Il Giudaismo di Gesù dal libro di Mario Javier Saban

El Judaismo de Jesus autor Mario Javier Saban

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    אריאל פינטור

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    “Il Giudaismo di Gesù” è la prima opera che mette in relazione l’insegnamento di Gesù con gli insegnamenti del Giudaismo.Mario Javier Saban dimostra che tutti gli insegnamenti etici di Gesù sono pienamente ebraici e che sono tutti contenuti nella più nobile tradizione del Popolo d’Israel.

    Mario Javier Saban, Ebreo, è nato in Argentina. Vive in Spagna. E' dottore in Filosofia e Professore di Pensiero Ebraico.
    E' autore di numerose opere sul Giudaismo.

    E' presidente di "TARBUT SEFARAD" (Cultura Sefardita), una associazione che studia il Giudaismo nella tradizione sefardita e ricerca le radici di tantissimi "criptogiudei" (criptojudios o marranos), che nei secoli della diaspora e delle persecuzioni, hanno perso le loro radici ebraiche (come il sottoscritto)

    Recentemente, l'amico Mario Saban, mi ha onorato di presiedere alla sezione "Tarbut Napoli", di cui la nostra Paola è vice-presidente.

    Vi propongo l'introduzione dell'opera "El Judaismo de Jesus, che ho tradotto dallo spagnolo.

    Il Giudaismo di Gesù
    Introduzione
    Autore: Mario Javier Saban
    Traduzione: Ernesto Ariel Pintore

    Gesù nacque, visse e morì da Ebreo. Gesù fu un Ebreo osservante, non conobbe la domenica ma il riposo sabatico.
    Praticò, per tutta la sua vita, le festività del Giudaismo. Fu un Rabbino, nel massimo significato della parola, un grande Maestro.
    Non fu un rabbino consacrato istituzionalmente ma un maestro del popolo d’Israel. Ebbe certe caratteristiche profetiche, perché denunciò molte ingiustizie che considerava non degne della nazione; però non per questa ragione pretese di creare una nuova religione, né abbandonò mai i suoi, noi, gli Israeliti.
    Quest’opera che presento, è il frutto di vari anni di studio e di investigazioni.
    Il libro è ebreo per un triplice motivo: è ebreo perché studia la personalità di un Ebreo, Gesù di Nazareth; è ebreo perché io, il suo autore, (Mario Saban), sono Ebreo; è ebreo perché studieremo l’etica ebraica della tradizione rabbinica connessa a Gesù.
    Che cosa intendo dimostrare con quest’opera?
    Che tutti gli insegnamenti di Gesù sono pienamente ebraici e che s’incontrano tutti nella più nobile tradizione del popolo d’Israel.
    Che non esiste nessun insegnamento del Rabbino Gesù che non se incontri negli insegnamenti biblici o nella tradizione di altri Rabbini del Giudaismo, tanto presso i Rabbini cronologicamente anteriori, che cronologicamente posteriori alla sua figura.
    Probabilmente la novità del rabbino Gesù fu la sua forma espositiva, il suo carisma; senza dubbio, possiamo dirlo senza possibilità di equivoco, che il fondo del suo pensiero, il suo contenuto essenziale è pienamente Giudeo.
    Questo libro non studierà la nascita miracolosa di Gesù. Né studierà il fenomeno della sua resurrezione; non tenterà di spiegare i suoi titoli (Profeta, Messia, Figlio di Dio ecc.), perché questi temi costituiscono dibattiti cristologici che esulano dallo scopo di questo libro.
    Quest’opera non apre, né pretende di aprire un dibattito sulla fede, né su chi era, è o fu Gesù, ma si fonda su di una domanda chiave: Che cosa insegnò Gesù?
    In quest’opera non s’incontrerà nessun problema familiare di Gesù: se ebbe figli oppure no, se ebbe o no una moglie, se amava o non amava sua madre, poiché non pretendo di studiare questi aspetti privati (esistono numerosi scritti storici che fantasticano su queste questioni) (1); senza dubbio, il mio lavoro si centra sull’essenziale: sul messaggio etico che il Rabbino Gesù produsse.
    Neppure, in verità, può essere considerata come un’opera di discussione teologica, in quanto non tenterò, come Ebreo, di convincere i Cristiani che Gesù non era il Messia, né tenterò di convincere gli Ebrei che Gesù è il Messia: non tenterò, in realtà, di convincere nessuno di nulla.
    Per questo motivo, ritengo che non sia un’opera teologica, sebbene gran parte delle mie esposizioni abbiano una relazione con la teologia.
    E’ vero che realizzo analisi nel campo della teologia, non in modo apologetico, ma come fondamento di tutto un sistema di pensiero.
    L’unica conclusione possibile di questa indagine è che tutto il Giudaismo che un Ebreo accetta oggi nel suo canone, è contenuto completamente negli insegnamenti del Rabbino Gesù.
    Ciò che proverò a realizzare è una comprensione dei suoi insegnamenti.
    Devo partire da un assioma fondamentale: non possiamo studiare Gesù come un Giudeo del I secolo, se non comprendiamo profondamente il Giudaismo. Non possiamo studiare Gesù dal Cristianesimo, perché Gesù non era un Cristiano ma un Ebreo.
    Ciò che questo libro dimostrerà, è che tutti gli insegnamenti etici del Rabbino Gesù si trovano nella tradizione ebraica e che pertanto, dal punto di vista etico, il Cristianesimo è, in realtà, una continuazione assoluta del Giudaismo. Molti autori parlano di due processi simultanei, il processo di continuità e il processo di discontinuità. Dal mio punto di vista e dopo aver concluso quest’opera, posso parlare semplicemente di continuità. Il processo di discontinuità, quando iniziò, fu provocato dai Gentili che s’integrarono in seno al movimento giudeo-nazareno, intorno alla metà del II secolo. E’ in realtà nel II secolo che possiamo parlare di discontinuità, giacché nel I secolo, tutta la struttura iniziale di ciò che chiameremo con il tempo Cristianesimo, s’incontra in continuità assoluta con il Giudaismo. Il Giudaismo di Gesù è una prospettiva particolare di un Rabbino del Giudaismo. Il Cristianesimo del II secolo, per ottenere la sua indipendenza dal Giudaismo, necessitò una trasformazione in pagano-cristianesimo, perché il Cristianesimo iniziale è puro Giudaismo ortodosso, in base alla visione del Rabbino Gesù.
    Per di più, qualsiasi Ebreo ortodosso, può leggere nei vangeli cristiani, la sua tradizione. Gesù fu un Rabbino fedele alla tradizione d’Israel e mai abbandonò il suo popolo. Sostenne sempre la tradizione ebraica e in nessun momento pensò che i suoi insegnamenti sarebbero giunti ai Gentili in un modo tanto massiccio. Inoltre criticò i Rabbini che facevano grandi campagne di proselitismo per la divulgazione del Giudaismo fuori dei limiti del popolo d’Israel. (2)
    Questo lavoro d’indagine che mi sono proposto, tratterà esclusivamente gli insegnamenti etici del rabbino Gesù.
    Le opere degli autori cristiani, nella loro grande maggioranza, dedicano una grande quantità di pagine alla cristologia, cioè all’analisi teologica dei titoli di Gesù (Gesù come Profeta, Gesù come Figlio di Dio, Gesù come rivoluzionario, Gesù come leader carismatico, ecc.); senza dubbio questi temi non saranno al centro del nostro interesse.
    Anche molti autori ebrei tentano di studiare i titoli di Gesù di Nazareth. A quali conclusioni arrivano tutti? A molte conclusioni, ma a nessuna conclusione finale perché, in definitiva, il problema dei titoli di Gesù è in relazione con le differenti tesi sostenute dagli autori. Io non entrerò in questo tema perché, come Ebreo, sostengo la mia propria opinione personale sul famoso interrogativo “Chi fu Gesù?”. Non desidero giungere a una conclusione personale, prodotto della mia educazione ebraica, semplicemente ciò che pretendo manifestare con quest’opera è la possibilità di capire Gesù a partire dal Giudaismo, senza pregiudizi. Duemila anni di storia hanno creato molta confusione da entrambe le parti. L’unica pretesa reale di questa indagine è di apportare un po’ di luce al vero pensiero ebraico del rabbino Gesù.
    Non analizzerò nemmeno la situazione economica o politica giudea ai tempi di Gesù o le divisioni ideologiche del giudaismo del I secolo, tra sadducei, farisei o esseni, giacché esistono molte opere nelle quali si possono studiare queste tematiche. E’ evidente che dovrò analizzare alcuni gruppi, ma in maniera accessoria, per comprendere l’ambiente nel quale si sviluppò il Rabbino Gesù. Ma questo non sarà al centro del nostro studio.
    Non pretendo di creare un’opera storica sull’epoca di Gesù. Chi desidera collocarlo nel suo tempo, può leggere molte opere in tal senso. Questo libro non studia neppure le diverse tendenze e interpretazioni cristiane sulla figura di Gesù. Esistono anche molti gruppi cristiani, attualmente, che si attribuiscono la “vera interpretazione” del Cristianesimo. Non entrerò in queste dispute che, per la mia indagine, sono totalmente sterili.
    Nemmeno studierò la storia posteriore della Chiesa che si costruì sulla sua figura, come fanno molti autori, ma esporrò come molti dei suoi primi seguaci furono fedeli all’osservanza della Torah, esempio che dimostra che il cristianesimo, alla sua origine, fu un ulteriore gruppo messianico giudeo ma che non ebbe mai una coscienza chiara di costituirsi come altra religione, separata dal popolo d’Israel. La maggior parte di queste questioni le ho già studiate nelle mie opere precedenti. (3)
    In generale, la grande maggioranza dei saggi che trattano di Gesù, dedica più di 50 pagine (talvolta 60) alla situazione del Giudaismo del I secolo, e alla fine dell’opera, più di 100 o 150 pagine alla cristologia, cioè allo studio di Gesù in quanto Messia. I suoi insegnamenti, in molti casi, occupano un terzo delle opere in questione. Questo non costituisce una critica agli autori, il cui oggetto d’investigazione si centra fondamentalmente nel realizzare saggi generali su Gesù e sulla sua epoca.
    Esistono interi libri sulla Trinità, sui problemi cristologici, sull’Incarnazione, sulla supposta tensione tra grazia e opere, sulla storia dei papi, sulle tendenze delle differenti Chiese, sui concili, le eresie e una grande quantità di temi che il Rabbino Gesù mai avrebbe neppure immaginato che potessero apparire nella mente dei supposti seguaci. In quest’opera, nessuno incontrerà assolutamente nulla di questi temi. Questi assunti riguardano il Cristianesimo posteriore a Gesù. Ciò che interessa a noi è il Giudaismo di Gesù.
    Esistono centinaia di temi teologici posteriori che furono elaborati dal Cristianesimo per costruire la propria fede. Per questa indagine, questi temi non sono di mio interesse perché desidero concentrare tutti i miei sforzi per rispondere ad un solo interrogativo:
    Che insegnò al Giudeo Gesù e da dove trasse i suoi insegnamenti?
    Esistono paralleli anteriori e posteriori, nel Giudaismo, sull’insegnamento del rabbino Gesù?
    Altro aspetto interessante che citerò con una certa assiduità, sono le interpretazioni cristiane che deformarono, secondo i miei studi, gli insegnamenti originali del rabbino Gesù, per renderli artificialmente incompatibili con il Giudaismo. Ovviamente non potrò esporle tutte; certamente non potrò esporle tutte; ma ne citerò alcune, per mostrare come fu “degiudaizzata” la figura del rabbino Gesù.
    Ciò che ho tentato è di cercare i metodi utilizzati nel corso della Storia, per separare Gesù dal suo essere Ebreo, quali furono gli strumenti d’interpretazione teologica che la esegesi cristiana impiegò durante i secoli, per dimostrarci che l’etica di Gesù era ed è (di conseguenza), più elevata del resto del Giudaismo e che, pertanto, possiamo incontrare l’origine del Cristianesimo proprio in Gesù.
    Nulla di lontano dalla verità.
    Gesù, come Rabbino Ebreo (4), poté realizzare un’interessante interpretazione personale della Torah, ma tra questo e sostenere che fosse suo desiderio creare una nuova religione, vi è un abisso. Il Giudaismo di Gesù poteva presentare delle differenze in rapporto al Giudaismo di altri Rabbini, poiché ogni ebreo sostiene un Giudaismo personale. La libera interpretazione del testo della Torah che i Farisei propugnarono, fu la base dello sviluppo del Giudaismo di Gesù.
    Il mio campo di studio è invece, il Giudaismo di Gesù nel I secolo e non la costruzione del Cristianesimo posteriore. Lo ripeto e lo ripeterò infinite volte nel testo, affinché il lettore non pretenda di incontrare in quest’opera altra cosa che non sia la riconnessione del Giudaismo di Gesù, in relazione al Giudaismo nella sua globalità.
    Il mio desiderio e il mio obiettivo sono semplici: concentrarmi sui valori morali che il Giudaismo sosteneva (e sostiene), ai quali si abbeverò il Rabbino Gesù per realizzare tutte le sue parabole e le sue predicazioni. Esporrò anche come le interpretazioni cristiane posteriori, attraverso i processi di gentilizzazione e cristologizzazione, riuscirono a separare il Rabbino Gesù dal Giudaismo e dal suo Giudaismo.
    La degiudaizzazione di Gesù fu il processo che permise al Cristianesimo di cristianizzare Gesù.
    Risulta molto interessante che una delle opere fondamentali riguardanti il Gesù storico, porti come titolo “Gesù e il Giudaismo”. (5)
    Ho studiato un tema centrale che una grande quantità di opere lasciano come intermedio: la sezione dedicata agli insegnamenti del Rabbino Gesù. Credo che, deplorevolmente, dopo duemila anni, il nucleo etico del Giudaismo di Gesù, sia ancora da scoprire.
    Il giorno in cui noi esseri umani non perderemo più tempo in vane discussioni teologiche, liturgiche e dottrinali e ci concentreremo sull’importante, sull’essenza etica del Giudaismo di Gesù, quel giorno comprenderemo meglio l’eredità morale del Popolo d’Israel. Il lettore si chiederà: come è possibile scoprire un’opera così voluminosa studiando solamente gli insegnamenti del Rabbino Gesù di Nazareth? Semplicemente perché abbiamo stabilito un’organizzazione tematica sulla situazione del Rabbino Gesù nell’ambito del Giudaismo. Considero che il problema reale tra il Rabbino Gesù e il Giudaismo, fu creato artificialmente dal Cristianesimo posteriore (6).
    Se leggiamo le famose discussioni di Gesù con i Farisei è, giustamente, per dimostrare l’ambiente di libero pensiero nel quale si ritrovavano i Giudei del I secolo, cercando di incontrare l’essenza della Torah attraverso il dibattito interno al mondo rabbinico.
    La necessità teologica che il Cristianesimo, dal I secolo in poi, giunse a tenere, con l’affanno di guadagnare l’indipendenza dalla sua religione madre, finì con il separare il Rabbino Gesù dal resto dei Rabbini Giudei. I confronti inter-giudei di Gesù con il resto dei Maestri del Popolo d’Israel furono utilizzati per dimostrare ipoteticamente che Gesù si scontrò con tutti i Rabbini della sua epoca. Questa idea è completamente falsa. E’ un pensiero elaborato con l’obbiettivo di rendere il Cristianesimo indipendente dal Giudaismo, nel quale era stato generato.
    In primo luogo desidero mettere in evidenza che ogni tema proposto in ciascuno dei capitoli, presenta le connessioni tra il Giudaismo (tanto biblico, quanto della tradizione orale) e il Giudaismo di Gesù di Nazareth. In secondo luogo, tenterò di sintetizzare come l’esegesi cristiana posteriore travisò (in molti casi) gli insegnamenti del Rabbino Gesù di Nazareth.
    Citerò molti autori cristiani che, dal II secolo a oggi, hanno tentato di convincerci, con differenti sistemi ideologici, che Gesù fu di una tale originalità che inevitabilmente, a partire dalla sua figura, si creò una nuova religione: il Cristianesimo.
    Posso affermare che il Cristianesimo non ha la sua genesi nel Rabbino Gesù, ma che nasce come conseguenza dell’incorporazione dei gentili non circoncisi, ammessi dal Concilio di Gerusalemme dell’anno 50.
    A partire da quella data, si crea una teologia messianica sulla figura di Gesù di Nazareth, attraverso un altro Giudeo, il Rabbino Shaul di Tarso (7) che sfocia, con il passar del tempo, nella comparsa della cristologia. La cristologia si sviluppa poi dopo il periodo paolino.
    Questo forzò a interpretare cristologicamente tutto il contenuto giudaico degli insegnamenti del Rabbino Gesù. (8)
    Deplorevolmente, nel corso dei secoli, la cristologia si è mescolata con l’etica e, durante tanto tempo, si sono confuse entrambe le questioni. Vedremo come le interpretazioni cristologiche invadono tutte le interpretazioni etiche del suo insegnamento.
    Il Cristianesimo non ha interpretato tutti gli insegnamenti rabbinici di Gesù, ma ha interpretato la sua figura alla luce profezie messianiche.
    Ed è qui che incontriamo il grande problema tra Giudaismo e Cristianesimo. Il Giudaismo vede in Gesù un eccellente Rabbino e interpreta i suoi insegnamenti etici alla luce della Torah, mentre il Cristianesimo lo studia come oggetto di culto. Il problema, da parte del Giudaismo, fu di ignorare il Giudaismo di Gesù durante tanti secoli. Senza dubbio ciò che il Giudaismo realmente ignorò, non furono gli insegnamenti etici di Gesù: ciò che realmente ignorò e respinse frontalmente, fu l’idea della divinizzazione che si realizzò della sua persona.
    Il Giudaismo ha considerato sempre che la divinizzazione di Gesù è una componente d’indubbia infiltrazione pagana nello sviluppo del Cristianesimo.
    Mentre il Giudaismo abbandonò uno dei più importanti Rabanim (Rabbini), il Cristianesimo lo degiudaizzò. Gesù rimase diviso tra due mondi ostili: il Giudaismo, che non desiderava mescolarsi con altre nazioni (9), al fine di preservare la Legge di Mosè e che indubbiamente vide durante i secoli la sua esistenza minacciata dalla internazionalizzazione del Cristianesimo; e il Cristianesimo che comprendeva perfettamente che Gesù, essendo ebreo, doveva essere cristianizzato, allo scopo di separarlo dal suo proprio popolo e dalla sua fede.
    Ciascuno contribuì a creare un’immagine che non corrisponde alla realtà. Il Giudaismo ha il dovere di reincorporarlo, perché i suoi insegnamenti sono pienamente ebraici; il Cristianesimo ha il dovere di rigiudaizzarlo per comprenderlo realmente, perché Gesù non abbandonò mai il Giudaismo.
    Spero che quest’opera non tratti Gesù secondo il Dr. Mario Saban.
    L’obiettivo che mi sono proposto è che le fonti parlino da sole.
    Desidero che Gesù stesso manifesti il suo Giudaismo e i suoi insegnamenti.
    Desidero provare che tutte le interpretazioni cristiane degli ultimi venti secoli tentarono di degiudaizzare il Rabbino Gesù di Nazareth e, di conseguenza, di separarlo dai suoi fratelli, che siamo noi, gli Israeliti. Questo intento frustro di separazione del Rabbino Gesù dal Giudaismo è giunto alla sua fine.
    Il Giudaismo, in base alla lettura e allo studio di quest’opera, può comprovare che gli insegnamenti del Rabbino Gesù si ritrovano nella Torah, in tutto il Tanach e nella genuina tradizione farisaica. Gesù può essere studiato dal Giudaismo attuale perché è un prodotto della propria tradizione ebraica. Quando un ebreo legge un certo passaggio del Tanach (AT) in realtà sta studiando gli insegnamenti etici di Gesù, perché Gesù, come buon Rabbino, trasse l’essenza delle sue parabole dall’interno stesso della tradizione ebraica.
    In termini generali, un Cristiano vero è eticamente Ebreo e un Ebreo è eticamente Cristiano. Siamo entrambi parte della stessa tradizione d’Israel: ciò che ci divise (e ci divide) fu (ed è) il carattere nazionale del Giudaismo, di fronte allo spirito internazionale del Cristianesimo.
    Il Giudaismo è il Giudaismo del Popolo Ebreo, il Cristianesimo è l’etica del Giudaismo predicata a vari popoli. In sintesi, il Cristianesimo è la snazionalizzazione dl Giudaismo.
    Come conclusione finale di questo intenso lavoro d’indagine, stabilirò il processo di riconnessione nel quale citerò molti autori Ebrei, soprattutto dei secoli XIX e XX, che riconobbero che il Rabbino Gesù doveva essere reincorporato nello studio del Giudaismo, perché i suoi insegnamenti sono pienamente ebrei.
    Quest’opera che presento ai lettori, “Il Giudaismo di Gesù”, è la conclusione di una delle storie più incredibili dell’umanità: quella di un umile Rabbino di Galilea che si trasformò, nel tempo, nel Dio di milioni di Cristiani; questo povero Ebreo crocifisso che, secoli dopo fu utilizzato per perseguitare la sua propria Nazione.
    Questo libro è un omaggio a tutti quegli Ebrei che, come il Rabbino di Nazareth, nel corso della Storia dell’umanità, lottarono per un’etica più elevata.
    Quando ogni Cristiano prenderà coscienza del fatto che sta seguendo gli insegnamenti giudei di un Rabbino, quel giorno potremo dire ciò che l’Israelita Shaul di Tarso scrisse: “Il vero Giudeo è chi lo sente nel suo cuore” (Romani 2-29).
    Si cercò di convincerci durante i secoli, che il Cristianesimo, come “religione dell’amore” fu (o è) superiore al Giudaismo e che il Giudaismo era la religione formale, la “religione della Legge”.
    Per secoli si ripeté che il Giudaismo era (ed è) la religione del timore e che il Cristianesimo era (ed è) la religione dell’amore. Se Gesù era Ebreo e pensava come un Ebreo, non possiamo forse affermare che tutto l’amore di Gesù per l’umanità è l’amore che nacque nell’interno dell’anima di un Ebreo?
    E’ giunta l’ora di rendere onore al Giudaismo e di restituirgli il posto che deve occupare nella Storia. Tutto il Cristianesimo essenziale, in termini etici, è in debito con l’interpretazione del Giudaismo di Gesù.
    L’amore che predicò il Rabbino Gesù, poté insegnarlo perché lo apprese in seno al Giudaismo stesso. Gesù non fu semplicemente un Ebreo per la sua origine nazionale, ma fu e continuerà a essere un Ebreo, per il suo contenuto etico più profondo. Fu un Ebreo osservante perché cercò sempre di scoprire i grandi valori della Torah. Mai il rabbino Gesù si oppose alla Torah, ma la interpretò in accordo con i grandi valori del Giudaismo.
    Gesù non si oppose mai al Giudaismo, come si continua a ripetere nel corso degli ultimi secoli ma Gesù come buon Rabbino, compì (secondo la sua interpretazione personale) la Torah di Mosè. Ripeto: Gesù realizzò un’interpretazione eccellente del Giudaismo, ma mai il suo obbiettivo fu la deroga al giudaismo.
    Con quest’opera, cari lettori, porterò alla luce uno dei segreti meglio conservati negli ultimi venti secoli:
    Che il Rabbino Gesù di Nazareth, non pretese mai di fondare una nuova religione, ma tentò di purificare il Giudaismo da quelli che, come in tutte le religioni, vedono la corteccia esterna e non il suo contenuto etico.
    Quest’opera non dibatte se Gesù fu o non fu il Messia; questo è un tema della fede personale di ciascuno. Quest’opera non discute di dogmi, né di sentimenti personali, né d’ideologie, né realizzerà un’analisi di tutti gli autori anteriori che scrissero riguardo a Gesù, poiché tutti questi temi sono di competenza di altre discipline.
    Ciò che questo libro pretende di ottenere, è una meta un tantino ambiziosa: collegare tutti gli insegnamenti etici del rabbino Gesù, con gli insegnamenti rabbinici del Giudaismo.
    Dimostrerò che chi è eticamente Ebreo è un vero Cristiano e chi è eticamente Cristiano è un vero Ebreo. Le divisioni posteriori sono il prodotto più dell’evoluzione storica, che dell’essenza etica della Torah, nella quale si fondano entrambe le religioni.
    Il processo storico posteriore che soffrì il cristianesimo, lo condusse a un pagano-cristianesimo. Per questo motivo esistono oggi grandi differenze tra il Giudaismo e il pagano-cristianesimo. Il vero Cristianesimo è, nella sua origine, il Giudaismo di Gesù. In futuro, il pagano-cristianesimo dovrà fare ritorno al Cristianesimo originario; il problema fondamentale che ha davanti è il compito di depurare quasi duemila anni di elementi pagani. Ciò che io definisco pagano-cristianesimo è molto lontano dal Giudaismo perché, in realtà, è lontano dal proprio Cristianesimo delle origini. Questo è il problema reale tra le due religioni. Ciò che conferisce indipendenza teologica al Cristianesimo sono gli elementi addizionali del paganesimo che snaturarono il Cristianesimo originario che è, essenzialmente, il Giudaismo di Gesù.
    Per questo motivo, tornando ai Vangeli, torniamo alle fonti ebraiche proprio del Rabbino Gesù e abbandoniamo, di conseguenza, ogni tentativo di manipolazione pagana.
    Tenterò di dimostrare come la teologia cristiana, nel corso della Storia, cercò con tutti i mezzi di giustificare l’indipendenza religiosa del Cristianesimo, come un movimento differenziatosi dal Giudaismo, attraverso le parole del Rabbino di Galilea.
    Il Cristianesimo produsse nella sua teologia un’opposizione che potremmo definire come “Gesù rispetto ai Giudei”; quando in realtà il dibattito si deve incentrare sulla interpretazione del Giudaismo di Gesù rispetto all’interpretazione del Giudaismo da parte di tutti gli altri Rabbini del I secolo.
    Questo è, in ultima istanza, il nodo della questione.
    Senza dubbio, un ritorno al Giudaismo di Gesù, ci conduce in realtà a situarci davanti al problema principale: la perdita della indipendenza religiosa del Cristianesimo, rispetto al Giudaismo. Ma questo non è un problema nostro, è il problema più profondo che il Cristianesimo ha. Sarà capace il Cristianesimo di ritornare al Giudaismo di Gesù?
    In definitiva, l’opera si conclude con un messaggio di speranza, perché Il Giudaismo, attraverso molti dei suoi filosofi e rabbini, sta considerando il cammino di re-incorporazione di quell’Ebreo osservante della Torah che fu il Rabbino Gesù di Nazareth. Un Rabbino che non necessita di essere reintegrato, perché è sempre stato dentro lo spirito del Popolo d’Israel.
    Una domanda divide noi Giudei e i Cristiani: Chi fu Gesù?
    La risposta unisce Giudei e Cristiani: i suoi insegnamenti etici, prodotto del suo Giudaismo.
    Quest’opera ha come obiettivo, di dimostrare, dopo venti secoli, che tutti gli insegnamenti del Rabbino Gesù di Nazareth sono compatibili e possono essere accettati dal Giudaismo, perché questi insegnamenti etici si ritrovano in tutta la tradizione ebraica, nel corso della Storia. Tutto il male chiamato “Nuovo Testamento” è un’opera eticamente ebraica.
    E’ mio desiderio che, attraverso questo libro, possiamo riconoscere definitivamente il posto che occupa il Rabbino Gesù nel Giudaismo, un Rabbino che non fu mai espulso dal seno del Popolo d’Israel e riconoscere il merito che hanno le interpretazioni della Torah da parte del Rabbino Gesù; il che non implica, né implicherà, il riconoscere né il messianismo né la divinità di Gesù che sono costruzioni teologiche cristiane, estranee al Giudaismo. Il Giudaismo continua (e continuerà) per la via dell’ideale di un messianismo potenziale, rispetto al Cristianesimo che si costituisce in un messianismo compiuto. Precisamente, ciò che fa sì che il Giudaismo continui a essere Giudeo è questa mancata redenzione.
    E’ un orgoglio per me, come Ebreo, che un Rabbino del nostro Popolo sia stato, è e sarà la luce per tanti milioni di Cristiani. Dobbiamo essere grati al Rabbino di Nazareth, per le sue eccellenti interpretazioni etiche della Torah. Il giorno in cui il Rabbino Gesù dovesse ritornare nella sua seconda venuta, lo informeremo in nome di chi furono perseguitati gli uomini e le donne del suo amato Popolo d’Israel.
    Desidero concludere con alcune semplici parole che pronunciò un Ebreo fedele alla Torah, duemila anni fa: “LA VERITA’ VI FARA’ LIBERI”.
    Mario Javier Saban
    Barcelona, 10 maggio 2007
    Anno 5767 del calendario ebraico


    Note
    1) Deplorevolmente, gran parte di queste novelle confondono moltissimo i lettori, mescolando la realtà storica e la fantasia.
    2) In Matteo 23:15 Gesù dice: “Guai a voi Scribi e farisei ipocriti! Perché percorrete il mare e la terra per fare un proselito e quando arrivate a farlo lo fate due volte più figlio dell’inferno che figlio vostro”.
    3) Mario Javier Saban: Las raices judias del cristianismo (Le radici giudee del cristianesimo N.d.T.) Buenos Aires 1994; El Judaismo de San Pablo (Il giudaismo di San paolo N.d.T.) Buenos Aires 2003; El sabado hebreo en el cristianismo (Il sabato ebraico nel cristianesimo N.d.T.) Buenos Aires 2004
    4) Il titolo di rabbino a quell’epoca, non rivestiva il significato che assume attualmente, poiché oggi un rabbino è ordinato da un tribunale rabbinico. Nel I secolo esistevano rabbini carismatici che erano eletti per acclamazione popolare. Nel II secolo il Giudaismo evolve verso una ordinazione rabbinica istituzionalizzata. Gesù sarà chiamato Rabbi o Maestro dall’uditorio che ascolta le sue prediche. Esistevano molti Rabbini itineranti in quei tempi presso il Popolo d’Israel. Dobbiamo collocare Gesù in questa categoria.
    5) Gesù e il Giudaismo è un’opera importantissima che citeremo nella nostra indagine. Il suo autore Sanders è il creatore della scuola del “Gesù storico”. La mia critica a quest’opera è il titolo dell’opera stessa. Studieremo dettagliatamente le parole del titolo “Gesù e il Giudaismo”. Perché “Gesù e il Giudaismo” e non “Il Giudaismo di Gesù”? Il titolo dell’opera già ci colloca in una situazione speciale, cioè il famoso confronto tra Gesù e il Giudaismo. Gesù non si oppose mai al Giudaismo: Gesù osservò in maniera completa la Torah e, dal punto di vista religioso, possiamo dire che fu un ortodosso del Giudaismo.Gesù, in linea con tutto il movimento farisaico, si oppose al potere sadduceo del Tempio, alleato del nemico romano e mai si oppose al suo popolo, al quale predicò in forma esclusiva o preferenziale. Ho intitolato la mia opera “Il Giudaismo di Gesù”per porre fine ad una ipotetica e falsa opposizione tra Giudaismo e Gesù. Da buon Rabbino qual era, Gesù dibatté sugli aspetti fondamentali della Torah perché, come ogni buon Giudeo doveva interpretare nel miglior modo possibile la Torah, per giungere alla sua essenza. Questi dibattiti inter-giudaici continuano producendosi al giorno d’oggi. Gesù visse il suo Giudaismo intensamente per proporre la sua interpretazione rabbinica della Torah. Possiamo dunque comprendere Gesù realizzando i due studi paralleli che ci siamo proposti: in primo luogo, conoscere a fondo il Giudaismo del I e II secolo; in secondo luogo, conoscere il Giudaismo di Gesù e la sua interpretazione della Torah e infine, studiare come il cristianesimo posteriore al II secolo tergiversò l’interpretazione, per separare il Giudeo Gesù dal suo Giudaismo
    6) Il triste della Storia, è che il Giudaismo attuale considera Gesù come parte del Cristianesimo e non del Giudaismo. In tal senso posso avvertire che il Cristianesimo non soltanto “cristianizzò” Gesù, ma che deplorevolmente convinse gli Ebrei che Gesù fu un Cristiano e non un vero Ebreo. In definitiva, il problema del Giudaismo con la figura di Gesù, è la forma di “cristianizzazione” di Gesù che realizzò il Cristianesimo e che fino all’epoca attuale, confonde gli stessi Giudei. La degiudaizzazione dell’Ebreo Gesù da parte del Cristianesimo, fu realmente di tale magnitudo che è molto difficile per un Ebreo moderno svincolare Gesù dal Cristianesimo. Se noi possiamo comprendere Gesù dentro la sua fede e dentro il popolo ebraico, cioè, se noi possiamo ritornare alle vere radici ebraiche di Gesù, possiamo giungere alla vera identità di Gesù. Indubbiamente il Cristianesimo non può svincolare l’immagine del “Cristo” dalla persona di Gesù. Noi Ebrei possiamo comprendere Gesù, soltanto dalla prospettiva storica.
    7) Saulo o Shaul di Tarso è il nome ebraico di san Paolo
    8) Dobbiamo osservare che i responsabili dell’“ossessione messianica” nell’ambito del Giudaismo furono gli Ebrei Farisei, giacché essi, credendo nella venuta del Messia, furono in realtà i primi che dovettero creare la prima interpretazione messianica della Bibbia. Crediamo, senza dubbio, che il Cristianesimo andò oltre il fariseismo giudaico, quanto all’interpretazione messianica dei testi sacri, a tal punto che il Cristianesimo sostenne che tutta la storia d’Israel aveva come unico obbiettivo la venuta di Gesù come Messia. E’ mia opinione che la storia d’Israele rivela la presenza di Dio nel divenire della storia umana e che sicuramente i sadducei non avevano la stessa prospettiva messianologica del fariseismo. Senza dubbio, insisto sul fatto che l’interpretazione messianologica del Giudaismo non giunse mai ai livelli dell’interpretazione cristologica del Cristianesimo. Se il messianismo ebraico realizzava un’interpretazione anti-sadducea della Bibbia, la cristologia tentò, con tutti i mezzi, di realizzare un’interpretazione anti-giudaica, con lo scopo di differenziare il Cristianesimo dal Giudaismo. Se la messianologia del Giudaismo costituisce un problema interno a differenti gruppi di Giudei, la cristologia ebbe come obiettivo l’indipendenza teologica del Cristianesimo, un compito molto più complesso.
    9) La possibilità di perdere l’identità ebraica tra le nazioni, viene denominata abitualmente “assimilazione”. Il matrimonio tra ebrei e Gentili non necessariamente conduceva alla perdita dell’identità, giacché molti figli di questi matrimoni misti continuavano con la pratica del Giudaismo. Il problema s’incontra allorché molti figli di questi matrimoni misti abbandonavano (e abbandonano) il Giudaismo e questo genera una perdita dell’identità ebraica.


     
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