Figlio dell'Uomo o Figlio di Dio?

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  1. Veritas
     
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    CITAZIONE
    Mattia Fabbri ha scritto:

    x Veritas:

    Ecco qui il mio articolo.

    L’errore (sottovalutato) di Gesù (da http://spiritualrationality.wordpress.com/...lutato-di-gesu/)

    CITAZIONE
    Ad eccezione del vangelo di Giovanni (il più tardo e il più inattendibile sul piano storico) dobbiamo quindi constatare come in tutti i documenti del Nuovo Testamento (compresa ovviamente l’Apocalisse) la fede nella imminente venuta del Figlio dell’uomo sia data per certa; il Gesù biblico – come già i profeti, gli Esseni, le apocalissi giudaiche e Giovanni il Battista – sembrava considerare come “ultima” la propria generazione e ne preannunciava la prossima fine con grande fervore.

    [...cut...]

    Tralasciamo in questa sede il problema dello stravolgimento semantico, avvenuto in ambito ellenistico, dell’originaria espressione aramaica “Figlio di D-o” e concediamo pure, per amore di discussione, che la divinità di Gesù sia argomentabile sulla base dei vangeli....
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    «..Ad eccezione del vangelo di Giovanni, il più tardo e il più inattendibile sul piano storico..»

    Da cosa desumi che il vangelo di Giovanni sia il più inattendibile sul 'piano storico'?:....

    Posso assicurarti che il vangelo di Giovanni è, sul piano storico, PIU' attendibile (mediamente) che i vangeli cosiddetti sinottici.

    «..Tralasciamo in questa sede il problema dello stravolgimento semantico, avvenuto in ambito ellenistico, dell’originaria espressione aramaica “Figlio di D-o”..»

    In Palestina Gesù non avrebbe potuto MAI affermare di essere 'Figlio di D-o', in quanto ciò sarebbe suonato, alle orecchie dei giudei, o più in generale degli ebrei della Palestina, come profondamente blasfemo ed egli non avrebbe mai potuto 'veicolare' alcun messaggio presso i seguaci ebraici.

    In realtà, Gesù, durante la sua permanenza in Palestina, si dichiarava un profeta e, all'interno della setta da lui fondata (quasi sicuramente quella dei 'sethiani'), egli era appellato 'figlio dell'Uomo', laddove per 'Uomo' non si intendeva affatto D-o, ma semplicemente Adamo: l'uomo per antonomasia! (da ciò ci si intuisce che il profeta Daniele non c'entrava assolutamente nulla con l'espressione 'figlio dell'Uomo'!). Per 'figlio dell'Uomo', infatti, si intendeva la presunta reincarnazione di Seth, terzo figlio di Adamo ed Eva, in Gesù stesso.

    Nei vangeli si cerca di far credere che Gesù era ritenuto la reincarnazione di Giovanni il Battista: cosa assolutamente pazzesca, data la sua improbabilità! (Gesù, infatti, nacque quando il Battista era ancora in vita!).

    La cosa notevole, comunque, è il fatto che dagli stessi evangelisti ci arriva praticamente la conferma che il concetto della 'reincarnazione' (e NON della resurrezione!) era di casa nell'ambiente della setta gnostica di Giovanni il Battista e, successivamente, anche in quella fondata dallo stesso Gesù. Ancora, tutto ciò ci aiuta a capire che Origene, il suo maestro Clemente Alessandrino ed altri padri che sostenevano ciò, erano nel giusto nei loro assunti 'reincarnazionisti', in quanto ciò era assolutamente aderente alla VERA predicazione di Gesù di Nazareth.

    Fu solo fuori della Palestina, in ambienti fortemente ellenizzati, che Gesù cominciò a farsi conoscere pressso i suoi nuovi seguaci extrapalestinesi, come 'figlio di D-o': laddove per D-o, però, non si intendeva affatto lo Yahweh degli ebrei, ma un D-o del pantheon ellenico.

    Non si deve dimenticare che Gesù fu un nazareno ed i nazareni non furono dei semplici abitanti di Nazareth, come il clero cattolico ha sempre cercato di far credere, ma ben altro. Fu, infatti, il sito di Nazareth a mutuare il suo nome dalle famiglie nazarene che lo abitavano, e NON viceversa!

    Sotto il profilo religioso, i nazareni erano del tutto simili ai samaritani. Ancora oggi il mondo religioso giudaico-ortodosso afferma, travisando apertamente la storia, che i samaritani erano dei semi-pagani, diventati tali a seguito della breve dominazione dei pagani assiri. Nulla di più falso!.. (chiunque può rendersi conto da sè dell'estrema improbabilità della cosa)

    Infatti, i samaritani, come i nazareni, rifiutarono la riforma monoteistica dell'ebraismo delle origini, essenzialmente politeistico (come si evince da una lettura anche distratta della Bibbia), operata dal re giudaico Giosia in collaborazione con il suo sommo sacerdote Helkya, e decisero di rimanere fedeli al primitivo ebraismo, separandosi, di conseguenza, dal nuovo ebraismo riformato del tempio di Gerusalemme: vale a dire il GIUDAISMO, un tipo di ebraismo rigorosamente monoteistico.

    Fu dunque proprio l'estrazione nazarena, filo-politeista, che permise all'Uomo di Nazareth di spaziare a suo piacimento nella cultura religiosa pagana. Difficilmente ciò sarebbe potuto accadere se egli fosse stato di estrazione giudea-ortodossa, piuttosto che Nazarena. L'essenza, genuinamente politeistica, della filosofia religiosa nazarena, emerge chiaramente dalla letteratura dei 'NASUREI' (oggi conosciuti come 'Mandei'), i quali non furono altro che dei nazareni gnostici. [un miscuglio di vari gnosticismi impiantati sulla matrice kabbalistica ebraica, comprendente, quasi sicuramente, anche lo gnosticismo buddista (v. l'aspetto reincarnazionista di tale gnosticismo)]


    Saluti

    Veritas

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  2. Antonio DI GIORGIO
     
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    @ chi fosse interessato.

    SULL'EVANGELO DI GIOVANNI [contributi scarni]

    Premessa.
    Mi spiace vedere che sugli evangeli ancora vi siano posizioni estremiste che negano un dato oggettivante: sono testi narrativi esistenti, e dunque contengono un messaggio.
    La domanda da porsi semmai è: chi ha scritto l'evangelo di Giovanni, e soprattutto qual è il suo contenuto?

    L'autore
    Sino ad Hegel si credeva con estrema cecità che gli evangelisti fossero Matteo, Marco, Luca e Giovanni; è pur vero che gli illuministi ipotizzarono le prime suggestive domande circa composizione e contenuto degli stessi.
    Ma nel XXI secolo è sostenibile considerare i vangeli quali fonti storiche? La risposta è si perché quali fonti letterarie hanno avuto rispondenza in ritrovamenti archeologici, come? Gli indicatori di riferimento non sono certamente dentro i parametri spirituali, bensi dentro i parametri topologico-geografici.
    Non è certo Giovanni (John o Sean) l'autore materiale, ma potrebbe esser pure lui (anche perché molto è nebuloso, pur essendovi molti altri punti luminosi intorno al redattore) perché gli argomenti ve ne sono e non sono certo tutti riconducibili alla idilliaca versione secondo cui Giovanni era l'amico di Gesù, con quel che significa questa espressione carica di significato emotivo.

    I problemi del vangelo giovannico
    Senza dubbio è la fede (pistis) il soggetto, il protagonista di tutto il vangelo giovannico, fede che ellenicamente era il grado più basso poiché era da intendersi come umiliazione della ragione. Ma oggi prevale una nuova idea dei contenuti giovannici che sono molti fra cui:

    a) il fraintendimento;
    b) l’ironia;
    c) il doppio senso;
    d) l’inclusione;
    e) l’escatologia realizzata (attraverso la profonda riflessione sugli eventi accaduti con quello che diremmo il “senno di poi”) ,
    f) il dialogo che diviene monologo;
    g) la duplicazione del discorso;
    questi sono tutti temi di capitale importanza in Giovanni perché sono il nucleo stesso del piano narrativo. Ogni capitolo poi ha un proprio contenuto particolare iscrivibile in un piano di rifermiento ideologico, teologico secondo cui la Parola (il Verbo alla latina) si è fatta carna (ha assunto figura umana) e ha dimorato (dimora in senso ebraico si veda per antonomasia l'idea della dimora di Abramo) fra gli uomini.
    Fra le molte tesi contemporanee su Giovanni quella che prevale, per il suo spirito avverso al tempio e alla sinagoga è che sicuramente fu redatto come contraddittorio alla stessa Sinagoga.

    Dizionario teologico, a cura di J.B.Bauer e C. Molari, 1978.
    Dizionario biblico, a cura di G. Miegge.
    GERHARD BARTH, Il significato della morte di Gesù, Claudiana 1995.
    GUNTHER BORNKAMM, Gesù di Nazareth, Claudiana, 1981.
    RAYMOND BROWN Il vangelo e le lettere di Giovanni, Queriniana
    HANS CONZELMANN, Teologia del nuovo testamento, Paideia, 1991.
    CARLO GHIDELLI, Il gruppo dei Dodici: l'attuale dibattito,Rizzoli
    XAVIER LÉON DUFOUR, Lettura dell’evangelo secondo Giovanni III, San Paolo, 1990-98.
    RINALDOFABRIS, Giovanni, Borla, 1992
    ROBERT KYSAR, Giovanni il vangelo indomabile, Claudiana, 2000.
    G. O’COLLINS Dizionario sintetico di teologia, trad. di L. Melotti, Libreria Editrice Vaticana , Roma 1995.
    FRANZO MIGLIORE, Introduzione al Nuovo Testamento, Rubettino, 1992.
    WERNER. STENGER, Metodologia biblica, Queriniana, 1991.
    ULRICH WILCHENS, Il vangelo secondo Giovanni, Paideia, 1994.

    Grz di avermi letto
     
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  3. Veritas
     
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    CITAZIONE
    Veritas ha scritto:

    Fu solo fuori della Palestina, in ambienti fortemente ellenizzati, che Gesù cominciò a farsi conoscere, presso i suoi nuovi seguaci extrapalestinesi, come 'figlio di Dio': laddove per Dio, però, non si intendeva affatto lo Yahweh degli ebrei, ma un Dio del pantheon ellenico.
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    Da tutto ciò si dovrebbe intuire agevolmente che quella di un Gesù 'figlio' dello spirito santo, fu un'amenità 'partorita' da qualche testa d'uovo del 'team' incaricato di dar vita al culto catto-cristiano!

    Gesù, infatti, nel corso della sua vita non affermò MAI di essere figlio dello spirito santo, ma di un Dio del pantheon ellenico, come già detto.

    Veritas

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  4. Veritas
     
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    CITAZIONE
    Mattia Fabbri ha scritto:

    "..Posso assicurarti che il vangelo di Giovanni è, sul piano storico, PIU' attendibile (mediamente) che i vangeli cosiddetti sinottici".

    Ero convinto del contrario....e pensavo che tra gli esegeti fosse questa la tesi prevalente...come mai il quarto vangelo è storicamente il più attendibile?
    .

    Perchè contiene informazioni e dati, importantissimi, che i sinottici non contengono, in quanto totalmente e volutamente reticenti in merito..Prova a domandarti circa l'allucinante 'vuoto di memoria' in merito all'episodio di Lazzaro, totalmente ignorato dai TRE sinottici.

    Giovanni, o chi per lui, è l'unico a dirci che Simon Pietro era figlio di Giovanni e NON di Bargiona (o Barjona). Giovanni è l'unico a dirci (cioè a metterci la pulce nell'orecchio) che Giuda Iscariota era 'figlio' di Simone Iscariota (Sicariotes nella Vulgata di Gerolamo).

    Giovanni è l'unico a parlarci di Nicodemo (secondo il Talmud, Gesù avrebbe avuto 5 discepoli: Mattai, Netzer, NEKKAI, Buni e Todah). Ancora, Giovanni è l'unico a farci capire che la 'peccatrice', la Maddalena e Maria di Betania furono tutt'uno, come più tardi riconoscerà anche papa Gregorio Magno.

    Infine, Giovanni è l'UNICO a non stilare una lista dei '12' apostoli come fanno i sinottici, dal momento che si trattò di un'invenzione fatta a 'tavolino' da parte degli ameni fondatori del catto-cristianesimo. E, per chiudere, anche se di esempi ne esistono ancora molti, il vangelo di Giovanni è l'unico ad aver conservato, in modo più marcato degli altri evangelisti, l'immagine gnostica del mondo gesuano: vale a dire la REALE essenza del 'gesuanismo' (e non, tout-court, cristianesimo o cattolicesimo)...


    Saluti

    Veritas

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  5. Veritas
     
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    CITAZIONE
    Mattia Fabbri ha scritto:

    "..la notizia che i nazareni erano politeisti mi coglie di sorpresa..."
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    Nessun esegeta laico, cioè non vincolato agli interessi del Vaticano, ha mai avallato l'interpretazione degli apologeti ed esegeti cattolici, o comunque filoclericali, secondo cui 'nazareno' significa abitante del sito di Nazareth, qualunque sia stata la sua reale dimensione ed importanza ai tempi di Gesù.

    Gli ebrei, che in tale tema sono i più competenti (almeno molto di più degli apologeti cattolici), associano il termine 'notzri' (cioè nazareno) alla figura del 'nazireo' (un fedele giudaico-ortodosso il quale si impegna nel cosiddetto voto di 'nazireato'), in quanto escludono assolutamente un collegamento di tale termine con il sito di Nazareh, il quale, per la letteratura e la tradizione giudaica, appare addiritura sconosciuto. (come conseguenza di un intenzionale processo di 'rimozione' mnemonica e storica)

    E' dunque sin troppo evidente che i padri di 19 secoli fa ed i loro successori, praticamente sino ai giorni nostri, avvertirono la necessità di mistificare ed obnubilare il vero significato del termine nazareno.. Perchè?...

    Va tuttavia rilevato che anche i giudei, dal canto loro, intrapresero prima dei cattolici la strada della mistificazione, circa la figura dei nazareni, in quanto l'ebraico 'noztrim' (plurale di notzri, coè nazareni) non significa nè 'nazirei', nè tantomeno abitanti di Nazareth.

    Il termime 'notzrim' è quanto rimane dell'originaria locuzione ebraica 'Notzrim ha-Beryth', la cui accezione era (ed è tuttora) 'guardiani, o custodi, dell'Alleanza', o Legge mosaica.

    Dal momento che i Notzrim, cioè i Nazareni, affermavano di custodire ed osservare la VERA Legge che Mosè consegnò al suo popolo, mentre i giudei-ortodossi accettavano ed osservavano la Legge manipolata e mistificata a seguito della riforma monoteistica del re Giosia, con il tempo il termine 'notzri' finì con l'acquisire anche la valenza concettuale di 'quello della verità' (v. il vangelo di Filippo), almeno a livello popolare.

    Per i padri cristiani delle origini - o padri 'fondatori' - e per i loro successori, l'appartenenza di Gesù ad una comunità come quella nazarena, la quale seguiva la tradizione del primitivo ebraismo, cioè un normale culto 'pagano', rappresentava un elemento di forte imbarazzo, in quanto comprometteva l'allucinante castello di menzogne costruito sulla figura di Gesù di Nazareth, mentre per i giudei ortodossi i nazareni rappresentavano la 'testimonianza vivente' della truffaldina trasformazione dell'ebraismo delle origini, operata dal re giudaico Giosia e dal suo degno 'compare', il sommo sacerdote Helkya: da qui la necessità di mistificare la figura dei nazareni, assimilandola fraudolentemente a quella dei 'nazirei', termine che voleva dire tutt'altra cosa.


    Saluti

    Veritas

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    Bereshit

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    CITAZIONE (Veritas @ 2/12/2010, 06:58) 
    CITAZIONE
    Mattia Fabbri ha scritto:

    "..Posso assicurarti che il vangelo di Giovanni è, sul piano storico, PIU' attendibile (mediamente) che i vangeli cosiddetti sinottici".

    Ero convinto del contrario....e pensavo che tra gli esegeti fosse questa la tesi prevalente...come mai il quarto vangelo è storicamente il più attendibile?
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    Perchè contiene informazioni e dati, importantissimi, che i sinottici non contengono, in quanto totalmente e volutamente reticenti in merito..Prova a domandarti circa l'allucinante 'vuoto di memoria' in merito all'episodio di Lazzaro, totalmente ignorato dai TRE sinottici.

    Giovanni, o chi per lui, è l'unico a dirci che Simon Pietro era figlio di Giovanni e NON di Bargiona (o Barjona). Giovanni è l'unico a dirci (cioè a metterci la pulce nell'orecchio) che Giuda Iscariota era 'figlio' di Simone Iscariota (Sicariotes nella Vulgata di Gerolamo).

    Giovanni è l'unico a parlarci di Nicodemo (secondo il Talmud, Gesù avrebbe avuto 5 discepoli: Mattai, Netzer, NEKKAI, Buni e Todah). Ancora, Giovanni è l'unico a farci capire che la 'peccatrice', la Maddalena e Maria di Betania furono tutt'uno, come più tardi riconoscerà anche papa Gregorio Magno.

    Infine, Giovanni è l'UNICO a non stilare una lista dei '12' apostoli come fanno i sinottici, dal momento che si trattò di un'invenzione fatta a 'tavolino' da parte degli ameni fondatori del catto-cristianesimo. E, per chiudere, anche se di esempi ne esistono ancora molti, il vangelo di Giovanni è l'unico ad aver conservato, in modo più marcato degli altri evangelisti, l'immagine gnostica del mondo gesuano: vale a dire la REALE essenza del 'gesuanismo' (e non, tout-court, cristianesimo o cattolicesimo)...


    Saluti

    Veritas

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    Caro veritas sicuramente tu non sai (forse per ignoranza) che Bar jona in aramaico significa figlio (bar) di Giovanni (jona)

    E poi non andare dietro ai papi (Gregorio magno) che di danni e male interpretazioni ci hanno tramandato,Maria Maddalena e' una donna da qui sono usciti 7 demoni differentemente da Maria di Betania che era la sorella di Marta e Lazzaro.
    I vangeli parlano chiaro non parlare per sentito dire,,..
     
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    אריאל פינטור

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    Anche voi cascate nel tranello di scrivere fiumi di parole su di una espressione tutt'ora usata comunemente in ebraico: "Ben Adam" letteralmente "figlio d'uomo" ma che significa semplicemente "un uomo, un tizio, un tale, un individuo"
    Il sostantivo "ben" è usato comunemente, quando preposto ad un altro sostantivo, per indicare l'appartenenza ad una data categoria, allo stesso modo di "Bar" (equivalente aramaico di ben) , di "Baal" (padrone o anche marito)un ben adam è un appartenente alla categoria degli esseri umani, cioè un uomo, come è lo stesso per "bar enosh" appartenente alla categoria dell'umanità.
    Quando si riferisce di aver chiesto un'informazione a una persona per strada o che si è incontrato un tale, si dice "Raiti ben adam" (ho visto una persona) oppure "Pagashti ben adam" (ho incontrato un tale).
    Allo stesso modo esiste "Baal haiim" che non vuol dire padrone della vita o marito della vita , ma "animale"
    E ancora "haver haknesset" (deputato parlamentare e non "compagno dell'assemblea).
    In altre parole, decine di libri, di saggi, di speculazioni filosofiche e teologiche, del tutto ridicole e patetiche per una espressione davanti alla quale ogni ebreo sorride: significa semplicemente UOMO, ESSERE UMANO e nulla di più
     
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    CITAZIONE (Negev @ 2/8/2014, 22:29) 
    Anche voi cascate nel tranello di scrivere fiumi di parole su di una espressione tutt'ora usata comunemente in ebraico: "Ben Adam" letteralmente "figlio d'uomo" ma che significa semplicemente "un uomo, un tizio, un tale, un individuo"

    messo così, il discorso sembrerebbe chiuso;

    però viene un pò da chiedersi:

    al tempo significava ugualemtne così?

    in altri scritti antichi lo si ritrova spesso?

    è un modo che poche e particolari persone potevano usare per definire se stesse?

    ps:
    ho letto il libro di Moegens Muller tutto su questo, un anno fa, e mi sembra di ricordare che dicesse che moltre altre attestazioni in testi antichi non ci sono;
    il libro di muller, forse lo studio più completo, ma che non giunge ad una conclusione definitiva però:
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    אריאל פינטור

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    Perché mai al tempo non doveva essere così?
    Certamente. E' una espressione ricorrente in maniera costante nella letteratura antica e moderna.
    Si usa anche per definire se stessi, non meno che in italiano.
    "Sono un essere umano" "Non sono un tale qualsiasi" ecc.
    Eì solo la solita forzatura di chi non conosce una parola di ebraico e pretende di attribuire ad una semplice e usuale espressione chissà quale significato teologico.
     
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  10. Cecca
     
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    CITAZIONE (Negev @ 5/8/2014, 15:40) 
    Perché mai al tempo non doveva essere così?
    Certamente. E' una espressione ricorrente in maniera costante nella letteratura antica e moderna.
    Si usa anche per definire se stessi, non meno che in italiano.
    "Sono un essere umano" "Non sono un tale qualsiasi" ecc.
    Eì solo la solita forzatura di chi non conosce una parola di ebraico e pretende di attribuire ad una semplice e usuale espressione chissà quale significato teologico.

    non penso che la questione possa esser risolta in termini così semplici, alrimenti sarebbe già stato fatto.

    Inoltre penso che il punto non sia il significato letterario dell'espressione ma semmai il suo utilizzo: perché i redattori dei vangeli devono metter in bocca al figlio di dio proprio questa espressione? anche perché se si sostituisce "figlio dell'uomo" con "tizio" o "un uomo" i passaggi in questione non acquistano maggior chiarezza.

    Tanto più che l'espressione viene usata anche nel libro di Daniele per indicare Dio ed in Ezechiele per indicare il profeta. Insomma le implicazioni possono essere varie.
     
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  11. teista
     
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    Perché i Vangeli cercano in ogni istante l'aggancio con la Torà a volte forzando la lettura di alcune profezie, resta che Daniele parla proprio do uno "simile ad un figlio di uomo" che poi sarà il Messia però la lettura teologica cristiana usa le varie definizioni date a Gesù per costruire la sua divinità che mai é desumibile apoditticamente né da questa né da altre definizioni usate nel loro contesto.

    Qualunque teologo ti dirà che questa espressione, come altre, ha sì in ebraico un significato ma che può essere riletto in chiave "divina" utilizzando altri passi dei Vangeli, e per compiere la forzatura si sono scritti fiumi di libri.

    A Gesù si attribuisce un titolo che é proprio di ogni altro uomo, poiché il Messia uomo (straordinario quanto vuoi é); l'impaccio sta nel trasformare l'uomp in D-o.

    Però, concordo quando dici che "tizio qualunque" non restituisce maggior senso al discorso, ma questo é normale perché i Vangeli si agganciano così noiosamente e tautologicamente a qualunque appiglio messianico da rendere la resa definitiva un testo pieno di aporie su cui si é pure dovuto costruire una teologia trinitaria.

    E poi resta la domanda, nel ripetere pedissequamente alcune profezie. appiccicandole volente o nolente a questo Gesù, i Vangeli sapevano esattamente e sempre di cosa parlavano?

    Shalom
     
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  12. Cecca
     
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    mi sembra dunque che vi sia abbondantissimo tema di discussione che non può essere ridotto a poche righe. Discussione sia dal punto di visto teologico che storico religioso. e ovviamente non solo di teologia cristiana ma anche di teologia dell'antico testamento.
     
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    אריאל פינטור

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    Se lo dite voi esperti di lingua ebraica è sicuramente così. Non di certo nell' ebraico che conosco io né in quello che conosce soprattutto Abramo o che conoscono i linguisti e gli esperti ebrei di Tanach e Talmud.
    Sicuramente gli studiosi e gli accademici occidentali possono insegnarci qualcosa
     
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  14. teista
     
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    Si scrive di questo argomento anche per interessarci delle implicazioni sulla teologia cristiana dell' accezione "figlio dell'uomo" al di fuori del suo contesto originario.

    Che in ebraico la si possa chiudere con due righe neppure molti teologi attuali lo mettono poi tanto in dubbio, il loro ragionamento però si fonda sulla possibilità che questa, come altre forme, possa prestarsi ad una chiave di lettura differente alla luce dei Vangeli.

    Il discorsi allora lo potremmo ampliare, prendere pezzo pezzo i passaggi che si vorrebbero utilizzare per corroborare la diversa accezione e smontarli pezzo pezzo per comparare i vari riferimenti al loro contesto originario ed ai riferimenti forzati o meno alla Torà e così vedere cosa resta, se qualcosa resta, del messaggio originario dei Vangeli riportandoli ad un certo contesto storico-religioso assai difforme dalla successiva costruzione teologica.

    In questa luce il discorso di Cecca non et peregrino, ma é uno stimolo interessante ad andare un po' oltre per utilizzare appieno questa ottima consulenza ebraica.

    Per chiudere, sul forum ebraico l'avremmo chiusa in due righe, ma qui possiamo pure utilizzare altri testi e dottrina per capire come la teologia cristiana sia arrivata tanto lontano, la cosa é interessante sia storicamente sia filosoficamente sia filologicamente, almeno dal mio piccolo punto di vista ;)

    Shalom
     
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  15. Cecca
     
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    Se vogliamo partire dall'idea che gli autori biblici parlino di Dio usando espressioni prese a caso e non ponderate di volta in volta, il discorso si esurisce subito, anzi prima.

    differentemente ogni discussione o rappresentazione di Dio rispecchia un'idea della divinità ed ogni espressione racchiude ed esprime una teologia, cioè un "discorso su Dio". L'utilizzo di un'espressione invece di un'altra ha un senso. Tanto più che se traduciamo "uno che sembra un uomo (o un tale)" invece di "fliglio dell'uomo" cosa cambia? Ilpunto è che la divinità venga descritta come "un uomo".
    Se Dio viene descritto come uno che "sembra un uomo" (Ez) possono esserci implicazioni ulteriori? ma direi proprio di sì, si tocca tanto per cominciare l'antropomorfismo della divinità, ovvero nell'ottica religiosa il teomorfismo dell'uomo. Si tocca il rapporto Dio ~ uomo , ovvero l'imago Dei, la funzione dell'uomo all'interno della creazione come rappresentante di Dio.
    Questo solo per quanto riguarda l AT.
    Solo con i libri sul tema dell'imago Dei si può riempire qualche stanza.
    Proprio la profondità e l#interstualità della Bibbia ne fanno un testo affascinante.

    non vedo cosa ci sia di strano nella ricerca in questione.

    Edited by Cecca - 8/8/2014, 02:44
     
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56 replies since 29/11/2010, 17:33   2508 views
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