gesu non voleva che il suo messaggio fosse divulgato ai gentili?

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  1. arby90
     
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    volevo fare una domanda gesu voleva trasmettere la sua dottrina solo agli ebrei oppure voleva che il suo messaggio venisse trasmesso anche ai gentili?è stato san paolo contro il volere dello stesso gesu che neppure ha mai conosciuto a voler trasmettere ai gentili una versione del cristianesimo modificata ?è stato san paolo l ideatore della paternita divina o gia i primi seguaci credevano in cio? faccio queste domanda per cultura se mi potete rispondere .........
     
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    Pare ci sia una differenza tra il kerygma(l'annuncio) pre-pasquale e quello post-pasquale. Durante la sua vita Gesù predica solo agli ebrei:

    Matteo 15, 21-28

    21 Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. 22 Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio».23 Ma egli non le rivolse neppure una parola.Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». 24 Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».25 Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!».
    26 Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». 27 «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
    28 Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.

    Dopo la resurrezione invece, sempre secondo Matteo (28, 16-20)

    "Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». "

    Si direbbe dunque, almeno stando ai Vangeli, che Gesù abbia dato la precedenza agli Ebrei, perché lo doveva loro, essendo questi gli eredi della Promessa, ma poi, dopo aver riconosciuto giustamente loro la priorità, ha comandato alla sua Chiesa di aprirsi in seconda battuta anche ai gentili. Questo è confermato pure dagli Atti:

    "Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo. 13Allora risuonò una voce che gli diceva: "Alzati, Pietro, uccidi e mangia!". Ma Pietro rispose: "No davvero, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo". E la voce di nuovo a lui: "Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano" (...)

    In seguito, nella casa del centurione romano Cornelio:

    "Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. (...) Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?". 48E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni." (At 10, 9-15.34-48)

    Anche nella vita terrena di Gesù c'è comunque l'episodio del centurione romano di Cafarnao, di cui Gesù dice: "«In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti»" (Matteo 8, 10-12)

    Naturalmente il problema è stabilire la storicità o meno di questi episodi, ma comunque, rimanendo alla lettera dei Vangeli, un'apertura ai pagani si trova già in Gesù. Se poi queste frasi gli siano state messe in bocca in seguito, non è possibile dirlo né escluderlo con certezza. Matteo comunque sembra, nel suo Vangelo rivolto agli ebrei, riportare tutte queste apparenti contraddizioni in quadro armonico, segno che non sono affatto contraddittorie.

    Ad maiora
     
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    אריאל פינטור

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    Concordo in pieno con l'ottima spiegazione di Polymetis (sic! :wacko: ) alla quale non occore davvero aggiungere nulla ma solo precisare che quella priorità di cui parla era effettivamente un'esigenza importante, quella di riunificare le 10 tribù disperse del regno d'Israele (regno del nord) che, dopo l'esilio babilonese si erano completamente dissolte, mescolandosi a popolazioni pagane, assumendo culti e divinità idolatriche, anche con l'intervento ad hoc dei dominatori che avevano inteso così distruggere il popolo eletto (nessun tentativo di genocidio è più efficace dell'assimilazione).
    Questo delle riunificazione delle tribù disperse è un problema ancora vivo e attuale che però ha visto un inizio di soluzione, con il ritorno della tribù di Gad (Etiopi) e di Menashè (India) e del ritorno di tanti marrani e criptogiudei vittime dell'inquisizione, segno che è iniziata l'era messianica.
     
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  4. Antonio DI GIORGIO
     
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    @
    Ho seguito il dibattito. Temo una cosa. Ricostruire tutta la storicità dei passi dei vangeli, oggi, davvero credete è relativo, poiché il cristianesimo non è quello ipotizzabile, ossia un "desiderata" su un certo aspetto o una certa affinità verso l'ebraismo. Il cristianesimo oggi esistente per la prima volta in 1300 anni si pone il dilemma delle sue radici, ma ci sono oltre 1300 in cui ste radici sono state ignorate, poiché il cristianesimo ha creduto, purtroppo, superate tutte le altre religioni dato che il Logos si è incarnato e prese tenda presso "noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito" (cito e traduco male l'inno al Logos giovannico).
    E' un errore stando alle nostre fonti narrative evangeliche pensare che Gesù non desiderasse che il suo messaggio filantropico e di uguaglianzismo non travalicasse i confini. Abbiamo e ricordo l'invio dei dodici a due a due (Lc 10 1 e ss) in cui fra l'altro Gesù è molto esoterico nell'insegnare la consegna dello Shalom. Ovviamente si potrà scrivere tutto un volume se questo passo è spurio o no, ma c'è è esistente. C'è anche un contorno di tipo collettivo, ossia riferito alla ospitalità e alla venerabilità di essa nel mondo antico. Dunque vi sono contesti in cui si può affermare che i vangeli - che va ricordato sono forgiati sul modello predicatorio di Paolo ad eccezione forse di Giovanni - attestano senza dubbio che il Gesù (non Cristo, attenti bene) messaggero dell'amor dei voleva che il suo messaggio fosse divulgato a chiunque. Ma non credo che questo tema si possa esaurire.

    grz dei contributi che ho letto.

    Errata corrige:
    Abbiamo e ricordo l'invio dei dodici a due a due, e dei 72 Lc 10 1 e ss.

    [:-)]
     
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    אריאל פינטור

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    Sono d'accordo sul fatto che egli considerasse il suo messaggio come universale, ma penso anche che la sua predicazione si fosse indirizzata innanzi tutto e prioritariamente ai Giudei e poi, succesivamente, agli altri
     
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    CITAZIONE (Negev @ 18/12/2010, 18:29) 
    Concordo in pieno con l'ottima spiegazione di Polymetis (sic! :wacko: ) alla quale non occore davvero aggiungere nulla ma solo precisare che quella priorità di cui parla era effettivamente un'esigenza importante, quella di riunificare le 10 tribù disperse del regno d'Israele (regno del nord) che, dopo l'esilio babilonese si erano completamente dissolte, mescolandosi a popolazioni pagane, assumendo culti e divinità idolatriche, anche con l'intervento ad hoc dei dominatori che avevano inteso così distruggere il popolo eletto (nessun tentativo di genocidio è più efficace dell'assimilazione).
    Questo delle riunificazione delle tribù disperse è un problema ancora vivo e attuale che però ha visto un inizio di soluzione, con il ritorno della tribù di Gad (Etiopi) e di Menashè (India) e del ritorno di tanti marrani e criptogiudei vittime dell'inquisizione, segno che è iniziata l'era messianica.

    Nell'ambito di questo interessante dibattito, ritengo opportuno citare un passo degli Atti degli Apostoli (cap. 1),a mio avviso ingiustamente trascurato e non correttamente interpretato:

    6 Οἱ μὲν οὖν συνελθόντες ἠρώτων αὐτὸν λέγοντες· Κύριε, εἰ ἐν τῷ χρόνῳ τούτῳ ἀποκαθιστάνεις τὴν βασιλείαν τῷ Ἰσραήλ; 7 εἶπεν δὲ πρὸς αὐτούς· Οὐχ ὑμῶν ἐστιν γνῶναι χρόνους ἢ καιροὺς οὓς ὁ πατὴρ ἔθετο ἐν τῇ ἰδίᾳ ἐξουσίᾳ, 8 ἀλλὰ λήμψεσθε δύναμιν ἐπελθόντος τοῦ ἁγίου πνεύματος ἐφ’ ὑμᾶς, καὶ ἔσεσθέ μου μάρτυρες ἔν τε Ἰερουσαλὴμ καὶ ἐν πάσῃ τῇ Ἰουδαίᾳ καὶ Σαμαρείᾳ καὶ ἕως ἐσχάτου τῆς γῆς

    Ecco la traduzione che ne dà la CEI ( dunque cattolica)

    [6]Così venutisi a trovare insieme (gli apostoli,n.d.r.) gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». [7]Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, [8]ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

    Nella comune esegesi, sia cristiana che non, il riferimento agli "estremi confini della terra" è attinente alla missione universale della predicazione apostolica; personalmente però azzardo un'interpretazione diversa.La domanda che gli apostoli rivolgono a Gesù è molto precisa, non ha niente a che vedere con una prospettiva di "evangelizzazione mondiale",ma presenta un chiaro ed inequivocabile sapore di puro messianesimo ebraico: "E' questo il tempo in cui ricostituirai il Regno di Israele"? Che cosa intendono qui gli apostoli con "Regno di Israele?"Sono personalmente convinto che il riferimento sia a quello che più propriamente è stato il Regno di Giuda ed Israele,unificato dotto la monarchia di re Davide, la cui estensione richiama nella tradizione ebraica,se non erro, il passo di Genesi 15,18-21 relativo alla promessa di HaShem ad Abramo.Ora, questo territorio, se non sbaglio, è conosciuto sempre nella tradizione ebraica come Gevulot Ha-aretz ("Confini della Terra"),espressione straordinariamente simile a quella che secondo il passo degli Atti Gesù utilizza nella risposta agi apostoli (fino agli "estremi confini della terra"), risposta tra l'altro che non contesta nel merito la domanda,in quanto il Nazareno non sconfessa affatto la prospettiva messianica degli apostoli, ai quali dice soltanto che al solo Dio spetta decidere i tempi della ricostituzione del regno!In altri termini, secondo me in questi versetti Gesù non parla affatto della terra intesa come pianeta, ma della "Eretz Yisrael"

    Preciso naturalmente che questa è una mia opinione personale,e che non sostengo la necessaria storicità di questo dialogo apostoli-Gesù;evidenzio soltanto un'ipotesi esegetica a mio avviso sostenibile,comprovante se corretta la sopravvivenza nel NT di una visione messianica autenticamente nazionale e non universale, avente come obbiettivo la restaurazione del glorioso Regno di Davide, re del quale Gesù è del resto discendente secondo le scritture cristiane.

    Ha Shem vi benedica
     
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  7. whitemirror
     
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    CITAZIONE (Amos74 @ 3/1/2016, 00:30) 
    Preciso naturalmente che questa è una mia opinione personale,e che non sostengo la necessaria storicità di questo dialogo apostoli-Gesù;evidenzio soltanto un'ipotesi esegetica a mio avviso sostenibile,comprovante se corretta la sopravvivenza nel NT di una visione messianica autenticamente nazionale e non universale, avente come obbiettivo la restaurazione del glorioso Regno di Davide, re del quale Gesù è del resto discendente secondo le scritture cristiane.

    Un dato storico ineludibile è che il kerygma (l'annuncio) è stato messo per iscritto fra i quaranta ed i settanta anni dopo la morte di Gesù. Durante tutti quei decenni il messaggio iniziale del Maestro è stato tramandato oralmente dai suoi discepoli e dagli adepti (come Paolo), i quali erano divisi da opposte linee di pensiero e di azione. Da una parte c'erano i "giudaizzanti", fautori dell'ortodossia della Torah, dall'altra gli "ellenisti"; questi ultimi erano quegli ebrei che si sentivano ormai parte di un mondo in un certo senso globalizzato dove dominavano la cultura ellenistica e l'amministrazione romana.

    Era inevitabile che la tradizione orale dei detti e degli atti di Gesù non potesse arrivare intatta nei vangeli; gli stessi evangelisti hanno messo ciascuno un'impronta personale nella redazione del materiale orale a loro disposizione. Di conseguenza il risultato finale – vale a dire i vangeli – mostra un Gesù spesso contraddittorio; a volte egli rivolge la sua predicazione ai soli ebrei (influsso giudaico), in altre occasioni egli cerca invece di non farsi capire dagli ebrei, per esempio quando parla in parabole (influsso paolino).

    Personalmente credo che il Gesù storico avesse a cuore solamente la restaurazione del regno di Davide.

    Tuttavia, gli ebrei della sua epoca ai quali si rivolgeva non erano più quelli dei tempi della cattività babilonese; le influenze iraniche ed ellenistiche avevano generato all'interno del giudaismo molte sette contrapposte, e gli stessi discepoli di Gesù erano in contrapposizione fra di loro.
    Dopo la sua morte prevalse la corrente universalistica che faceva capo all'apostolo Paolo. E così nacque il cristianesimo.

    Saluti
     
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6 replies since 17/12/2010, 20:18   1235 views
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