abbondante presente se ci appropriamo della salvezza reas possibile dall'Uno che fu ferito per le nostre trasgressioni e colpito per le nostre iniquità.

    In conclusione, io chiedo: ma dove nella Scrittura ebraica è detto che ogni generazione ha il suo Messia? E poi, cos'è un Messia? Un Messia è un Salvatore. Ma da cosa? Dai nemici politici? Davvero un buon governo cambierebbe le cose sulla terra? Le cose cambiano solo se cambia il cuore dell'uomo, e questo solo un Messia spirituale può farlo.
    Il punto è se si pensa di dover essere salvati da qualcosa, a livello spirituale. Il discorso è puramente accademico, se si pensa di non avere bisogno di un Salvatore. Se si crede che la propria giustizia sia sufficiente per stare davanti al Santo, non c'è bisogno, ovviamente, di un Salvatore.


    Nota aggiunta: Quali rabbini sostengono che Isaia 53 è un capitolo messianico e ha connessioni con Gesù? Daniel Zion, ex rabbino capo della città di Jaffa escluso dal ruolo dopo aver creduto in Yeshua, dà il seguente elenco: Mosheh El Sheikh, Yepheth Ben Ali, Don Ytzchak Abarbanel, lo Zohar, Rabbi Shimon Ben Yohai, Moshe Kohen Ibn Crispin, Rabbi Shlomoh Astric, Sa'adiyah Ibn Donan, Yoseph Albo, Meir Ben Shimon, Rabbi Samuel Lanyado, Midrash Konen, Asereth Memroth, Yakov Yoseph Mordecai Chaim Passami, Ytzchak Troki, Rabbi Naphtali Ben Asher Altshuler, Levi Ben Gershom, Rabbi Liwa di Praga.
     
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    אריאל פינטור

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    Se si leggono i capitoli precedente e successivo, l'interpretazione più seguita nel mondo ebraico è quella di Israele servo sofferente, vilipeso e maltrattato dalle nazioni (come poi dimostrato dalla Storia del 2000 anni successivi) ma poi riscattato ed elevato dal Re Messia.
    Non vedo dove è come si possa vedere la figura di Gesù. Il testo è chiarissimo e anche Rashì. Mi pare molto riduttiva l'interpretazione di che afferma che Rashì abbia dato o quella interpretazione per le motivazioni suddette. In ogni caso l'opinione di Rashì è estremamente seguita nel mondo ebraico, al contrario di questo Daniel Zion, che rispetto a Rashì è una formica.

    Oni generazione ha il suo Messia.
    Se si intende per Messia un qualsiasi leader allora è vero. Ma se ci si riferisce al Mschiach Ben David, allora proprio no. Certamente si pensa che siamo già nell'era messianica, ma il Maschiach Ben David ha particolarità sue proroie inconfondibili e di certo nonnè ancora venuto.
     
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  3. elisabeth rossi
     
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    Quindi Israele soffri',venne tolto dalla terra dei viventi e dato in sacrificio per la trasgressione del suo(ISAIA) popolo!!.....C'é qualcosa che non va....Il popolo di Isaia qual'é?....Il suo popolo é Israele....e se non si vuole cadere nell'assurdo , sarebbe meglio interpretarlo come fecero i savi.....
     
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    אריאל פינטור

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    Come sarebbe ? qual è il Popolo d'Isaia?
    E' il Popolo ebraico che viene punnito per essersi abbandonato a idolatria.
    La terra dei viventi è la terra d'Israele ed infatti il Popolo viene strappato dalla terra promessa e disperso per 2000 anni nella diaspora con tutte le sofferenze che ne seguirono.
    Guardi che questa è l'interpretazione dei Maestri e le interpretazioni che cadono nell'assurdo sono quelle che porta lei vedendo Gesù in un testo dove Gesù non esiste e non è mai nominato in nessun verso della Bibbia ebraica.
    Io non invento nulla, le riporto la spiegazione ebraica di Isaia.
    Forse farebbe meglio a studiare meglio la Storia d'Israele e a cercare di fare uno sforzo per capire il linguaggio dei libri profetici che purtroppo lei legge da una traduzione.
    Poi, ovviamente, è libera di capire come meglio crede o come meglio le fa comodo credere per la sua teologia, ma se parliamo di testo ebraico non è come dice lei.
    il servo è Israele e sarà redento dal re Messia

    Ps
    Perfino i teologi cristiani cominciano a intendere nel verso giusto Isaia e riconoscono che si parla del Popolo d'Israele.
    Ma non vi pare un po' azzardato pretendere di capire un testo da una traduzione, quando coloro che leggono l'originale e hanno accanto la tradizione scitta e orale ebaraica, vi dicono che non è così?
    QUindi l'assurdo sarebbe in coloro che capiscono l'ebraico e non in coloro che hanno la presunzione di capire la traduzione che il cristianesimo ha dato loro?
     
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  5. elisabeth rossi
     
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    CITAZIONE (Negev @ 13/1/2013, 03:30) 
    Ps
    Perfino i teologi cristiani cominciano a intendere nel verso giusto Isaia e riconoscono che si parla del Popolo d'Israele.
    Ma non vi pare un po' azzardato pretendere di capire un testo da una traduzione, quando coloro che leggono l'originale e hanno accanto la tradizione scitta e orale ebaraica, vi dicono che non è così?
    QUindi l'assurdo sarebbe in coloro che capiscono l'ebraico e non in coloro che hanno la presunzione di capire la traduzione che il cristianesimo ha dato loro?

    Pensa un po' che invece gli atei quando leggono questo scritto di Isaia , asseriscono ( nell'ignoranza loro) che é talmente descrittivo da essere stato sicuramente il testo manipolato dai cristiani ( cosa impossibile visto che il rotolo di Isaia rinvenuto a Qumran é antecedente l'era cristiana)....incredibile....
    Poi qui non si parla di "TRADUZIONE" ....ma di " INTERPRETAZIONE"....della quale non tutti i rabbini sono d'accordo e non lo sono da sempre....

    Comunque la ringrazio....mi posso ritenere soddisfatta.
     
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    אריאל פינטור

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    Ma cede. io non pretendo di convincerla. cerco solo di dire che non si può interpretare alla lettera il linguaggio profetico che generalmente è un linguaggio figurato e, soprattutto, non si può prescindere dal tesdto originale che andrebbe letto nella sua lingua e sancor di più secondo ciò che la tradizione di quel popolo ha fornito.
    L'interpretazione è strettamente collegata al modo di tradurre , non è indipendente da esso. la veridicità della lingua viene meno molto spesso nella traduzione perché vi sono espressioni letteralmente intraducibili e altre che cambiano di senso a seconda delle circostanze e ancor di più delle epoche nelle quali tali espressioni sono usate.
    Riguardo ai rabbini: certamente vi sono interpretazioni personali e possibili, ma non esiste nessun rabbino in nessuna epoca che abbia potuto vede nelle parole di Isaia un riferimento a Gesù.
    Chiunque legga in ebraico quei capitoli non ha nessun dubio che si parli di "Israele mio servo" o Israele mio figlio"!-
    Quanddo si studia un testo bisogna fare lo sforzo di liberarsi dalle proprie convinzioni di fede e studiare in maniera estranea, secondo ciò che il testo dice e non secondo ciò che noi vogliamo che dica.
    Se poi parliamo di convinzioni di fede, allora non c'è problema: la fede è legittima, personale e insindacabile, proprio perché si tratta di fede che non necessita di dimostrazione.
    Ma se studiamo, dobbiamo cercar di essere aderenti a una metodologia fredda che si basi su ciò che abbiamo
     
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  7. Ditocorto
     
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    CITAZIONE
    Pensa un po' che invece gli atei quando leggono questo scritto di Isaia , asseriscono ( nell'ignoranza loro) che é talmente descrittivo da essere stato sicuramente il testo manipolato dai cristiani ( cosa impossibile visto che il rotolo di Isaia rinvenuto a Qumran é antecedente l'era cristiana)....incredibile....
    Poi qui non si parla di "TRADUZIONE" ....ma di " INTERPRETAZIONE"....della quale non tutti i rabbini sono d'accordo e non lo sono da sempre....

    ignorante sarà lei, mrs Rossi.
    Infatti il brano di Isaia da lei citato parla del cambiamento di stato che avviene a chi è stato abbassato al livello più basso, che viene poi innalzato alla divinità. Quindi anche volendo vedere nel soggetto non un Popolo ma un Individuo, difficilmente il brano si riferisce alla vita terrena di un personaggio storico, ma al cambiamento di condizione, di livello, di stato, di un essere spirituale.

    Per non apparire fondamentalisti, certi storicisti, tra cui Mauro Pesce, dicono che Gesù dopo la croce e risurrezione non fu di primo acchito associato alla divinità, ma fu gradualmente intesa come tale. Il problema però è che gli ebrei del tempo erano rigidamente monoteisti e non permettevano, se non con qualche rara eccezione, il culto di altre divinità accanto al Nome (ossia D-o).
    Quindi sono più coerenti quei storicisti che al contrario affermano che i primi cristiani, prima ancora della stesura dei vangeli, avevano già identificato Gesù mortro e risorto con la Divinità più assoluta, ossia Gesù = D-o, perchè passi intermedi per arrivare a quella conclusione non sarebbe mai passata nella mente di un monoteista dell'epoca. O in una sola volta Gesù fu inteso D-o stesso oppure non sarebbe mai stato considerato tale.
    Ora il problema è che mentre questa divinizzazione in un sol colpo, questa identità con D-o così repentina è possibile con un essere spirituale come quello inteso da Isaia nel brano suddetto (che ricordiamo ha subito prima l'abbassamento al livello spirituale più infimo) la stessa cosa difficilmente si applica con un personaggio storico, dato che nella sua vita terrena precedente alla Croce Gesù non ebbe affatto degradazioni e umiliazioni al livello spirituale più basso, anzi, a quanto pare, aveva pure molti successi che gli uomini mortali si sognano: accolto dal favore popolare, riconosciuto Messia dal Battista (per i credenti), fama di taumaturgo, per dirla in inglese, vedo molti up, pochi down! Ergo il brano di Isaia si può applicare a Gesù solo nell'interpretazione MITICISTA.

    Gesù fu un essere spirituale che prima doveva essere abbassato, morire e risorgere, e POI ricevere il nome che è al di sopra di ogni altro, cioè GESU', che significa SALVATORE (vedasi il preristiano Inno ai filippesi).
     
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  8. MauroZg
     
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    Scusate la mia ignoranza, ma allora questi versi che significano? nella lingua originale?

    5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
    stroncato a causa delle nostre iniquità;
    il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
    e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

    6 colpito a causa dei peccati del mio popolo?

    12 egli ha portato i peccati di molti
    e ha interceduto per i colpevoli.
     
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  9. paola860
     
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    Shalom Mauro, proprio in questo momento Abramo ha dato una spiegazione in questo link:
    https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=45214541&st=165

    Si sono aperte tante discussioni sempre sul medesimo passo di Isaia 53, cerchiamo di non aprirne delle altre. Grazie.
     
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  10. MauroZg
     
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    Grazie Paola, hai letto il post che avevo scritto https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=65292803?

    Vorrei una lucidazione.
     
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  11. K. Freigedank
     
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    Mi sembra ovvio che in Isaia, come in altri libri e passi controversi del Tanak, ognuno vede ciò che ci VUOLE vedere. Un Cristiano ci vedrà una prefigurazione del Cristo, del Messia umano-divino, un Ebreo dirà esattamente l'opposto, l'agnostico dirà: si, può darsi di si, può darsi di no, etc. Per i muslim ISA è lo Spirito di Allah, il massimo Profeta dopo Muhammad.. Ognuno ha la sua Verità, c'è poco da fare. Verò è che gli scritti su cui ci basiamo noi "cristiani" appartengono alla Tradizione ebraica, su cui non possiamo NON BASARCI. D'altro canto è anche vero che sono molte e parecchio diversificate le tendenze (anche per quanto riguarda il Messia umano-divino, ne abbaiamo già parlato) pure da parte rabbinica..
    K.F.
     
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10 replies since 11/1/2013, 12:10   725 views
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