Il rapporto con il maestro nel pensiero ebraico

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  1. sunshine
     
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    Mentre seguivo l'evoluzione di un'altra discussione mi è venuta in mente una citazione letta su un sito ebraico riguardante la necessità di trovare ed avere un maestro. Non so se se ne sia già parlato qui o no. Provando a cercarla non ritrovo quella, ma sto leggendo un altro articolo a riguardo. Lo condivido casomai anche qualcun altro volesse leggerlo. Davvero interessante, contiene molti argomenti su cui si può riflettere. Uno è questo:
    "Per la tradizione ebraica, un cattivo maestro è colui che spezza, che rompe le proprie radici."

    www.mosaico-cem.it/articoli/attuali...aestro%E2%80%9D

    Edited by sunshine - 3/5/2017, 20:17
     
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    A proposito del rapporto maestro/discepolo vorrei chiedere ai consulenti se in base alle loro conoscenze e' attestabile nell'ebraismo la figura di maestri itineranti che predicavano spostandosi di città in città o di villaggio in villaggio comportando ai loro seguaci il sacrificio di dover stare lungo tempo lontano dalle loro famiglie.
     
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    אריאל פינטור

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    Non posso dirlo con certezza perché tutto è possibile, ma a mia notizia in genere un maestro stava in un luogo in pianta stabile e attorno a lui si firmava una scuola.
    Se prendiamo due espressioni dei Vangeli: "Lascia tutto ciò che hai e seguimi" e "Lasciate che i morti seppelliscano i morti", suonano molto strane da parte di un Maestro, perché provvedere al sostentamento di moglie e figli e seppellire e onorare i genitori Dino due mitzwot importantissime ed eliderle è un peccato estremamente grave.
    Il secondo, in particolare fa parte dell'onore dovuto ai genitori ed è il quinto comandamento della prima tavola, che conclude i doveri verso Dio, essendo i genitori, che danno la vita, rappresentanti di Dio verso i figli.
    Un comandamento , non rabbinico " (min harabbanut), ma che viene direttamente dalla Torah (min haTorah) e come take non ammette deroghe né può essere modificato o ignorato, da nessuna autorità umana.

    Quindi un insegnamento piuttosto discutibile
     
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    Esistevano periferici (non conformi) all'ebraismo esorcisti e in un qualche modo predicatori itineranti. Anche "sorvegliati" in un certo senso (i "furbi" sono sempre esistiti, correggimi Negev se sbaglio).
    A volte un Profeta poteva avere negli incarichi di recarsi in posti anche distanti, vedi Ionah, ma è un altro discorso.
     
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    Maurizio, forse può interessarti questo

    Sul topic, il binomio allievo-maestro, analogo a figlio-padre, è il pilastro dell'ebraismo, è la trasmissione tramite l'insegnamento il segreto (ovvio) della sua sopravvivenza. Tanto che, fin dall'antichità, il sistema scolastico delle comunità era rigoroso, obbligatorio, gratuito, lungo e impegnativo. Credo sia l'unico caso nella storia.
    Ma il tema è vastissimo. Già le storie su Elisha ben Abuyah, l'Altro, il maestro che spezza le radici, meriterebbero un 3D a sé (qualcosa in edizione digitale da condividere forse ce l'ho).
     
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    CITAZIONE (Negev @ 12/5/2017, 19:35) 
    Non posso dirlo con certezza perché tutto è possibile, ma a mia notizia in genere un maestro stava in un luogo in pianta stabile e attorno a lui si firmava una scuola.
    Se prendiamo due espressioni dei Vangeli: "Lascia tutto ciò che hai e seguimi" e "Lasciate che i morti seppelliscano i morti", suonano molto strane da parte di un Maestro, perché provvedere al sostentamento di moglie e figli e seppellire e onorare i genitori Dino due mitzwot importantissime ed eliderle è un peccato estremamente grave.
    Il secondo, in particolare fa parte dell'onore dovuto ai genitori ed è il quinto comandamento della prima tavola, che conclude i doveri verso Dio, essendo i genitori, che danno la vita, rappresentanti di Dio verso i figli.
    Un comandamento , non rabbinico " (min harabbanut), ma che viene direttamente dalla Torah (min haTorah) e come take non ammette deroghe né può essere modificato o ignorato, da nessuna autorità umana.

    Quindi un insegnamento piuttosto discutibile

    La mia opinione personale è queste due espressioni dei Vangeli siano autentiche, tanto sono "scandalose" e pertanto difficilmente attribuibili ad una creazione della chiesa primitiva. Non credo però Gesù il Nazoreo volesse contraddire due fondamentali precetti della Torah, bensì evidenziare, con un insegnamento ed un linguaggio sicuramente radicali, l'assoluta priorità della chiamata alla preparazione dell'imminente arrivo del Regno dei Cieli. E' questa prospettiva teleologica ed escatologica il contesto nel quale, a mio avviso, vanno inquadrati alcuni insegnamenti di Gesù il Nazoreo, nonché alcuni episodi della sua vita così come narrati nei Vangeli, che effettivamente appaiono sconcertanti di per sé, ma maggiormente comprensibili, come già detto, in un'ottica di imminente fine del mondo ( o almeno, di questo mondo), fine imminente alla quale Gesù credeva fermamente.

    Ha Shem vi benedica
     
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    אריאל פינטור

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    Proprio in virtù di una imminenza del regno dei cieli i comandamenti hanno un valore assoluto e contraddire un imperativo della Torah che è eterna, prima e dooo il mondo, non è da Maestro.
    Quindi se si tratta di farina del suo sacco ha torto pieno. Se è opera dei redattori allora sono loro ad avere torto e a non tenere in nessun conto la legge
     
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    CITAZIONE (Negev @ 14/5/2017, 21:58) 
    Proprio in virtù di una imminenza del regno dei cieli i comandamenti hanno un valore assoluto e contraddire un imperativo della Torah che è eterna, prima e dooo il mondo, non è da Maestro.
    Quindi se si tratta di farina del suo sacco ha torto pieno. Se è opera dei redattori allora sono loro ad avere torto e a non tenere in nessun conto la legge

    Per come la penso io, che Gesù il Nazoreo abbia potuto avere torto è pienamente possibile; io lo considero una grande maestro d'Israele ( in linea con l'opinione di studiosi ebrei quali David Flusser,Geza Vermes, Joseph Klausner ), ma appunto un uomo, e quindi imperfetto come tutti gli essere umani. Ritengo però che fosse in totale buona fede, e che si sentisse chiamato da HaShem ad una missione che aveva una preminenza assoluta.Aveva torto? E' possibile,ma riteneva di compiere la volontà dell'Onnipotente, ed è stato coerente con questa sua convinzione sino a pagare con la vita la sua dedizione a quello che credeva sinceramente essere il progetto di HaShem .Per queste ragioni onoro Gesù il Nazoreo come grande maestro e figlio d'Israele.
     
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    אריאל פינטור

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    Non si mette in dubbio la buona fede.
    Si mette in dubbio il contraddire la Torah, dal momento che in altra ocxasione(me sembra in Matteo 7) afferma: "non sono venuto a cambiare la Legge né i Profeti".
    Allora che vuol dire?
    Però per affermare che sia stato un grande Maestro d'Israele, dovresti conoscere gli altri: Hillel, Shamnay, Aqiva, Yehudah hanassì ecc.
    nessuno si è mai sognato di modificare la Torah.
    Grande Maestro certamente per i gentili che conoscono solo lui, ma gli ebrei hanno conosciuto ben altri insegnamenti, più ampi e più completi, oltre che conformi alla Torah.
     
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    CITAZIONE (Negev @ 14/5/2017, 22:29) 
    Non si mette in dubbio la buona fede.
    Si mette in dubbio il contraddire la Torah, dal momento che in altra ocxasione(me sembra in Matteo 7) afferma: "non sono venuto a cambiare la Legge né i Profeti".
    Allora che vuol dire?
    Però per affermare che sia stato un grande Maestro d'Israele, dovresti conoscere gli altri: Hillel, Shamnay, Aqiva, Yehudah hanassì ecc.
    nessuno si è mai sognato di modificare la Torah.
    Grande Maestro certamente per i gentili che conoscono solo lui, ma gli ebrei hanno conosciuto ben altri insegnamenti, più ampi e più completi, oltre che conformi alla Torah.

    Sì certamente, la mia conoscenza dei maestri d'Israele è molto limitata; da gentile quale sono, lo considero una grande maestro perché i suoi insegnamenti toccano il mio cuore,quindi per una visione direi "romantica". E' vero, il Nazoreo afferma la sua fedeltà alla Torah ,ancora più che in Matteo 7 direi in Luca 16,17: "E' Più facile è che passino cielo e terra,piuttosto che cada un solo apice della Legge". Ritengo che fosse convinto di non violare la Torah con i suoi comportamenti, altrimenti saremmo di fronte ad un vero e proprio sdoppiamento della personalità. Era convinto probabilmente che la sua missione , secondo lui ordinata da HaShem,fosse così prioritaria da legittimare alcune circostanziate e temporanee eccezioni all'osservanza,giustificabili per l'eccezionalità della situazione.Faccio un parallelo forse insulso, ma mi viene in mente a tal proposito il passo dei Profeti in cui l'Eterno ordina a Geremia di non sposarsi e non avere figli: si tratta di una deroga al primo comandamento in ordine temporale della Torah (D-o li benedisse; e D-o disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra), frutto naturalmente di un preciso ordine di HaShem per le motivazioni che leggiamo nel testo;ebbene, io penso che Gesù il Nazoreo si ritenesse in una condizione per certi versi simile, oggetto di una "chiamata" di HaShem che doveva essere adempiuta con una condotta "extra ordinem" della quale non si poteva fare a meno per adempiere alla volontà divina.

    Naturalmente è il mio discutibile punto di vista, non ho la pretesa di convincere nessuno, soprattutto chi conosce adeguatamente la tradizione ebraica, rispetto alla quale io sono un umile ignorante che partecipa a questo forum per conoscere.
     
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  11. Monia Speziale
     
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    Eh vabbé, ma se ascoltiamo tutti ... anche tu potresti dire di essere chiamato da haShem per sistemare quello che ti fa comodo. E' il dado che ha giocato anche Maometto. Ma non funziona e mai funzionerà e il perché è sotto i nostri occhi tutti i giorni.
     
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  12. sunshine
     
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    Inserisco una domanda.
    Allora Gesù secondo me ha spezzato. E lo vedo chiaro nell'ultima cena.... che non mi appare affatto la pasqua ebraica, non ha caso rito cruciale tramandato.

    Ma avevo lasciato in sospeso il mio pensiero. Nell'ebraismo credo che nonostante tutto vi sia stata una evoluzione e della innovatività interpretativa, però senza mai spezzare, e questo è il punto.

    Si può evolvere senza spezzare? Come hanno fatto altri Maestri? Come si sono mossi invece pur eventualmente portando dei cambiamenti? E' successo che dei Maestri, pur non spezzando, abbiano prodotto dei rinnovamenti?
     
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    אריאל פינטור

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    CITAZIONE (Monia Speziale @ 15/5/2017, 03:24) 
    Eh vabbé, ma se ascoltiamo tutti ... anche tu potresti dire di essere chiamato da haShem per sistemare quello che ti fa comodo. E' il dado che ha giocato anche Maometto. Ma non funziona e mai funzionerà e il perché è sotto i nostri occhi tutti i giorni.

    esatto

    CITAZIONE (sunshine @ 15/5/2017, 08:01) 
    Inserisco una domanda.
    Allora Gesù secondo me ha spezzato. E lo vedo chiaro nell'ultima cena.... che non mi appare affatto la pasqua ebraica, non ha caso rito cruciale tramandato.

    Ma avevo lasciato in sospeso il mio pensiero. Nell'ebraismo credo che nonostante tutto vi sia stata una evoluzione e della innovatività interpretativa, però senza mai spezzare, e questo è il punto.

    Si può evolvere senza spezzare? Come hanno fatto altri Maestri? Come si sono mossi invece pur eventualmente portando dei cambiamenti? E' successo che dei Maestri, pur non spezzando, abbiano prodotto dei rinnovamenti?

    La differenza nell'evoluzione dell'ebraismo sta nel fatto che possono essere cambiate o modificate le cose che provengono dalla tradizione rabbinica (min harabbanut), allorché ci sia una autorità superiore a quella che ha promulgato una data legge. ma le leggi della Torah (min hatorah) non possono essere cambiate, perché non esiste una autorità superiore ad essa
     
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    CITAZIONE (Monia Speziale @ 15/5/2017, 03:24) 
    Eh vabbé, ma se ascoltiamo tutti ... anche tu potresti dire di essere chiamato da haShem per sistemare quello che ti fa comodo. E' il dado che ha giocato anche Maometto. Ma non funziona e mai funzionerà e il perché è sotto i nostri occhi tutti i giorni.

    "Sistemare quello che ti fa comodo"...scusa,ma non capisco questo tipo di giudizio su Gesù il Nazoreo. E' "comodo" abbandonare la propria famiglia e predicare da vagabondo per la terra d'Israele del I sec. e.v.? E' "comodo" circondarsi di prostitute e pubblicani, attirandosi così il pubblico ludibrio?E' "comodo" richiedere ai suoi discepoli di lasciare la famiglia per seguirlo? E' "comodo" inimicarsi pesantemente e pubblicamente i vertici dell'aristocrazia sacerdotale gerosolimitana, e molto probabilmente anche i dominatori romani? E' "comodo" mantenere una coerenza di pensiero e d'azione fino a morire inchiodato ad una croce come un cane, abbandonato persino dai suoi più intimi discepoli?

    Io sono un figlio di Noè, non sono un cristiano,ma mi aspetterei un minimo di rispetto verso quest'uomo, certamente criticabile e disctutibile ,ma che ha pagato a carissimo ed orribile prezzo la fedeltà a ciò che credeva fosse il piano di HaShem.

    Possiamo almeno rendergli l"onore delle armi"? Spero di sì.

    Shalom
     
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    אריאל פינטור

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    Non vi era nulla di irriguardoso ma solo la constatazione che quella era una opinione.
    Chiunque potrebbe ritenersi depositario del volere divino, ma ciò non significa che sia giusto e vero.
    Anche i terrorusti arabi che si suicidano per far morire gli infedeli si ritengono depositari del volere divino e anch'essi pagano con la vita le loro pessime idee.
    Che vuol dire? Che sono santi ed eroi?
     
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