Domanda sulla famosa frase di Gesu' date a cesare quel che è di cesare

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  1. emanuele2509
     
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    Shalom a tutti gli amici Ebrei,volevo chiedere se dal vostro punto di vista se la famosa frase <<date a cesare quel che è di cesare e a Dio quello che è di Dio >> che disse Gesu' ai farisei quando gli chiesero se era giusto pagare le tasse se era un insegnamento puramente ebraico oppure del tutto estraneo nel mondo ebraico ,specialmente quello fariseo
     
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    אריאל פינטור

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    Il pagamento delle tasse allo stato di diritto è un obbligo assoluto fortemente sottolineato nel Talmud.
    Che fosse giusto o no pagarle all'oppressore romano è un altro discorso.
    Certamente non era giusto ma il non pagare o il sobillare a non pagare avrebbe costituito una infrazione estremamente grave e se il Nazareno avesse detto di non pagare, certamente si sarebbe attirato le simpatie degli zeloti e di chiunque facesse resistenza all'invasore ma avrebbe esposto se stesso e chi lo avesse ascoltato a una punizione piuttosto seria.
    La risposta fu molto arguta (se davvero ci fu)
     
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  3. emanuele2509
     
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    ciao :) potresti indicarmi in quale passo del talmud ?nella bibbia viene meditata l'obbedienza di pagare le tasse in caso se fossero sotto il dominio di un altro popolo? secondo un tuo modesto parere gesu' era uno zelota o un fariseo al 100% ? oppure era un fariseo e successivamente si schiero' nella parte dei zeloti?
     
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    Ecco il testo greco del detto:

    Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ

    La traduzione che ritengo più precisa è "Restituite ( non date, n.d.r.)a Cesare ciò che appartiene a Cesare ( lett. "è di Cesare", nd.r.), ed a Dio ciò che appartiene a Dio ( lett. "è di Dio", n.d.r.).

    A mio avviso, qui Gesù si limita a sostenere che con il pagamento del tributo all'imperatore romano ci si limita a restituire allo stesso la moneta che è di sua proprietà, e niente di più; la traduzione di Ἀπόδοτε con "date" e non con "restituite" mi sembra funzionale ad esigenze ideologiche, aventi come obiettivo quello di favorire un'interpretazione del detto in chiave filo-romana ( e direi in generale "filo-governativa"), mentre l'espressione mi appare tutt'altro che favorevole a Roma, anche perché la strutturazione della frase pone una particolare enfasi sulla restituzione a Dio di ciò che gli appartiene, che per quanto mi riguarda potrebbe persino essere letta come un'affermazione "esoterica" della sovranità di YHWH sulla terra d'Israele.

    Il Nome vi benedica
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE (emanuele2509 @ 27/4/2017, 18:08) 
    ciao :) potresti indicarmi in quale passo del talmud ?nella bibbia viene meditata l'obbedienza di pagare le tasse in caso se fossero sotto il dominio di un altro popolo? secondo un tuo modesto parere gesu' era uno zelota o un fariseo al 100% ? oppure era un fariseo e successivamente si schiero' nella parte dei zeloti?

    Pirkè Avot:
    Sette specie di punizioni intervengono per altrettanti peccati gravi: se alcuni prelevano la decima e altri no, allora viene la carestia causata dalla siccità. Se tutti no prelevano la decima, allora vengono la siccità e il tumulto


    il pagamento delle tasse è un impegno ed un obbligo che rende più forte la compagine sociale e diminuisce le sperequazioni sociali. Il passo intende dire che come conseguenza la società va a rotoli l'economia fallisce, la terra si inaridisce e scoppiano gravi disordini

    Sembra avere una formazione di tipo farisaico e certamente per leggere la Torah in Sinagoga doveva avere una certa cultura ma non era propriamente un fariseo, perché vi sono molti aspetti che lo fanno sembrare piuttosto come uno di quelli che oggi definiremmo riformisti: non fa le abluzioni prima di toccare il pane, festeggia la pasqua con un giorno di anticipo, non era sposato (cosa impossibile per un maestro fariseo), giustifica la raccolta di spighe di sabato, rispondendo a sproposito riguardo al fatto del tutto legittimo che Davide aveva mangiato i pani del Tempio (che erano lì per essere mangiati, tranne la parte riservata ai sacerdoti, come del resto per quasi tutti gli olocausti.

    Di certo non era uno zelota: è sufficiente la frase " chi di spada ferisce, di spada perisce" per escludere questa possibilità.
    Può anche darsi che sia proprio questa la ragione del voltafaccia dello stesso popolo che pochi giorni prima lo aveva accolto come il re messia e che sia rimasto totalmente deluso nelle aspettative, perché il Messia libera il popolo e riunisce le tribù disperse, cosa che non avvenne, né poteva avvenire
     
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    A proposito di :“Matteo 22:2 a riguardo «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a D-o quello che è di D-o».

    l'apostolo Paolo scrive così ...


    Romani 13:7 :"Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l'imposta a chi è dovuta l'imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l'onore a chi l'onore."


    Fateci caso , e ditemi se in questa scrittura di romani 13:7questo apostolo si preoccupa di più di garantire a qualcuno che gli vengano pagate le tasse o imposte ,che poi sappiamo sono la stessa cosa. lo credo un modo diverso di esprimersi per ribadire lo stesso punto senza apparire troppo pesanti .

    Ed ancora ...

    Romani 13:1: Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da D-o; e le autorità che esistono sono stabilite da D-o.

    Penso sia un modo di dire ,che si devono pagare le tasse o imposte che siano ...tutti contenti , senza alcun diritto di mugugno perchè è volontà di D-o.



    Ciao
     
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  7. emanuele2509
     
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    CITAZIONE (armandoo @ 30/4/2017, 23:27) 
    A proposito di :“Matteo 22:2 a riguardo «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a D-o quello che è di D-o».

    l'apostolo Paolo scrive così ...


    Romani 13:7 :"Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l'imposta a chi è dovuta l'imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l'onore a chi l'onore."


    Fateci caso , e ditemi se in questa scrittura di romani 13:7questo apostolo si preoccupa di più di garantire a qualcuno che gli vengano pagate le tasse o imposte ,che poi sappiamo sono la stessa cosa. lo credo un modo diverso di esprimersi per ribadire lo stesso punto senza apparire troppo pesanti .

    Ed ancora ...

    Romani 13:1: Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da D-o; e le autorità che esistono sono stabilite da D-o.

    Penso sia un modo di dire ,che si devono pagare le tasse o imposte che siano ...tutti contenti , senza alcun diritto di mugugno perchè è volontà di D-o.



    Ciao
     
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  8. sunshine
     
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    A proposito di tasse inserisco una domanda per una risposta ebraica.

    Prendo Matteo dalla Diodati.

    Quando giunsero a Capernaum, gli esattori di didramme si accostarono a Pietro e dissero: «Il vostro maestro, non paga le didramme?».
    Egli disse: «Sì».


    Quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne dicendo:
    «Che ti pare Simone? Da chi prendono i re della terra i tributi, o le tasse? Dai propri figli o dagli estranei?».
    Pietro gli disse: «Dagli estranei».
    Gesù disse: «I figli dunque sono esenti.



    E il passo prosegue, come sappiamo, così:

    Tuttavia per non scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su; aprigli la bocca e vi troverai uno statere; prendilo e dallo loro per te e per me».


    Ora, dire "paga le tasse per entrambi con una moneta che troverai in bocca al primo pesce a caso che peschi", sarebbe come dire "pagali con un biglietto della lotteria". Il messaggio, per quanto occultato, è chiaro.


    Vorrei un parere sulla frase in grassetto. Nel web c'è ogni sorta di spiegazione. Fra cui un concetto e commento come questo
    "Gesù ricorda a Pietro che chi è figlio non è tenuto a pagare la tassa del tempio, perché i figli entrano ed escono dalla casa del Padre senza pagare."
    che ho letto più volte.

    Ma cosa c'entra, e cosa era la tassa del tempio?

    Le parole che gli sono attribuite si riferiscono ai "i re della terra".

    Ora potrebbe sembrare che dica: i romani mantengono i loro figli facendo pagare le tasse agli stranieri (altri popoli), ma erano i romani stranieri in terra di Israele.

    Peraltro normalmente quando un popolo si da delle leggi tutti pagano le tasse, nel caso ebraico rappresentate dalla decima.

    Quindi che senso ha precisamente quel passo grassettato, che senso poteva avere per un ebreo dell'epoca?

    Intende dire che mentre presso il popolo ebraico tutti pagano la decima presso gli altri popoli (re della terra) non è in uso condividere parte dei propri bene personali per il bene collettivo bensi dedicarsi alla conquista e imporre tasse a popoli stranieri?

    E soprattutto che senso ha riferire tutto ciò (che nel passo non è scritto) ad una tassa del tempio? Esisteva? Che cosa era eventualmente?
     
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7 replies since 24/4/2017, 13:33   435 views
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