Il Giudaismo di Gesù dal libro di Mario Javier Saban

El Judaismo de Jesus autor Mario Javier Saban

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  1. Giovanni Dalla Teva
     
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    CITAZIONE
    Sig. Pecora selvatica scrive:


    Certo che un Gesù "umile Rabbino di Galilea", il cui insegnamento è stato successivamente paganizzato; mi sembra teoria ben lontana e ben diversa da quella di un Gesù di Nazareth = Giovanni di Gamala = potente e crudele capo patriota rivoluzionario...o no??!!

    Giovanni Dalla Teva risponde:

    Se poi da una analisi storica più approfondita si scopre che l'umile Rabbino di Galilea trasformato in figlio di D-o, invece era un rabbino ribelle al potere romano non cambia assolutamente nulla.


    L'Egregio Sig. Negev replica:

    con un esempio riferito al rabbino umile di Galilea Gesù Nazareno


    CITAZIONE
    prendiamo ad esempio Matteo 22: il famoso "Rendete a Cesare quel che è di Cesare".

    «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono. » (Matteo 22,15-22)
    In questo caso, Gesù chiede che gli venga mostrata una moneta, dimostrando, che Egli non l'aveva, cioè che innanzitutto non profanava il Tempio né infrangeva la Torah, portando con sé una effigie idolatrica (l'imperatore era considerato un dio dai romani).
    In secondo luogo dice di rendere a "Cesare ciò che gli appartiene" ( Dice "rendere" e non "dare": per il diritto dell'epoca l'immagine sulla moneta ne identificava il proprietario).
    In questo modo, non solo si mette al riparo dal tranello di incitare al non pagamento dei tributi (reato gravissimo e passibile di morte) ma si mette anche al riparo dal non dire che andava pagato (in tal caso avrebbe deluso i suoi seguaci e probabilmente l'intero Popolo). Non credo di esagerare affermando che tutto il Popolo era animato da un forte sentimento anti-romano, non solo i più accesi sicari. Che poi vi fossero i soliti collaborazionisti e traditori per convenienza, questo avviene in ogni epoca e in ogni cultura.
    La risposta di Gesù è molto abile e pronta, degna di un sottile politico e diplomatico.

    una analisi storica approfondita ci porta ad osservare che l'umile rabbino di Galilea Gesù Nazareno era Giovanni di Gamala figlio di Giuda il Galileo pretendente al trono di Gerusalemme.


    Ebbene al punto 100, il vangelo formalmente di Teuda, detto Tommaso, fratello di Giovanni di Gamala, così recita:

    "MOSTRARONO A GESÙ una moneta d’oro egli dissero: «Gli uomini di Cesare esigono tasse da noi».
    Lui disse loro: «Date a Cesare ciò che è di Cesare; date a Dio ciò che è di Dio e date a me ciò che è mio».


    "e date a me ciò che è mio" si riferisce al regno dei Giudei, gli aspetta di diritto in quanto primogenito di Giuda il Galileo, discendente diretto della stirpe degli Asmonei, gli ultimi re di Israele.




    Successivamente l'evangelista Marco, copia direttamente dal vangelo di Teuda (Tommaso) e così scrive:

    Mc 12.16 Ma essi gli dissero: «Di Cesare». 17 Ora, Gesù disse loro: «Quello (che è) di Cesare, rendete(lo) a Cesare, e quello (che è) di Dio, a Dio».

    Si può osservare che fa scomparire "e date a me ciò che è mio»" cioè il motivo per cui è stato crocifisso nella primavera del 36 d.c..

    Successivamente ancora, l'evangelista Matteo copia dall'evangelista Marco (e questa sarebbe il riporto fedele della tradizione orale riferita al mite rabbi di Galilea) così riportando:

    Mt 22. 21 dicono: «Di Cesare». Allora dice loro: «Rendete dunque quello (che è) di Cesare a Cesare, e quello (che è) di Dio, a Dio».

    sempre da Marco anche l'evangelista Luca copia pari pari, (altro esempio di fedele riporto della tradizione orale del mite rabbi di Galilea)

    Lc 20.24 Allora essi dissero: «Di Cesare >Ora, egli disse loro: «Quindi rendete quello (che è) di Cesare a Cesare e quello (che è) di Dio, a Dio».


    Così si può notare, che con una brevissima omissione, si trasforma il presunto messia umano Giovanni di Gamala nell'umile rabbi di Galilea Gesù Nazareno, Messia figlio di D-o per opera dello Spirito Santo, dove il suo regno non è di questo mondo. Gv 18,36

    Questa osservazione è rivolta esclusivamente al Sig. Pecora Selvatica; non mi permetterei mai di obbiettare qualcosa al Sig. Negev.

    Un caro saluto.
     
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43 replies since 27/9/2009, 03:09   2095 views
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