Qual è il Vangelo più antico ?

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    אילון

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    Ho letto qualche decina di articoli che dimostrano "incontrovertibilmente" che il Vangelo più antico è... quello di cui si occupa l'articolo.
    In breve mi sembra che ci siano varie scuole di pensiero, ma ci sarà un opinione prevalente o no?

    A.

     
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  2. Veritas
     
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    E' altamente probabile che il primo 'euaggelios' ad essere stato scritto, fu quello utilizzato dalla chiesa giudeo-cristiana di Antiochia, fondata tra l'85 ed il 90. Il suo titolo fu, quasi sicuramente, il 'vangelo di Giovanni', senza tuttavia alcun legame con il presunto evangelista e la sua figura, dal momento che il Giovanni in questione fu Giovanni di Gamala, figura resa artificiosamente carismatica, in quanto proposta come quella del 'moschyah' atteso dall'immaginario comune giudaico del tempo.

    Il culto 'giudeo-cristiano', malgrado gli sconcertanti tentativi depistanti da parte degli apologisti falsari, di cui la struttura clerico-cattolica ha sempre abbondato, non ebbe MAI a nulla a che vedere con catto-cristianesimo, nato, tra l'altro, oltre 50 anni dopo la fondazione del giudeo-cristianesimo: un culto strettamente filogiudaico, dal momento che il suo messaggio era rivolto esclusivamente al mondo ebraico, con particolare riguardo all'ambiente ribelle messianista, il quale costituiva un grosso problema per le autorità imperiali romane, spesso costrette ad impegnare ingenti risorse per domare i vari focolai di rivolta, che spesso si accendevano nell'inquieta Palestina.

    Dal momento che si voleva, con tale messaggio, indurre i ribelli e quelli che potenzialmente lo potevano diventare, ad abbandonare ogni progetto di ribellione e ad accettare serenamente la dominazione romana (in vista della rincompensa 'post-mortem', sic!), il messaggio non poteva essere che strettamente filogiudaico, altrimenti sarebbe stato assurdo sperare che esso potesse venire recepito dal mondo della ribellione messianista.

    Lo scopo di tutto ciò, non fu solo negli interessi di Roma, ma, nell'ottica di chi ne fu l'ispiratore (personaggio del 'milieu' imperiale), anche a vantaggio dello stesso popolo ebraico, verso la cui religione 'l'ispiratore' si era convertito, al fine di prevenire un'altra, più devastante guerra con i romani, come purtroppo avvenne, con buona pace dei fondatori del giudeo-cristianesimo, con la guerra del 132-135, detta anche 'guerra di Bar Kochba', la quale ebbe, come conseguenza, la definitiva diaspora del popolo ebraico della Palestina.

    Dal vangelo di Giovanni (di Gamala), dopo la fine del giudeo-cristianesimo in concomitanza con la diaspora ebraica, si ottenne il primo prototipo del vangelo di Luca, attraverso profonde e ripetute revisioni del testo originario, al fine di adattare la narrativa 'cucita' addosso alla figura di Giovanni di Gamala, a quella di Gesù di Nazareth, personaggio assolutamente diverso dal primo! Tuttavia, ancora oggi rimangono 'vestigia' dell'originario vangelo di Giovanni di Gamala nel testo dell'attuale vangelo di Gesù, come ad esempio la descrizione della città di 'Gesù', situata su di un'alta montagna, sulla cui sommità si apriva un mortale precipizio (vale a dire la città di Gamala) e la natività di Giovanni, che i falsari fondatori del culto catto-cristiano trasformarono nella natività di Giovanni il Battista: un maestro gnostico, quando è risaputo dell'estremo ostracismo del cattolicesimo nativo verso il mondo dello gnosticismo!



    Veritas

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  3. Hard-Rain
     
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    Veramente molto brevemente, limitandosi ai vangeli oggi noti, attualmente vi è un notevole consenso accademico attorno all'ipotesi che sia quello secondo Marco (κατα Μαρκον) il primo ad essere composto.

    P.S. x Veritas: si scrive ευαγγελιον (è un sostantivo neutro). Non ho capito che relazione intercorre, sulla base delle tue ipotesi, tra Giovanni di Gamla e il Gesù storico (quello che emerge dalla tua ricostruzione). Tu Veritas ritieni che Giovanni di Gamla sia estitito realmente, dunque? E' lo stesso Gesù storico o un altra figura? Grazie x le risposte.
     
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  4. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Sig. Aialon scrive:
    Ho letto qualche decina di articoli che dimostrano "incontrovertibilmente" che il Vangelo più antico è... quello di cui si occupa l'articolo.
    In breve mi sembra che ci siano varie scuole di pensiero, ma ci sarà un opinione prevalente o no?

    L'opinione prevalente indica sicuramente il vangelo di Marco tra i canonici, ma nella realtà

    Il primo vangelo scritto fu quello di Tommaso, almeno il nucleo primitivo, perchè subì anche questo delle aggiunte successive



    L'ultima riga della raccolta, attribuisce il Vangelo a Tommaso, mentre nell'introduzione recita di Didimo Giuda Tommaso.

    Tommaso è un 'espressione semitica che significa "gemello" e Didimo trasmette lo stesso significato in greco, quindi soltanto Giuda è un nome vero e proprio, e questo significa che il vero autore, è nientedimeno che Giuda fratello di Giovanni il Galileo o di Gamala o il Nazireo, il futuro Gesù inteso come salvatore, non come nome proprio ad esempio, Gesù figlio di Dammeo.

    Sicuramente ci fu un periodo storico in cui qualcuno aveva interesse a far credere che il Vangelo di Tommaso fosse stato scritto da Didimo Giuda Tommaso che alla fine risulta essere niente che di meno il Teuda figlio di Giuda il Galileo e fratello di Giovanni di Gamala.

    Voglio sottolineare interesse a fa credere, certo io sono consapevole che effettivamente non si sa chi sia stato l'autore di qualsiasi vangelo, canonico o apocrifo che sia.

    Ebbene il vangelo di Teuda fratello di Giovanni di Gamala, il salvatore, per questo chiamato Gesù molto umano e umanamente saggio è stato il primo di una lunga serie, su cui è stato costruito in modo progressivo, un Gesù Nazareno figlio di Dio che ha avuto la sua apoteosi con l'imperatore Costantino, seguendo i consigli di sua eminenza grigia, Eusebio di Cesarea.


    Quindi formalmente, l'autore è il Teuda accoppato da Fado procuratore in Giudea dal 44 al 45 d.c. (Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio libro XX, 97) e falsificato negli atti degli apostoli in 5,36.

    Si, proprio del Vangelo di Didimo Giuda Tommaso, camuffato il nome, per nascondere Teuda il fratello di Giovanni di Gamala. Il vangelo di chi combatté, nel 36 d.c. a Gerusalemme, e che vide suo fratello maggiore diventare Re dei Giudei e subito dopo venir crocifisso.

    Formalmente il vangelo scritto da colui che, nove anni dopo, tenterà di riprendersi ciò che fu tolto a suo fratello, rimettendoci la testa, che venne portata a Gerusalemme come segno della forza di Roma.

    Il vero grande e primitivo nucleo storico, dei successivi vangeli cristiani é stato questo vangelo di Teuda, chiamato di Tommaso ma che in realtà era di Didimo Giuda Tommaso. Tolto il nome Giuda nel vangelo di Giovanni, è diventato l'apostolo "Tommaso, uno dei dodici, chiamato Didimo, Gv 20,24.
    Ma questa volta, Eusebio ci aiuta, in Storia Eclesiastica 1, 13,11 ci dice "Dopo che Gesù tornò in cielo, Giuda, detto anche Tommaso....... " Quindi il nome completo dell'apostolo era Tommaso Giuda Didimo, quello del nostro evangelista. Confermato anche da Efrem, da Taziano e dalla Didachè e mi sembra pure dagli atti Apocrifi di San Tommaso.
    Anche David Donnini arriva alle seguenti conclusioni con: Nuove ipotesi su Gesù, pag.182.

    "Ma allora, chi è Giuda non l’Iscariota, Tommaso o Taddeo?
    Mi pare che non ci siano più dubbi: è tutti e due contemporaneamente, perché Tommaso e Taddeo sono la stessa identica persona. Si tratta di un certo Giuda, fratello di Cristo, che forse somigliava molto a Giacomo, da cui le espressioni «gemello» e «di Giacomo»; che è distinto dal famoso traditore Giuda, da cui l’espressione «non l’Iscariota»; che era un combattente messianista, da cui l’espressione «Giuda lo Zelota» e il soprannome «coraggioso».
    Ci troviamo di fronte ad uno sdoppiamento di persona, un trucco che ricorre numerose volte nel testo dei Vangeli canonici."

    Ora il Tommaso Didimo o Giuda non l'Iscariota del vangelo di Giovanni, corrisponde ai due apostoli sdoppiati dei sinottici, Giuda Tommaso e Giuda Taddeo (il coraggioso) per nascondere il Giuda fratello del Cristo cioè Teuda figlio di Giuda il Galileo.


    Uno dei motivi per cui è stato scritto il vangelo canonico successivo di Giovanni è quello per sminuire o rendere ridicolo il Vangelo di Tommaso/Teuda.

    Già da questa affermazione che nelle righe successive andrò a dimostrare, si capisce che il vangelo di Tommaso/Teuda è anteriore al vangelo di Giovanni.

    Il vangelo di Tommaso/Teuda ha come introduzione:

    "Queste sono le parole segrete che Gesù il Vivente ha detto e che Didimo Giuda Tommaso ha scritto"

    In questo modo si deve dichiarare che il vangelo in questione è stato scritto proprio formalmente dall'apostolo Didimo Giuda Tomaso riportato dal vangelo di Giovanni dove viene screditato, denigrato e diffamato.


    Quindi screditando, denigrando, e diffamando l'apostolo Didimo Giuda Tommaso, automaticamente si screditava, denigrava e diffamava il suo vangelo.

    Infatti, quando successivamente nel tempo la santa cattolica chiesa romana riuscì a censurare, nel senso di distruggere, bruciare, far scomparire tutte le copie del vangelo di Tommaso/Teuda, (tranne sicuramente una, dovuta mi sembra ad una disobbedienza del personale esecutivo, a noi arrivata) si lasciò cadere il nome Giuda; a Didimo Giuda Tommaso nel vangelo di Giovanni.



    Avendo, i Padri Apostolici maturato, la presunzione della totale distruzione del Vangelo di Tommaso /Teuda, a loro non serviva più confutarlo, e quindi apparve nel vangelo di Giovanni solo il nome dell'apostolo Didimo Tommaso.


    Ma questa volta, Eusebio da Cesarea l'ha combinata grossa, perchè in Storia Eclesiastica 1, 13,11 ci dice "Dopo che Gesù tornò in cielo, Giuda, detto anche Tommaso....... " Quindi il nome completo dell'apostolo era Tommaso Giuda Didimo, confermato anche da Efrem, da Taziano e dalla Didachè e mi sembra pure dagli atti Apocrifi di San Tommaso.


    Marco, Matteo e Luca citano Tommaso soltanto come uno dei «dodici».



    L'evangelista Giovanni lo distingue dagli altri, caratterizzandolo come il dubbioso, l'apostolo che non capisce né chi è Gesù, né quello che dice, e non crede alla testimonianza dei compagni.

    Addirittura, in questo episodio l'evangelista Giovanni, fa tornare dal regno dei morti Gesù/Giovanni di Gamala a rimproverare Tommaso.

    Luca nel suo vangelo specifica che, dopo la crocifissione, Gesù apparve agli «undici» e anche Matteo scrive che si manifestò agli «undici discepoli», cioè a tutti tranne Giuda Iscariota, e conferì loro il potere dello Spirito Santo.

    Ma il racconto di Giovanni è diverso: «Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù».



    Tommaso dunque si era perso un incontro fondamentale. Dopo avere salutato e benedetto i dieci presenti, Gesù li designò formalmente suoi apostoli: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Poi <alitò su di loro> lo Spirito Santo e il potere di rimettere i peccati.

    Il senso implicito del racconto è inequivocabile: Tommaso, che non era presente, non è un apostolo, non ha ricevuto lo Spirito Santo e non ha il potere, che gli altri hanno ricevuto direttamente da Gesù risorto, di assolvere i peccatori. E, come se non bastasse, quando gli altri discepoli gli raccontano che Gesù è apparso, Tommaso risponde con parole divenute proverbiali: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederà». Una settimana dopo Gesù riappare e, in una scena altamente drammatica, rimprovera a Tommaso la sua mancanza di fede e gli raccomanda: «Non essere più incredulo, ma credente». Tommaso, sopraffatto, capitola e balbetta il suo atto di fede: «Mio Signore e mio Dio!». (Elaine Pagels - Il vangelo segreto di Tommaso- religione oscar saggi mondadori pag. 59- 60)



    L'evangelista Giovanni, prima fa dire al risorto alla Maddalena, "non mi toccare", successivamente fa dire sempre al risorto puro spirito perchè entrato con le porte chiuse a Tommaso "Metti qui il tuo dito nel mio corpo materiale.........."


    La conclusione è una sola, quella trasmessa, per quasi due millenni ai cristiani e cioè che Didimo Tommaso era un discepolo piuttosto ottuso e di poca fede. In poche parole, Tomaso è apparso, un tardo di mente.

    Con questa scena Giovanni gli assesta il colpo di grazia. Finalmente Tommaso ha capito. E al discepolo mortificato Gesù rivolge un rimprovero: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quellii che pur non avendo visto crederanno!

    Con queste parole, naturalmente, Giovanni ammonisce i lettori, se non vogliono incorrere nell’ira divina, a credere a ciò che non possono verificare, cioè al messaggio evangelico di cui si dichiara testimone. E non dev’essergli dispiaciuto scrivere l’ultima scena: in essa infatti Tommaso rinuncia alla ricerca della verità attraverso l’esperienza, si spoglia dell’«incredulità» e professa la verità che Giovanni proclama nel suo vangelo. I seguaci di Tommaso avranno sicuramente colto il messaggio.


    Parlando a coloro che hanno una visione diversa, l'evangelista Giovanni (o chi per Lui) cerca di imporre la sua certezza assoluta: solamente la fede in Gesù offre la salvezza.

    Poiché il Didimo Tommaso corrispondeva al Taddeo dei sinottici, in un testo ho trovato che in alcune regioni italiane il termine Taddeo, significa un ritardato mentale. (Se volete posso riportare anche i riferimenti precisi).


    Eppure al tempo di Giovanni molti lo veneravano come un apostolo straordinario, quello al quale Gesù/ Giovanni di Gamala, aveva affidato le sue «parole segrete».

    Se Giovanni, traccia questo ritratto di Tommaso è per screditare il suo vangelo.


    Il Gesù di Giovanni esalta coloro che «pur non avendo visto, crederanno» senza chiedere prove e a Tommaso, che vuole verificare sperimentalmente la verità, rinfaccia il suo scetticismo. (Elaine Pagels - Il vangelo segreto di Tommaso- religione oscar saggi mondadori pag. 59- 60)

    All'evangelista Giovanni questo non basta e insiste altre due volte per far apparie l'apostolo Didimo Giuda Tommaso un perfetto tonto e ottuso, e precisamente in Gv 11,16 e Gv 14,3-4.


    Gli aramismi contenuti in questo vangelo, fanno pensare a una sua redazione in aramaico, e quindi, rende impossibile che l'autore sia andato a far un riassunto dei sinottici in greco, per poi tradurre il tutto in aramaico.

    Formalmente Didimo Giuda Tommaso, conosceva bene l'aramaico, essendo il figlio del dottore o rabbi Giuda il Galileo.

    Tale vangelo per questo è stato scritto prima del 45 d.c., quindi uno degli scritti più vicini temporalmente a Giovanni di Gamala il salvatore cioè Gesù e ritrovato nel 1945 nel villaggio di Nag Hammàdi, in Alto Egitto, nella zona di Khenoboskhion perchè fuggito alla feroce e spaventata distruzione cristiana.

    Sii, spaventata nel senso di paura violenta e incontrollabile, che tutto ciò che era stato falsificato potesse essere scoperto.

    Se non c'era nulla da nascondere, se tutto era ispirato dal divino quindi dal perfetto, perchè costruire una scienza con il preciso scopo di trovare delle giustificazioni alle contraddizioni che si erano venute a creare in seguito alle falsificazioni?

    Certamente non ci deve meravigliare che sul Vangelo di Tommaso/Teuda manchino l'epos e tutte le vicende riguardanti suo fratello Giovanni di Gamala il futuro Gesù Cristo dei cristiani.
    Ebbene, quando a Gerusalemme nella primavera del 36 d.c. crocifiggono l'effimero re dei Giudei, suo fratello Giovanni chiamato con il nome di Gesù generico, per identificarlo come salvatore; la croce aveva un significato estremamente e orribilmente negativo senza alcuna attenuante e giustificazione. La croce era uno status accordato ad una persona che aveva subito la più vergognosa delle morti, condannato come un criminale secondo la legge romana e maledetto da Dio secondo la legge ebraica Dt (21,23) " Quando un uomo ha commesso un peccato che merita la pena capitale, è stato messo a morte e tu l’hai appeso a un albero, il suo cadavere non passi la notte sull’albero; lo devi seppellire in quello stesso giorno, perché un impiccato è una maledizione di Dio e tu non devi contaminare il suolo che il Signore tuo Dio ti dona in eredità."


    In questa ben chiara e precisa realtà culturale come poteva suo fratello parlare o scrivere della morte o dell'epos di suo fratello Gesù (inteso come salvatore)? Era ancora vivo il ricordo del presunto Messia osannato dalla folla e poi finto in croce, tradito dagli uomini e maledetto da Dio. L'evangelista Tommaso/Teudas, del Messia suo fratello poteva ricordare solo i suoi detti e dimenticare più che poteva la sua figura storica. Ecco, il suo vangelo sincero dal volto umano, un vangelo di un uomo saggio come poteva essere suo fratello Giovanni conosciuto con il nome di Gesù inteso come salvatore.

    Si, anche un po' gnostico perché il presunto Messia doveva apparire alle folle, come uno che conosceva bene i segreti per comprendere la volontà del Padre, come molte volte riferito nel suo vangelo. Suo fratello era un buon predicatore che sapeva convincere le folle raccontando delle parabole. Teuda non può attribuire miracoli a suo fratello Giovanni/Gesù, perchè la gente è ancora viva, e non li aveva mai visti. Non era proprio il caso che parlasse di nascita da Vergine riferita a suo fratello, o cori di angeli, o della resurrezione che ancora non era stata programmata. A dir il vero, meno ne parlava meglio era, perciò scrisse un vangelo onesto e estremamente umano, che servì ai futuri evangelisti, per riempire i loro vangeli quando dovevano descrivere il loro Gesù Nazareno, il Cristo figlio di Dio, nel suo aspetto umano.
    Teuda non poteva parlare di Apostoli perchè non sono mai esistiti, giustamente la Palestina è stata calpestata da fratelli e discepoli del Giovanni di Gamala.



    Quando si parla del vangelo di Teuda/Tommaso, diventa imperativo ricordarsi che il san Paolo o chi per lui, non era ancora arrivato con le sue lettere a capovolgere i concetti della croce e della crocifissione.
    Solo successivamente, le lettere e le prediche di S.Paolo o chi per lui, incominciarono a trasformare lo scandalo della croce e la maledizione di Dio in un motivo di vanto, (1 Cor. 1.23- Gal 5,11- Gal 6,14).


    Con San Paolo o chi per lui, la croce diventa un motivo di vanto perché Dio aveva agito attraverso essa, e facendo questo, Dio aveva espresso il suo giudizio sulla sapienza del mondo, che giudicava il messaggio cristiano riguardo alla croce come una completa follia (1 Cor 1,1 8-31). SanPaolo o chi per Lui considerò la croce anche come un evento escatologico divino che segnava la fine della vecchia era e l’inizio di una nuova creazione (Gal 6,14-15). Di conseguenza, la croce da un simbolo di infamante vergogna, diventa un simbolo glorioso, e si riferisce a un’esistenza umana trasformata. Con la croce, i credenti sono uniti a Cristo mediante la fede e il battesimo, e condividono così la sua crocifissione. Attraverso questa crocifissione essi vengono liberati dai poteri che controllavano le loro vite precedenti — la legge e il peccato — e vengono resi capaci di nuove vite di grazia (Gal 2,19-21; Rm 6,1-6).
    La croce diventa perciò il simbolo supremo dell’amore di Dio (Rm 5,8) e nello stesso tempo è il massimo simbolo dell’obbedienza di Cristo (Fil 2,8). Come tale, diventa un modello per l’esistenza dei nuovi cristiani, che deve essere caratterizzata dall’amore del prossimo (Fil 3,18).

    Solo dopo aver diffuso questi concetti, poterono esser scritti tutti i vangeli canonici, e così è stato.
     
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  5. Veritas
     
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    CITAZIONE (Hard-Rain @ 15/10/2009, 12:17)
    Veramente molto brevemente, limitandosi ai vangeli oggi noti, attualmente vi è un notevole consenso accademico attorno all'ipotesi che sia quello secondo Marco (κατα Μαρκον) il primo ad essere composto.

    P.S. x Veritas: si scrive ευαγγελιον (è un sostantivo neutro). Non ho capito che relazione intercorre, sulla base delle tue ipotesi, tra Giovanni di Gamla e il Gesù storico (quello che emerge dalla tua ricostruzione). Tu Veritas ritieni che Giovanni di Gamla sia estitito realmente, dunque? E' lo stesso Gesù storico o un altra figura? Grazie x le risposte.

    Come ci ha tramandato Papia, attraverso le poverissime ma importanti citazioni che di lui sono state fatte dai padri della Chiesa, Matteo, quello vero(*), non fece altro che riportare per iscritto un certo numero di Detti od 'Oracoli' di Gesù, come li chiamò Papia, il quale, dopo averne compreso il significato, attraverso l'ausilio di riscontri orali e scritti, compose un'opera in cinque volumi, intitolata, appunto, Spiegazione degli Oracoli di Gesù: opera che dovette avere molta diffusione, dal momento che Eusebio 'accusa' Papia di aver maleinformato moltissimi studiosi cristiani del tempo, circa la leggenda della parusia e dei mille anni di regno di 'bengodi' sulla terra. (Ireneo fu tra queste 'vittime'!)

    La raccolta di detti da parte di Matteo, venne effettuata, con alta probabilità, prima del 60, mentre la raccolta della 'Kerygmata Petri' effettuata da Marco (all'atto pratico una sorta di confessione di Pietro prima di essere giustiziato), avvenne intorno al 64: ergo, se si dà la veste di vangeli a queste due raccolte, è evidente che viene prima quello di Matteo e poi quello di Marco. La cosa è ancora più palese per il fatto che un certo numero di esegeti sostiene, a tutt'oggi, che fu proprio quello di Matteo ad essere stato scritto per primo (c'è da scommetere che tali punti di vista contraddittori, abbiano avuto la loro origine negli ambienti vaticani più esclusivi, tra persone ben informate, le quali sapevano tutto circa le raccolte dei due 'evangelisti')

    Tuttavia, come ripeto, le raccolte di cui sopra non furono affatto dei 'vangeli', almeno per come siamo abituati a concepire tali documenti, ma semplici raccolte di dati. Quella effettuata da Marco, finì poi negli archivi imperiali e lì rimase sino ai primi anni 140, quando, in occasione del progetto 'catholicum', vale a dire della creazione a 'tavolino' del culto cattocristiano, tale materiale 'marchiano' venne rispolverato ed utilizzato per comporre quello che, quasi sicuramente, fu il primo vangelo cattolico (o il suo prototipo) della Chiesa catto-cristiana.

    Tuttavia, nel frattempo Marcione, il quale faceva parte del 'team' a cui era stato affidato il compito di gettare le basi del nuovo culto, aveva avuto l'idea di trasformare il vangelo della chiesa giudeo-cristiana di Antiochia, centrato sulla figura di Giovanni di Gamala, attraverso una profonda revisione del testo, al fine di adattarlo alla figura gesuana.

    Difficile stabilire quale nome Marcione avesse dato al suo lavoro, tuttavia è certo che coloro che alla fine si impossessarono del suo lavoro (**), sottoponendolo ad ulteriori revisioni, finirono con il chiamarlo 'vangelo di Luca'. Chi sia stato questo personaggio è difficile, se non impossibile, saperlo. A suo tempo feci una ricerca che durò parecchio tempo, senza tuttavia venire a capo del mistero. L'unica cosa che riuscì a scoprire con certezza, fu che 'LUKE', in alcune antiche lingue slave significava 'capitolo'. Decisamente un po' troppo poco per tentare ipotesi ragionevoli.

    Alcuni anni dopo la scrittura del vangelo di Marco (più o meno quello che oggi conosciamo), gli attivi falsari, grazie alla corruzione di un esponente dello gnosticismo gesuano (Policarpo?), di cui si ha notizia attraverso gli scritti di uno scrittore arabo dell'X-XI secolo, forse di area Sufi(***), vennero in possesso di una copia dei detti di Gesù registrati da Matteo, e fu così che ebbe inizio la redazione del prototipo dell'attuale vangelo di Matteo, attraverso integrazioni reciproche con quello di Marco.

    "..Tu Veritas ritieni che Giovanni di Gamla sia estitito realmente, dunque?.."

    Non ho alcun dubbio in merito!.... Prova a fare ricerche attorno alla cosiddetta 'Invenzione di santo Stefano'. Ritengo probabile che alla fine riuscirai anche tu a percepire la reale dinamica dei fatti. Tieni presente che Tertulliano, nel suo lavoro contro i valentiniani, cita che questi 'eretici' sostenevano che esistettero DUE CRISTI, di cui uno coraggioso, il quale affrontò stoicamente (cioè in modo 'zelota') la passione (morte sulla croce), mentre l'altro, pavido, 'sgattaiolò' tra la folla (cioè riuscì a sfuggire ad un pericolo imminente)

    Tieni presente che il fondatore della setta dei valentiniani fu Valentino: di sicuro uno dei personaggi del 'team' incaricati di mettere a punto il nuovo culto catto-cristiano. Valentino, prima di abbandonare la congrega (come aveva fatto anche Marcione) aveva concorso alla cattedra di vescovo di Roma ('soffiatagli' poi da Aniceto per supposta corruzione del corpo elettivo, come lascia intendere lo stesso Tertulliano). Dunque, per concorrere alla cattedra di vescovo di Roma, Valentino doveva saperla lunga sui retroscena che 'sonnecchiavano' dietro la verità ufficiale circa le origini del catto-cristianesimo: ergo, se i suoi discepoli valentiniani sostenevano che esistettero due Cristi, tale notizia non poteva che provenire da lui.

    Ancora Tertulliano, nel suo De Spectaculis, ci fornisce una duplice versione circa la sparizione del cadavere di Gesù. Secondo una di tali versioni, il corpo sarebbe stato asportato di notte dalla croce (presumibilmente dai suoi parenti e/o seguaci), mentre l'altra versione riferisce che il corpo venne sottratto dalla tomba dove era stato sepolto. Non sono due versioni 'alternative', ma si tratta di versioni riferite a DUE PERSONAGGI DISTINTI. Nelle 'Toldoth Yeshu', di redazione rabbinica, è riportata la seconda versione, la quale trova importanti echi nella letteratura evangelica: vale a dire quella riferita al personaggio Gesù.

    La prima versione, quasi sicuramente, è riferita al personaggio Giovanni di Gamala, fatto crocifiggere dai romani al tempo di Pilato-Vitellio. La lettura della leggenda dell'Invenzione di santo Stefano, ci fornisce un ottimo elemento per ritenere valida l'ipotesi di cui sopra. Come lasciano intendere anche i vangeli canonici, i parenti ed i seguaci di Giovanni di Gamala (Gesù nei vangeli) riuscirono ad asportare il corpo del crocifisso attraverso subornazione dei soldati di guardia.

    La presenza di questi ultimi nel luogo su cui vennero innalzate le croci, unitamente al fatto dell'audace decisione di asportare il corpo dalla croce, lascerebbe strada all'ipotesi che lo sfortunato personaggio crocifisso non fosse ancora morto. Questo aspetto potrebbe trovare conferna nelle numerose leggende dell'antico passato, secondo le quali 'Gesù' si salvò dalla croce e curato di nascosto. Appena guarito, egli lasciò per sempre la Palestina per dirigersi verso l'India.

    Si trattò, quasi sicuramente, di una sorta di 'pamphlet' di notizie tramandate, originariamente, in modo confuso attraverso la tradizione orale, e riguardanti sia Gesù di Nazareth che Giovanni di Gamala (e forse qualche altro personaggio), dei quali si conosceva uno 'strano' e confuso rapporto. (le loro figure carismatiche vennero 'fuse' sincreticamente insieme per dare origine al personaggio di sintesi GESU' CRISTO, il 'messia' crocifisso).



    Saluti

    _____________________________________

    Note:

    (*) - Gli evangelisti sono inclini nel ritenere che Matteo sia stato lo stesso che Levi. Tuttavia, in base alle mie ricerche, è probabile che nè l'uno nè l'altro dei due sia stato il vero nome del personaggio. Più verosimilmente, il suo vero nome fu Nicodemo, riportato nel Talmud con la forma 'Nekai'. In sostanza, il 'polimorfo' Nicodemo altri non fu che Bartolomeo, Matteo, Levi, Lazzaro ed 'il giovane che Gesù amava', come riportato dalla lettera di Clemente Alessandrino, scoperta dall'americano Morton Smith presso il monastero di Mar Saba. L'etimologia del nome Matteo è probabilmente diversa da quella che la tradizione ricollega all'ebraico 'Matathiah' o 'Mathiah'. Esistono buone probabilità che questo 'nomignolo' che Gesù, secondo un suo 'vezzo', applicò a questo personaggio, derivi dalla mitologica figura egizia 'THEUTH' (o Thoth), spesso rappresentato con la sua 'controparte' femminina, vale a dire la dea MAAT, da cui l'androgino MAAT-THEUTH. Gli ultimi dati che sono riuscito a raccogliere in merito alla figura di Gesù, confortano enormemente questa mia tesi.

    (**) - provocando, probabilmentte, l'abbandono sdegnato di Marcione della 'sacra' congrega, come riportano le cronache patristiche, anche se in modo ambiguo e mistificato, dal momento che i 'padri' fecero credere che i 200.000 sesterzi, con cui venne alimentato il team degli esperti fondatori, provenissero dalle tasche di Marcione, quando invece, quasi sicuramente, tale denaro proveniva da una 'colletta' da parte di ricchissimi proprietari terrieri e di schiavi dell'ambiente patrizio-senatoriale, se non addiritura dal pubblico erario, visto che il progetto 'catto-cristiano' venne sponsorizzato e protetto dal potere imperiale-senatoriale del tempo: una volta tanto 'd'amore e d'accordo' !

    (***) - questo scrittore arabo era nativo dei dintorni di Babilonia, e forse venne in contatto con la comunità dei mandei. Comunque, sembra che le notizie riguardanti Gesù e la chiesa primitiva egli le abbia attinte da fonte manichea.


    Veritas
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    Edited by Veritas - 16/10/2009, 19:41
     
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  6. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Giovanni dalla Teva scrive:

    Il primo vangelo scritto fu quello di Tommaso, almeno il nucleo primitivo, perchè subì anche questo delle aggiunte successive

    Infatti compaiono i nomi di quattro figli di Giuda il Galileo: Giacomo, Simone, Giuda Tommaso, Gesù il salvatore. Non compaiono invece gli apostoli, invenzione successiva di san Paolo.

    Gli apostoli non compaiono neppure nel vangelo degli Ebioniti. http://www.storiacristianesimo.it/vangelo%...%20ebioniti.htm


    Gli apostoli storicamente non sono mai esistiti.

    Infatti tranne i quattro fratelli di Gesù/Giovanni di Gamala che attraverso gli scritti di Giuseppe Flavio sappiamo bene quale fu la loro morte,

    Giuda, Decapitato nel 45 "riportato da Giuseppe Flavio"Ant. Giud. XX, 5.1 -97-99"
    Giacomo, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102
    Simone, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio" Ant. Giud. 20. 5.2-102"
    Giuseppe, fu ucciso durante la guerra giudaica nel 66 d.c. Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17".


    per gli altri "solo la tradizione dice " il che significa solo falsificazioni per giustificare ciò che storicamente non è mai esistito.

    Per avvallo riporto:

    Contraddizioni sulla morte di Giuda Iscariota
    Apprendiamo dal vangelo di Matteo 27.5 "Egli (Giuda), gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. "

    Mentre negli atti degli apostoli 1,18 "Costui (Giuda) dunque si comprò un campo con il prezzo dell'ingiustizia, e precipitando si spaccò in mezzo e si sparsero tutte le sue viscere.

    Chi dice il falso?

    Dimostrazione che gli Apostoli sono stati inventati

    La grande falsificazione di Gamaliele dagli Atti degli Apostoli 5,34


    Dimostrazione che l'intervento di Gamaliele è un falso, non tanto perchè è stato invertito dai falsari cronologicamente, l'esistenza di Tèuda con Giuda il Galileo, suo padre, ma perchè hanno fatto dichiarare a Gamaliele, davanti al Sinedrio che Tèuda, un guerrigliero comandante di quattrocento sovversivi era stato ucciso, quando invece era ancora vivo.

    Il racconto dell'intervento di Gamaliele davanti al Sinedrio, precede negli Atti degli Apostoli, addirittura l'arresto e la morte di Stefano, considerato, il primo martire della chiesa. Quindi nessun Apostolo, sicuramente era stato ancora ucciso.

    Sia la logica, sia il racconto dicono che tutti, ma proprio tutti gli apostoli erano ancora vivi. Infatti tutti gli apostoli vengono imprigionati e gettati in prigione. Nella notte un angelo del Signore li libera, ma vengono nuovamente, catturati e condotti davanti il Sinedrio e interrogati dal sommo sacerdote.

    Qui un fariseo di nome Gamaliele, dottore della legge, stimato da tutto il popolo, afferma davanti a tutti i presenti del Sinedrio, tra le altre cose, che Tèuda il rivoluzionario è morto, cosa certamente impossibile cioè falsa.

    Infatti noi sappiamo leggendo Antichità Giudaiche 2 a cura di Luigi Moraldi - edizioni Utet - libro 20,5, 98 pag. 1231,che Tèuda fu catturato e poi ucciso, tagliandogli la testa, dai soldati romani, quando il loro capo, era Fado, procuratore in Palestina dal 44 al 46 d.c..

    Il procuratore Fado fu inviato in Palestina, dall'imperatore Claudio, dopo la morte del re Erode Agrippa nel 44 d.C..

    Ora, secondo la narrazione degli Atti degli Apostoli, l'apostolo Giacomo, fu ucciso di spada in base agli ordini del re Erode Agrippa.

    Constatando che al tempo dell'intervento nel Sinedrio di Gamaliele, tutti gli apostoli erano in vita, perchè il martirio di Giacomo sarà successivo, non può essere che Teuda sia già morto, perchè sappiamo che la sua morte avvenne per gli atti degli Apostoli, dopo quella di Giacomo.

    Riassumendo:
    Il racconto di Gamaliele al Sinedrio, avviene con tutti gli apostoli vivi, molto prima del martirio dell'Apostolo Giacomo.
    Il martirio dell'apostolo Giacomo avviene per ordine di re Erode Agrippa al potere dal 37 al 44 d.c. (Atti degli apostoli 12,1)
    Teuda viene ucciso da Fado, che succede ad Agrippa, procuratore dal 44 al 46 d.c.
    Quindi Gamaliele non può aver detto, nel momento in cui tutti gli apostoli erano vivi, che Theuda era morto, perchè la sua morte avverrà dopo quella dell'apostolo Giacomo.

    Una volta accertata la falsificazione del racconto si può concludere che, l'apostolo Pietro non ha mai detto:"Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati,. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono" davanti al sinedrio, perchè collegato direttamente a tale avvenimento.

    Una volta accertata la falsificazione del racconto si può concludere inoltre che, l'Apostolo Giacomo non fu ucciso di spada dal re Erode Agrippa, ma bensì fu crocifisso dal procuratore Tiberio Alessandrino dal 46 al 48 d. c., assieme al suo fratello Simone entrambi figli di Giuda il Galileo, come riportato da Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche 2 a cura di Luigi Moraldi - edizioni Utet - libro 20,5, 102 pag. 1231

    Di conseguenza Simon Pietro non diventerà mai, il primo papa a Roma, come vorrebbe la chiesa.
    Di certo, non ci sono stati gli interventi degli angeli, né per la liberazione degli apostoli, inerente al falso intervento di Gamaliele né per la liberazione di Pietro imprigionato da Re Erode Agrippa.
    Come sempre i conti tornano.

    Appare così, chiaro e veritiero il contenuto dei vangeli dove vengono elencati i nomi dei fratelli del presunto Messia, Vangelo di Mc 6,3 , Mt 13,55. Non è egli forse il figlio dei carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? (Mt. 13,55)



    Gli evangelisti Marco e Matteo scrissero i nomi dei fratelli del Gesù Nazareno, perchè non conoscevano le opere di Giuseppe Flavio.
    Solo con i nomi dei fratelli di Gesù che compaino in Marco e Matteo, confrontandoli con gli scritti di Giuseppe Flavio (anche dopo le censure successive, figuriamoci prima delle censure) si riesce ad identificare i veri protagonisti storici dei vangeli, cioè i figli di Giuda il Galileo.

    Tutto questo, gli evangelisti Marco e Matteo non lo potevano sapere o prevedere.

    L'autore o gli autori degli Atti degli apostoli che scrivono avendo a disposizione i quattro vangeli (successivamente dichiarati canonici) e tutti gli scritti di Giuseppe Flavio, si accorgono che confrontando:
    Non è costui il falegname,il figlio di Maria, il fratello di Giacomo,di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi? (Marco 6,3)

    Non è egli forse il figlio dei carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? (Mt. 13,55)
    con gli scritti di Giuseppe Flavio, chiunque può comprendere che il Gesù Nazareno il figlio di Dio, non era altro che Giovanni di Gamala figlio di Giuda il Galileo.

    Allora, furono costretti a chiamare in causa Gamaliele, un fariseo, un dottore della legge, stimato da tutto il popolo a testimoniare davanti al Simedio (niente meno che il conciglio dei capi degli Ebrei) che la famiglia di Giuda il Galileo e Teuda non avevano nulla a che fare con il pacifico e mite Gesù Nazareno figlio di Dio e i suoi apostoli.
    Per dimostrare inoltre che Teuda, cioè Giuda , non aveva nulla a che fare anche con Giuda il Galileo, (quando in realtà era suo figlio) lo fanno operare cronologicamente prima di Giuda suo padre, in modo tale che sia impossibile per il lettore comprendere che invece era il Figlio)

    Ad esempio se Roberto è il padre di Pierino, e io voglio falsamente negarlo, devo dichiarare che Pierino è vissuto prima di Roberto, esattamente quello che fece, l'autore degli atti degli apostoli, con Giuda il Galileo e suo figlio Teuda.
    Ricordiamo, che in tale periodo i cristiani non erano ancora in grado di falsificare le opere di Giuseppe Flavio, in quanto, alcune copie erano custodite negli archivi imperiali o in possesso di pagani, né potevano prevedere tale loro capacità di censura, nel futuro.

    Il far dichiarare a Gamaliele il falso, smascherò osservando le date storiche, il loro inganno.

    Infatti il racconto di Gamaliele al Sinedrio, avviene con tutti gli apostoli vivi, molto prima del martirio dell'Apostolo Giacomo.

    Ma poiché l'autore degli atti degli apostoli, dovette pure anticipare cronologicamente, la morte dell'apostolo Giacomo, sotto il re Erode Agrippa, al potere dal 37 al 44 d.c..
    Altrimenti, il lettore avrebbe compreso con facilità, leggendo Antichità Giudaiche libro XX, 102"Oltre a ciò, Giacomo e Simone, figli di Giuda Galileo, furono posti sotto processo e per ordine di Alessandro, vennero crocefissi; questi era il Giuda che — come ho spiegato sopra — aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirìno faceva il censimento in Giudea." che i due figli di Giuda il Galileo corrispondevano ai due apostoli, cioè i due fratelli di Gesù Nazareno "Non è egli forse il figlio dei carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? (Mt. 13,55).
    E poiché Teuda viene ucciso da Fado, che succede ad Agrippa, procuratore dal 44 al 46 d.c.

    Quindi Gamaliele non può aver detto, nel momento in cui tutti gli apostoli erano vivi, che Theuda era morto, perchè la sua morte avverrà dopo quella dell'apostolo Giacomo. (autore di tale scoperta il grande storico, Sig. Salsi Emilio )

    Un caro saluto

    Edited by Giovanni Dalla Teva - 20/10/2009, 15:37
     
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  7. Donato Riccardi Acconciatore
     
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    Ciao a tutti,
    mi chiamo Donato, ho 26 anni e sono un apprendista acconciatore della Basilicata, sono cristiano cattolico e credente e da sempre mi affascina la ricerca della Verità nei Vangeli sulla figura storica di Gesù.
    Secondo me, vista l'impossibilità di inventare di sana pianta tutti i racconti evangelici nei dettagli, alcune parti dei vangeli non sono state inventate, ma asportate (almeno per quanto riguarda i miracoli e i detti) dall'operato di Simone di Samaria, meglio conosciuto con il nome di Simon Mago, famoso in tutta la Palestina,la Samaria e l'Impero Romano. Dovremmo tener bene in considerazione la setta pseudognostica, ancor oggi esistente dei mandei sulla figura storica di Giovanni il battista e ancora più la figura storica di Gesù figlio di Safat, arconte di Tiberiade e legittimo erede al trono di Davide, crocifisso dai romani.
    Sarei lieto di sapere voi cosa ne pensate. Grazie per l'attenzione.
     
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  8. Pecora selvatica
     
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    Ciao Donato, BENVENUTO!! :)

    ...molto interessanti i riferimenti/accostamenti che fai, raccontaci qualcosa di più, se lo desideri anche tu, ovviamente....
     
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  9. Donato Riccardi Acconciatore
     
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    CITAZIONE (Pecora selvatica @ 29/10/2010, 15:36) 
    Ciao Donato, BENVENUTO!! :)

    ...molto interessanti i riferimenti/accostamenti che fai, raccontaci qualcosa di più, se lo desideri anche tu, ovviamente....

    Ciao a te e grazie, appena posso pubblico qualche altro post. Un saluto a tutti. ;)
     
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  10. Veritas
     
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    CITAZIONE (Donato Riccardi Acconciatore @ 27/10/2010, 17:22) 
    Ciao a tutti,
    mi chiamo Donato, ho 26 anni e sono un apprendista acconciatore della Basilicata, sono cristiano cattolico e credente e da sempre mi affascina la ricerca della Verità nei Vangeli sulla figura storica di Gesù.
    Secondo me, vista l'impossibilità di inventare di sana pianta tutti i racconti evangelici nei dettagli, alcune parti dei vangeli non sono state inventate, ma asportate (almeno per quanto riguarda i miracoli e i detti) dall'operato di Simone di Samaria, meglio conosciuto con il nome di Simon Mago, famoso in tutta la Palestina,la Samaria e l'Impero Romano. Dovremmo tener bene in considerazione la setta pseudognostica, ancor oggi esistente dei mandei sulla figura storica di Giovanni il battista e ancora più la figura storica di Gesù figlio di Safat, arconte di Tiberiade e legittimo erede al trono di Davide, crocifisso dai romani.
    Sarei lieto di sapere voi cosa ne pensate. Grazie per l'attenzione.
    .

    Ciao Donato, e benvenuto nel forum!

    Sono d'accordo con te sull'inventare di sana pianta. Da tempo, ormai, mi sono convinto che di veramente inventato di sana pianta c'è poco nella letteratura neotestamentaria. Più ricorrente invece, ed anche in modo assolutamente determinante, è la distorsione più o meno profonda delle notizie riguardanti Gesù ed il suo mondo, dei fatti che scandirono la sua vita e del profilo storico di quasi tutti i personaggi, coinvolti a qualunque titolo nella vicenda evangelica.

    Insomma, l'obiettivo primo dei santi padri falsari delle origini, fu quello di fornire alle proprie 'vittime', vale a dire ai fedeli plagiati dai santi missionari catto-cristiani, una versione (ovviamente falsata e distorta) della verità storica, ben conosciuta all'epoca sia dal mondo giudaico e sia dal mondo pagano, grazie alle informazioni che quest'ultimo riceveva in merito dal mondo giudaico della diaspora. (soprattutto da quella romana, visto che fu proprio a Roma che il culto catto-cristiano ebbe origine).

    In questo modo i 'santi' falsari, responsabili della nascita del culto catto-cristiano, intendevano rendere irraggiungibili i reali personaggi storici ed impedire, di fatto, un raffronto razionale tra il Gesù della storia (cioè quello VERO) ed il Gesù della fede, costruito fraudolentemente 'ad-hoc' sulla scorta di alcune (e SOLO alcune!) peculiarità del primo, vale a dire quello storico. Per gli altri personaggi evangelici, il 'percorso' operativo fu praticamente lo stesso: a partire dalla 'Vergine' Maria e dal padre 'putativo' di Gesù, cioè l'anziano carpentiere Giuseppe.

    Tutta l'operazione venne condotta all'insegna del più bieco cinismo, e con assoluta mancanza di scrupoli, riguardo al colossale inganno che si stava perpetrando e che, grazie alla simbiosi con il potere secolare, caratteristica che fu anche alla base della nascita del catto-cristianesimo, sarebbe poi stato destinato a durare sino ai giorni nostri.

    Per quanto riguarda la tua opinione circa Simon Mago, sarei curioso di sapere perchè ritieni quella di Gesù una figura 'mitica', o comunque non realmente storica (come mi è parso di capire dalle tue parole), mentre, al contrario, ritieni Simon Mago un carattere storico.


    Saluti

    Veritas

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  11. Donato Riccardi Acconciatore
     
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    Ciao Donato, e benvenuto nel forum!

    Sono d'accordo con te sull'inventare di sana pianta. Da tempo, ormai, mi sono convinto che di veramente inventato di sana pianta c'è poco nella letteratura neotestamentaria. Più ricorrente invece, ed anche in modo assolutamente determinante, è la distorsione più o meno profonda delle notizie riguardanti Gesù ed il suo mondo, dei fatti che scandirono la sua vita e del profilo storico di quasi tutti i personaggi, coinvolti a qualunque titolo nella vicenda evangelica.

    Insomma, l'obiettivo primo dei santi padri falsari delle origini, fu quello di fornire alle proprie 'vittime', vale a dire ai fedeli plagiati dai santi missionari catto-cristiani, una versione (ovviamente falsata e distorta) della verità storica, ben conosciuta all'epoca sia dal mondo giudaico e sia dal mondo pagano, grazie alle informazioni che quest'ultimo riceveva in merito dal mondo giudaico della diaspora. (soprattutto da quella romana, visto che fu proprio a Roma che il culto catto-cristiano ebbe origine).

    In questo modo i 'santi' falsari, responsabili della nascita del culto catto-cristiano, intendevano rendere irraggiungibili i reali personaggi storici ed impedire, di fatto, un raffronto razionale tra il Gesù della storia (cioè quello VERO) ed il Gesù della fede, costruito fraudolentemente 'ad-hoc' sulla scorta di alcune (e SOLO alcune!) peculiarità del primo, vale a dire quello storico. Per gli altri personaggi evangelici, il 'percorso' operativo fu praticamente lo stesso: a partire dalla 'Vergine' Maria e dal padre 'putativo' di Gesù, cioè l'anziano carpentiere Giuseppe.

    Tutta l'operazione venne condotta all'insegna del più bieco cinismo, e con assoluta mancanza di scrupoli, riguardo al colossale inganno che si stava perpetrando e che, grazie alla simbiosi con il potere secolare, caratteristica che fu anche alla base della nascita del catto-cristianesimo, sarebbe poi stato destinato a durare sino ai giorni nostri.

    Per quanto riguarda la tua opinione circa Simon Mago, sarei curioso di sapere perchè ritieni quella di Gesù una figura 'mitica', o comunque non realmente storica (come mi è parso di capire dalle tue parole), mentre, al contrario, ritieni Simon Mago un carattere storico.


    Saluti

    Veritas

    Un saluto a te Veritas e grazie per il commento,
    ci tengo a precisare che non ho detto che Gesù è una figura mitica, ma che il Gesù presentatoci dal Cristianesimo attuale come del passato sia un ibrido,composto in parte anche dalla figura di Simon Mago.
     
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  12. Veritas
     
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    CITAZIONE (Donato Riccardi Acconciatore @ 21/11/2010, 01:08) 
    Un saluto a te Veritas e grazie per il commento,
    ci tengo a precisare che non ho detto che Gesù è una figura mitica, ma che il Gesù presentatoci dal Cristianesimo attuale come del passato sia un ibrido, composto in parte anche dalla figura di Simon Mago.
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    Una cosa comunque è certa, anche se ben difficilmente il clero cattolico accetterà mai di ammetterlo: il Gesù Cristo del culto cristiano è il risultato della fusione sincretico-letteraria di due personaggi storici ben distinti, vale a dire Giovanni di Gamala e Gesù di Nazareth!

    Il primo di tali personaggi, fu sicuramente un discendente asmoneo (suo nonno fu Ezechia asmoneo), figlio di Giuda il Galileo, il quale venne fatto crocifiggere dai romani verso gli ultimi anni del governo di Pilato sulla Giudea-Samaria. Forse rimase coinvolto in una disperata azione di ribellione verso il tirannico Pilato. Sicuramente Giuseppe Flavio scrisse in maniera esaustiva di tale evento, tuttavia i falsari che diedero origine al culto catto-cristiano espunsero tutto ciò dai suoi testi, in quanto troppo compromettente con il loro castello di menzogne, attraverso le quali diedero vita al culto cattolico cristiano.

    Il secondo personaggio, vale a dire Gesù di Nazareth, fu invece una complessa figura di mago taumaturgo itinerante, e grazie proprio a quest'ultima caratteristica, egli riuscì a proporsi, nei vari luoghi da lui visitati, con identità spesso diverse l'una dall'altra, e ciò in virtù delle sue straordinarie doti di personaggio poliedrico ed ecclettico, le quali gli permisero di interpretare vari ruoli con molta naturalezza. Se non fosse stato così, se egli fosse stato un personaggio comune, anche se 'mago', ben difficilmente sarebbe entrato nella storia.

    Ricapitolando, dunque, l'attuale Gesù Cristo del culto cristiano è Gesù+Cristo, dove 'Cristo' (Maschah in ebraico) fu Giovanni di Gamala, il sedicente 'Messia' (Cristo) atteso dall'immaginario comune giudaico, fatto crocifiggere dai romani. Gesù di Nazareth, al contrario, venne giustiziato dai giudei mediante lapidazione, quando egli aveva raggiunto ormai l'età di circa 66 anni.


    Saluti

    Veritas

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  13. Haviland Tuf
     
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    CITAZIONE
    Il secondo personaggio, vale a dire Gesù di Nazareth, fu invece una complessa figura di mago taumaturgo itinerante, e grazie proprio a quest'ultima caratteristica, egli riuscì a proporsi, nei vari luoghi da lui visitati, con identità spesso diverse l'una dall'altra, e ciò in virtù delle sue straordinarie doti di personaggio poliedrico ed ecclettico, le quali gli permisero di interpretare vari ruoli con molta naturalezza. Se non fosse stato così, se egli fosse stato un personaggio comune, anche se 'mago', ben difficilmente sarebbe entrato nella storia.

    quest'idea di Veritas mi sembra spudoratamente copiata da Roger Parvus, ma almeno Roger Parvus ci fa la gentilezza di dirci che il mago di cui si sta parlando sia Simon Mago, ovvero Paolo, e non ha tutto il dogmatismo di facciata tipica di chi adotta Veritas come nick. E soprattutto, ha il buon senso di dichiararsi con simili idee, (semi)miticista, cosa che questo Veritas si rifiuta di fare per un distorto amore nei confronti di cp.

    Per questo scomunico ufficialmente Veritas: non è affatto onesto e probabilmente plagia da altri studiosi anglosassoni come e peggio di Beliel. :D
     
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    Mhhhhhhhh , Hieronymus , io andrei con molto cautela : spesso si giunge alle STESSE conclusioni

    per vie diverse e autonomamente

    Ad es i 2 Gesù : io, Veritas e Tranfo ci siamo arrivati prima di conoscerci sul NET .


    zio ot :B):
     
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